di Roberta Castellarin

L’Università di Harvard costa circa 45.600 dollari all’anno, di cui 31.500 dollari di retta universitaria. Per quattro anni di studi serve quindi un capitale vicino ai 150 mila euro almeno per accedere a uno degli atenei più famosi al mondo. Un capitale che è più facile accumulare se si inizia a risparmiare già da oggi. 
Sul mercato ormai esistono diversi prodotti che possono essere usati per costruire un tesoretto per figli o nipoti che possa poi essere utilizzato per finire gli studi o per avviare una nuova attività.

Dal punto di vista delle compagnie le formule dedicate ai giovani sono molto diffuse. Tutti i big offrono polizze vita legate a gestioni separate che permettono di risparmiare per pagare le rate dell’università o l’avvio di un’attività lavorativa, o semplicemente per sostenere le prime spese dei ragazzi che vanno a vivere da soli. Si tratta di prodotti che offrono un rendimento minimo garantito, in media del 2%, con punte anche del 2,25% come nel caso della polizza «I miei affetti» di Allianz Ras. Si tratta di un risultato che si consolida ogni anno ed è quindi definitivamente acquisito.

Le polizze vita legate a gestioni separate investono prevalentemente in titoli di Stato italiani e in media negli ultimi anni hanno realizzato un rendimento attorno al 4% annuo. Va detto però che solo una parte di questo rendimento viene girato al sottoscrittore, in media circa l’80%, si scende quindi al 3,5%. Dalla loro questi prodotti danno la possibilità di aderire con versamenti che sono contenuti (ad esempio, il premio annuo minimo previsto da Crescita reale zerodiciotto è di 290 euro). Inoltre nella maggior parte dei casi la compagnia si prende l’onere di continuare il piano di versamenti fino a scadenza del contratto se l’assicurato muore o non è più in grado di versare i premi per invalidità. In alcuni casi è previsto un bonus fedeltà per chi non interrompe il piano. E nel caso di Cresciamo insieme di Ina Assitalia è anche previsto un premio per gli studenti più bravi. La polizza prevede infatti che, se il ragazzo assicurato consegue il diploma di maturità con votazione superiore a 90/100, alla scadenza contrattuale è prevista la liquidazione di una maggiorazione di prestazione di importo pari al 10% del capitale assicurato a scadenza a fronte dei premi annui corrisposti.

 

Premia gli studenti meritevoli anche «Postafuturo da grande» di Poste vita. Si legge nella nota informativa: «Alla scadenza contrattuale e a condizione che a tale data il ragazzo abbia conseguito il diploma di scuola media superiore con un voto pari almeno al 96% del voto massimo previsto dall’ordinamento vigente, viene garantita la liquidazione di un capitale aggiuntivo (Premio di Diploma) in relazione al voto ottenuto nel relativo esame di stato, nelle modalità stabilite dal contratto».

Il «Premio di Diploma» è pari al 30% del cumulo dei premi annui previsti dal piano per votazioni almeno pari a 100/100, ovvero pari al 10% del cumulo premi ricorrenti previsti se invece la votazione è compresa tra 96/100 e 99/100.

Anche in questo caso si tratta di un vero e proprio bonus maturità. Se questi sono i vantaggi di tali prodotti, bisogna, però, fare molta attenzione ai costi, sia quelli prelevati dal premio sia quelli che gravano sulle gestioni separate, che deprimono i rendimenti. Nei documenti informativi delle polizze è pubblicato l’indicatore sintetico costo percentuale medio annuo che indica di quanto si riduce ogni anno, per effetto dei costi, il tasso di rendimento del contratto rispetto a quello di una analoga operazione non gravata da costi ed è calcolato con riferimento al premio della prestazione principale e non tiene quindi conto dei premi delle eventuali coperture complementari o accessorie. I prospetti delle polizze pubblicano quest’indicatore in base a ipotesi standard di premio e in base ai varie periodi di permanenza. Con un’avvertenza: il costo percentuale medio annuo in caso di riscatto nei primi anni di durata contrattuale può risultare significativamente superiore al costo riportato in corrispondenza del quinto anno.

 

Un’alternativa è rappresentata dai fondi a scadenza, prodotti che si pongono un target temporale prefissato. In sostanza l’approccio è: «Dimmi quando ti serviranno i soldi e al resto ci penso io». Così funzionano i pionieri dei fondi aperti a scadenza. Si tratta di prodotti caratterizzati da un obiettivo temporale che può andare da due a 30 anni.

L’investitore, quindi, deve solo decidere tra quanto tempo avrà bisogno del capitale e scegliere un comparto che abbia lo stesso orizzonte. A quel punto sarà il gestore ad allocare il portafoglio tra azioni, bond e liquidità man mano che passa il tempo. In modo che negli ultimi anni il profilo del fondo sia più conservativo. Fidelity è stata tra i primi a lanciare negli Usa e poi a importare in Italia questa formula. In Italia oltre a Fidelity hanno lanciato fondi di questo tipo anche Pioneer, Bnp Paribas e Eurizon.

Una terza via è quella dei buoni postali, da sempre una forma di risparmio utilizzata per costruire un salvadanaio per i figli. Ci sono dei buoni postali dedicati ai minori, quindi da zero a 16 anni e sei mesi. La durata del buono dipende dall’età del minore al momento della sottoscrizione. Alla scadenza (che coincide con i 18 anni del ragazzo) rimborsa il valore nominale investito moltiplicato per un coefficiente di rivalutazione determinato in funzione del numero di anni necessari al raggiungimento della maggiore età. I buoni sono esenti da commissioni e spese, eccetto quelle di natura fiscale. (riproduzione riservata)