di Francesca Gerosa
Risultato netto aggregato gestionale di 456 milioni per Credit Agricole in Italia. Le linee di business dell’istituto guidato nel Paese da Giampiero Maioli hanno fatto registrare una crescita dei ricavi del 4% salendo a 1,6 miliardi di euro e un totale impieghi che ha raggiunto 62,4 miliardi. Anche il Gruppo Bancario Crédit Agricole Italia (costituito da Cariparma, FriulAdria e Carispezia e che sta trattando per acquisire le casse di Cesena, Rimini e San Miniato) ha evidenziato capacità di generare redditività in continuità con gli esercizi precedenti che gli ha permesso di conseguire un utile di 131 milioni, risultato in crescita del 7% rispetto allo stesso periodo del 2016. Grazie alla buona performance delle commissioni (+9%), trainate in particolare dalla componente di risparmio gestito (+25%), i proventi hanno fatto registrare un incremento rispetto allo scorso anno.

La qualità dell’attivo è in costante miglioramento. Sono infatti in riduzione l’incidenza sia dei crediti deteriorati netti sia delle sofferenze nette, rispettivamente pari al 6,9% e al 3,1%. In aumento le coperture sui crediti deteriorati, pari al 44,2%. Il Common Equity Tier 1 è all’11,1% e il total Capital Ratio al 13,4%. A ciò si aggiunge una posizione di liquidità più che soddisfacente, con un indicatore di liquidity coverage ratio che si attesta ben oltre il 100%. Per quanto concerne l’attività commerciale sono saliti i volumi d’impiego (+5%), il risparmio gestito (+10% a/a) grazie alla spinta dei Pir e al contributo della nuova rete di promotori finanziari, e la raccolta diretta (+8%) sostenuta anche dalle emissioni di covered bond). Segno positivo anche per i mutui casa (nuova produzione +7%) e credito al consumo (+33%), mentre i finanziamenti alle aziende hanno fatto registrare un +6% con particolare attenzione ai segmenti chiave come l’Agri-Agro. In linea con quanto previsto dal piano industriale 2016-2019 proseguono inoltre gli investimenti a supporto del business, dell’evoluzione digitale e delle persone.

Nel complesso il gruppo Agricole ha realizzato il miglior trimestre dal 2011, come ha commentato il dg Philippe Brassac, con un utile netto nel periodo aprile-giugno in forte rialzo (+17% a 1,35 miliardi) e in generale risultati migliori delle previsioni degli analisti (1 miliardo), grazie alle performance di tutte le divisioni e al contenimento dei costi. Allargando il perimetro alle casse regionali, l’utile netto è salito del 9% a 2,2 miliardi. Il margine netto di intermediazione è sceso dello 0,6% a 4,7 miliardi, ma è comunque risultato migliore delle aspettative e al netto di elementi eccezionali rispetto al secondo trimestre 2016 ha registrato un rialzo del 6,5%. Più nel dettaglio, il retail banking ha raddoppiato l’utile a 186 milioni, con la divisione che, a livello internazionale, ha visto il risultato netto aumentare del 5% a 81 milioni. Il business corporate e investment bank ha riportato una crescita dei profitti del 19% a 431 milioni, trainato soprattutto dal reddito fisso. In miglioramento anche la divisione insurance e asset management che ha registrato un +12% dell’utile a 466 milioni, con quella dei servizi finanziari specializzati a 188 milioni (+22%). Sul fronte patrimoniale, il ratio Core Tier 1 si è portato al 12,4% a giugno dall’11,9% di marzo. Mentre il leverage ratio è rimasto stabile al 4,7%. (riproduzione riservata)

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