di Paola Valentini

Il mercato riscopre i vecchi titoli del risparmio gestito che dalla primavera in avanti sono stati trascurati per far posto in portafoglio alle new entry del settore, ovvero Anima e Finecobank, sbarcate a Piazza Affari proprio tra aprile e luglio. Negli ultimi mesi infatti il rally di borsa di Azimut (+85% nel 2013), Banca Generali (+70%) e Mediolanum (+63%) si è arrestato. 
Basti dire che, dopo aver toccato i massimi storici a inizio aprile a 25,7 euro, Azimut ha ritracciato, da gennaio a oggi cede l’1,5% e viaggia sui 19 euro, Banca Generali perde il 7,7% ed è scesa sotto i 21 euro dopo il record di 25 euro di gennaio. Mediolanum segna un -8,7% da gennaio a 5,7 euro dopo i massimi degli ultimi 12 mesi a 7,1 euro di inizio aprile. Ma ora, grazie ai conti semestrali brillanti Azimut, Banca Generali e Mediolanum tornano alla ribalta. E gli analisti rifanno i conti dando giudizi positivi alla luce del momento d’oro del business delle reti di promotori finanziari che continuano a sottrarre quote di mercato alle banche, oggi impegnate in faticosi processi di riorganizzazione degli sportelli nel dopo-crisi. E proprio le reti quotate sono quelle che nel primo semestre hanno raccolto di più. Il che ha permesso di archiviare conti semestrali in crescita e sostenuti sempre di più dalla gestione tradizionale del risparmio e sempre meno dal trading sui titoli di Stato.

Ma adesso, con lo spread ai minimi, i margini di manovra sono ridotti all’osso e la consulenza e la gestione del risparmio tornano a essere il motore dei profitti. 
E le quotate sono in pole position per intercettare i flussi di risparmio. Come emerge dai dati Assoreti, prima per raccolta netta tra le reti di pf nei primi sei mesi del 2014 è BancaGenerali che ha realizzato una raccolta ai massimi storici a 2,3 miliardi, superando i flussi netti dell’intero 2013 (2,26 miliardi) che erano già da record. Al top le masse totali pari a 32,3 miliardi (+11% da inizio anno). Numeri che hanno permesso al gruppo guidato da PierMario Motta di ottenere il miglior risultato semestrale nella storia della banca (un utile netto di 88,4 milioni, +24% sullo stesso periodo del 2013). «Pensiamo di poter raggiungere a fine 2014 i 3 miliardi di raccolta netta di cui 2,8 miliardi nel solo risparmio gestito», spiega Motta. I profitti hanno beneficiato dell’aumento delle masse che ha dato forte impulso alle commissioni di natura ricorrente. E la crescita prosegue visto che a luglio Banca Generali ha avuto una raccolta netta di 252 milioni, portando il totale dei sette mesi a 2,5 miliardi. A sostenere i conti è stata anche la riduzione dello spread con effetti positivi sulle attività di trading. 
Ma con i tassi ai minimi d’ora in poi le cose cambiano. «Noi siamo una realtà che fa consulenza e nei prossimi mesi la spinta ai conti arriverà maggiormente dal nostro core business», afferma Motta. «D’altra parte oggi proprio i tassi bassi facilitano il nostro lavoro di gestori del risparmio perché ci confrontiamo con i titoli di Stato che a tre anni rendono l’1%».

Senza dimenticare che nei prossimi mesi Banca Generali inizierà a trarre i frutti del lavoro dei 59 promotori relativi al ramo d’azienda acquistato dal Credit Suisse. Dopo i conti, Main First ha confermato il giudizio outperform e target a 26 euro, outperform e target a 24 euro da Intermonte, hold e target a 22 euro da Equita, buy e target a 27,3 euro da Kepler Cheuvreux, add e target a 27,1 euro da Intesa Sanpaolo, neutral e target a 23,7 euro da Mediobanca securities.

Masse in aumento e un’evoluzione positiva delle commissioni di gestione anche per Mediolanum, la cui controllata Banca Mediolanum ha messo a segno la seconda miglior raccolta del semestre tra le reti (1,89 miliardi, rispetto agli 1,23 miliardi dello stesso periodo 2013 e 3,3 miliardi di tutto il 2013). Il gruppo ha chiuso i sei mesi con un utile netto consolidato di 164,9 milioni, -17% rispetto al risultato dello stesso periodo dell’anno scorso che beneficiava di un importo straordinario di capital gain, oltre alle minori spese generali. «Lo scorso anno avevamo ottenuto circa 40 milioni dall’attività di trading sui titoli di Stato, quest’anno invece l’incasso dalla vendita dei titoli è stato inferiore», spiega Massimo Doris, vicepresidente di Mediolanum e amministratore delegato di Banca Mediolanum. Intanto nel primo semestre i ricavi da commissioni di gestione sono lievitati da 268 a 319 milioni, le commissioni di performance dei fondi sono salite da 84 a 86 milioni e le commissioni da servizi bancari sono passate da 49 a 53 milioni. A conferma del buon andamento del business c’è l’aumento delle masse gestite e amministrate che è salito a 61,3 miliardi, +6% da inizio anno. «In Banca Mediolanum riteniamo di poter chiudere il 2014 anche sopra i 3,3 miliardi di raccolta netta realizzata lo scorso anno», sottolinea Doris. La raccolta netta totale di gruppo (Banca Mediolanum, Banca Esperia, Estero) per il primo semestre 2014 è di 2,3 miliardi. A Mediolanum Kepler dà un target di 7,5 euro con giudizio buy, Equita 7,1 e buy, Intesa Sanpaolo 7,8 e add (aggiungere) e Mediobanca securities un neutral con target a 7 euro.

Terza per raccolta netta del semestre è Azimut (1,88 miliardi, più della metà di quanto realizzato in tutto il 2013, 2,77 miliardi), ma aggiungendo anche la componente estera e quella istituzionale il totale raggiunge 3,5 miliardi. Il gruppo presieduto da Pietro Giuliani ha chiuso i primi sei mesi del 2014 con un utile netto consolidato di 81,8 milioni, +5% sullo stesso periodo del 2013. «I dati di questo semestre confermano il trend di crescita ed evidenziano risultati che a oggi proiettano il gruppo verso il miglior utile della nostra storia», sottolinea Giuliani. Il totale delle masse gestite a fine giugno 2014 ha raggiunto 24,8 miliardi; il dato comprensivo del risparmio amministrato e gestito da case terze direttamente collocato arriva a 27,6 miliardi, superando il target del business plan 2010-2014 con sei mesi di anticipo. Prosegue intanto la crescita internazionale e si avvicina l’obiettivo di avere entro fine anno il 10% delle masse all’estero. I giudizi su Azimut vanno dal buy di Citi (che però ha tagliato il prezzo obiettivo da 28,5 a 25 euro per riflettere il trend dei ricavi, degli oneri non ricorrenti e l’aumento dei costi), al rating hold con target a 21,8 euro di Kepler Cheuvreux, fino al buy di Equita che ha ridotto il target da 26,5 a 22,7 per tenere conto dell’abbassamento della stima di utile per azione 2015 del 5% alla luce dei maggiori costi operativi.

 

Boom di raccolta anche per Anima Holding che ha chiuso il semestre con flussi netti per 5 miliardi, superiore di circa il 50% alla raccolta netta dell’intero 2013. Il totale delle masse gestite della società guidata dall’ad Marco Carreri ha raggiunto 53,5 miliardi (46,6 miliardi a fine 2013) e l’utile netto si è attestato a 40,3 milioni, +66% rispetto al primo semestre 2013. «Risultati leggermente migliori delle nostre aspettative e di qualità. Particolarmente positivo l’andamento delle commissioni di gestione e dei costi operativi. Confermiamo la raccomandazione neutral», dice una sim milanese. Alla luce dei conti Equita invece ha promosso da hold a buy Anima con target a 5,2 euro, rispetto ai 4,4 attuali per le migliori stime sulla crescita dell’utile per azione da qui al 2015. Buy anche per Kepler Cheuvreux con target di 5,6 euro. Dall’ipo di aprile Anima è in rialzo del 7,5% a 4,3 euro. (riproduzione riservata)