di Luisa Leone

Tutto pronto per il lancio del fondo minibond di Sace. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, con il recente via libera di Bankitalia (non era necessaria un’autorizzazione formale ma una semplice comunicazione) sarebbe andato a posto anche l’ultimo tassello del mosaico e la previsione sarebbe quella di far partire il nuovo strumento pro-pmi al rientro dalla pausa estiva, in settembre. 
Il progetto, come anticipato da MF-Milano Finanza, è in gestione dalla scorsa primavera e ora sarebbe finalmente pronto al decollo.

Il gruppo guidato dall’amministratore delegato Alessandro Castellano non ha mai alzato il velo sul progetto, ma secondo indiscrezioni di mercato l’idea è quella di mettere in pista un fondo da circa 350 milioni di euro, di cui circa la metà sarebbe sottoscritta dalla Sace stessa e l’altra parte da uno o più investitori. Lo strumento sarà gestito da Amundi sgr e sarà dedicato all’investimento in obbligazioni emesse da piccole e medie imprese non quotate, con una particolare propensione all’export. Non solo. Per rinforzare il meccanismo e farlo funzionare meglio, sulle emissioni dovrebbe essere prevista anche la garanzia del gruppo assicurativo, in modo da renderle meno rischiose e dunque più appetibili per gli investitori. D’altronde Sace prevede di emettere garanzie anche per le emissioni di altri fondi minibond, con cui il gruppo avrebbe per altro già stretto accordi. Più in generale, il lancio del fondo dedicato ai minibond rappresenterà un’importante diversificazione per Sace, in grado di aprire nuove prospettive, interessanti sotto il profilo della redditività, soprattutto in vista della prevista privatizzazione. Una prospettiva, quella dell’apertura del capitale, che al momento non pare così vicina, ma che comunque rimane all’orizzonte. Proprio il rallentamento nella corsa a Piazza Affari, che era considerata la strada maestra per la privatizzazione, avrebbe leggermente allungato i tempi anche per la presentazione del nuovo piano industriale, che comunque sarebbe già impostato nelle sue linee generali. Tuttavia alcune novità in arrivo sul fronte normativo, come la possibilità per i gruppi assicurativi di fare credito, prevista dal decreto Competitività approvato mercoledì scorso dalla Camera (e ora al Senato per l’ok definitivo), potrebbero aprire ancora nuove opportunità alla società guidata da Castellano. Novità che non potranno non riguardare la seconda parte dell’anno, mentre per quanto riguarda i primi sei mesi del 2014 Sace ha registrato premi lordi pari a 132 milioni di euro, in aumento del 13% rispetto al primo semestre 2013, e sinistri a quota 202 milioni. Quest’ultimo dato sconta mancati pagamenti in forte crescita rispetto ai 95,1 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno precedente e riferiti in larga parte a indennizzi corrisposti ad aziende italiane per esportazioni in Iran. Il risultato del conto tecnico di Sace è riuscito comunque a raggiungere nei primi sei mesi dell’anno quota 388,5 milioni, più che raddoppiati rispetto ai 170 milioni di 30 giugno 2013. L’utile netto, invece, si è attestato a 212,4 milioni (-32%), principalmente a causa del risultato della gestione finanziaria. (riproduzione riservata)