di Andrea Pira
Ci sono voluti due anni e mezzo e 22 mesi di discussioni in Parlamento, ma alla fine la prima legge italiana sulla Concorrenza è stata approvata in via definitiva. Il governo ha incassato ieri la fiducia del Senato che con 146 sì e 113 no ha dato l’ok a un provvedimento che, in linea teorica, dovrebbe essere annuale. A dare il senso delle polemiche che hanno accompagnato l’iter c’è la decisione di non partecipare al voto presa dal presidente della commissione Industria di Palazzo Madama, Massimo Mucchetti, critico verso il testo blindato, a suo dire «uno strumento per favorire e salvaguardare alcune grandi imprese». Di diverso avviso è il presidente del Consiglio. Paolo Gentiloni parla di impegno mantenuto, mentre il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, ritiene l’approvazione un segnale di serietà dato dal Paese.

La legge spazia dalle assicurazioni all’energia, dal telemarketing all’ingresso di società di capitali nelle farmacie, pur dovendo rispettare un tetto del 20% su base regionale. Il pacchetto assicurativo prevede sconti per chi installerà la scatola nera e per gli automobilisti virtuosi nelle aree a più alto tasso di sinistri. Sarà l’Ivass a definire i criteri delle tariffe e il ricalcolo del premi. Torna invece il tacito rinnovo per le polizze danni diverse da quelle auto. In materia di fondi pensione è prevista la convocazione di un tavolo di riforma delle forme pensionistiche complementari. Nel concreto la legge interviene sulla destinazione del Tfr, del diritto all’anticipo e dei riscatti con relativo regime fiscale. Anche i disoccupati da 24 mesi (prima erano 48) potranno ottenere dal proprio fondo l’anticipo della rendita, ma dovranno maturare i requisiti entro 5 anni.

Slitta invece al primo luglio 2019 la totale liberalizzazione del mercato energetico. «Il superamento definitivo della maggior tutela garantirà maggiori opportunità e servizi migliori ai cittadini. Adesso dovremo tutti lavorare fin da subito, e senza ulteriori tentennamenti, affinché i decreti attuativi confermino la strada della vera concorrenza», ha commentato Marco Bernardi, presidente di Illumia. Cadrà invece a settembre l’esclusiva di Poste Italiane per la notifica di multe e atti giudiziari. «Si apre alla libera concorrenza un mercato da 359 milioni, che attirerà nuovi investimenti», commenta Maria Laura Cantarelli della Fise Are, l’associazione che unisce le imprese di recapito postale.

Per quanto riguarda gli abbonamenti tv e gli operatori telefonici, i clienti che vorranno passare da una società all’altra dovranno essere avvisati in partenza dei costi, e i contratti non potranno durare più di un anno. È inoltre prevista una delega per il governo che entro un anno dall’entrata in vigore della legge dovrà adottare un decreto legislativo per disciplinare i servizi Ncc e Uber.

Infine cala a 30 milioni la soglia di fatturato per le comunicazioni obbligatorie all’Antitrust in caso di operazioni di concentrazione. Ed è proprio l’Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella a proporre che in futuro si intervenga in modo settoriale, evitando leggi omnibus, come l’attuale. Così da evitare i ritardi e i passi indietri rispetto al testo originario. (riproduzione riservata)
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