Risultati oltre ogni più rosea previsione per il gruppo Intesa Sanpaolo, che ha chiuso il semestre con un utile netto di 2,004 mld di euro (720 mln nell’analogo periodo del 2014). Il conto economico consolidato ha registrato proventi operativi netti per 9,4 mld, +9,7%. In quest’ambito, gli interessi netti sono stati di 3,958 mld, -6%. Le commissioni nette sono state di 3,794 mld, +14,6%, grazie soprattutto alle attività di gestione (+29,6%).

Il risultato dell’attività di negoziazione è stato di 976 mln (555), con la componente relativa alla clientela salita da 146 a 227 mln. Il risultato dell’attività assicurativa è stato di 625 mln (506). Gli oneri operativi sono stati di 4,235 mld, +2,1% per la crescita del 2,9% delle spese del personale e del 6,4% per gli ammortamenti. Il risultato della gestione operativa è stato quindi di 5,165 mld, +16,7%, con un cost/income ratio al 45,1% (48,4%). Accantonamenti e rettifiche sono stati di 1,914 mld (2,583). Il risultato netto consolidato è stato di 2,004 mld (720 mln). Per quanto riguarda lo stato patrimoniale consolidato, i crediti verso la clientela sono stati di 344 mld, +3,6% rispetto al 30 giugno 2014. Il complesso dei crediti deteriorati ha rallentato la crescita a 33,6 mld, +0,9% rispetto a fine 2014. Le attività finanziarie della clientela sono state di 851 mld, +3,1% rispetto al 30 giugno 2014. Nell’ambito delle attività finanziarie della clientela, la raccolta diretta bancaria è stata di 365 mld, +1,4% rispetto a fine 2014, ma in calo del 2,9% rispetto al 30 giugno 2014. La raccolta indiretta è stata di 485 mld, +8,1%. I coefficienti patrimoniali sono stati del 13,4% per il Common equity ratio (13,6% a fine 2014), del 14% per il Tier 1 ratio (14,2%), del 17,2% per il coefficiente patrimoniale totale (17,2%). Il gruppo ha confermato l’impegno alla distribuzione di due miliardi di euro di dividendi cash per l’esercizio 2015, indicato nel piano 2014-2017. Il risultato netto di oltre 2 mld è «già superiore all’obiettivo di dividendi per il 2015». «Quello che si è appena concluso è il miglior semestre dalla creazione di Intesa Sanpaolo: abbiamo conseguito risultati che ci pongono ai vertici del settore in Europa, grazie al business model semplice e innovativo e soprattutto grazie al lavoro di tutte le nostre persone, che stanno raggiungendo in anticipo gli obiettivi previsti dal piano d’impresa», ha commentato l’a.d., Carlo Messina. Il mercato ha brindato alla semestrale e il titolo ha chiuso a 3,50 euro, +1,27%.

Ma la giornata di Intesa Sanpaolo è stata caratterizzata anche da un altro importante evento: il Consiglio di sorveglianza ha infatti approvato all’unanimità il ritorno al sistema monistico come nuovo modello di governance. Per il presidente del Cds, Giovanni Bazoli, «il sistema di governance monistico ha il vantaggio di essere un modello più semplice e snello che consente di affrontare al meglio l’esigenza dell’efficienza della banca». Bazoli ha spiegato che i due consigli lavoreranno congiuntamente. Entro il 15 ottobre dovranno presentare questo testo e poi la Bce avrà tre mesi di tempo per pronunciarsi.

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