Il gruppo vuole crescere nel settore delle assicurazioni per i dipendenti, che per il Leone vale già 1,1 mld di premi, partendo proprio da mercati come Cina e Vietnam. Nuovi manager a Hong Kong

 

 

 

Dopo avere chiuso in anticipo la prima fase di riorganizzazione sul capitale, con l’indice Solvency I che ha raggiunto il 162%, Generali si appresta ora ad avviare la seconda fase di sviluppo, puntando a «guadagnare quote di mercato, generare profitti crescenti e remunerare adeguatamente gli azionisti», come dichiarato dal ceo, Mario Greco, a inizio agosto, con la presentazione dei dati semestrali chiusi in utile per 1,07 miliardi. Piani di crescita che guardano a mercati ad alto potenziale, come l’Asia, che per il Leone vale oggi 565 milioni di premi Vita su un totale di 24,2 miliardi (dati del primo semestre), ma con un alto tasso di crescita, di poco inferiore al 30%. In questa direzione ieri è stata annunciata la nomina di Sergio Di Caro, attualmente a capo di Generali Asia, come nuovo responsabile di Generali Employee Benefit (Geb), a partire dal gennaio prossimo. Una designazione che nasce dalla volontà di Generali di penetrare il mercato delle assicurazioni e dei piani previdenziali per i dipendenti delle grandi aziende. Già oggi Geb, che ha sede a Bruxelles, vanta una posizione di leader in questo comparto, con premi che a fine 2013 erano pari a oltre 1,1 miliardi. Generali sta «entrando in una nuova fase per il gruppo e siamo in grado di cogliere le opportunità per far crescere il nostro business, generare profitti e buoni rendimenti», ha detto ieri Greco aggiungendo che il mercato degli employee benefit è molto importante per la compagnia e l’intenzione è di «aumentare la nostra posizione, soprattutto nei mercati ad alto potenziale, come l’Asia». L’esperienza di Di Caro, che lavora in Asia dal 1990 e ha dato avvio alle attività di Geb, lanciando diverse joint venture assicurative in particolare in Cina, sarà quindi utile proprio per attuare questa strategia. La presenza più rilevante è indubbiamente in Cina, dove Generali, grazie alla partnership con China National Petroleum Corporation (Cnpc) avviata nel 2002, è oggi uno dei provider assicurativi stranieri leader del Paese, con il più esteso piano previdenziale del mondo a favore dei 390 mila dipendenti di Cnpc. Ma il gruppo ha attività anche in Giappone, Vietnam, Indonesia, India, Thailandia e Hong Kong, che rappresenta l’hub per l’Asia. Lo scorso novembre ha concluso tra l’altro l’acquisizione della quota di minoranza della holding di controllo delle partecipate in Thailandia, Indonesia e Filippine, rilevando il 40% restante da Kuok Group per 40 milioni di euro. Mentre in Vietnam ha scelto di lavorare senza partner locali, puntando alle grandi aziende ma anche allo sviluppo di una rete di agenti e di accordi di bancassicurazione, chiudendo lo scorso maggio una trattativa con Saigon Commercial Bank. Il prossimo passo di Generali in Asia riguarderà con ogni probabilità la Malesia, dove Generali è in trattativa per rilevare una quota di minoranza della compagnia Mpib, con l’obiettivo di crescere nel capitale. Operazione che consentirebbe all’assicuratore di Trieste di collocarsi tra i primi dieci operatori Danni del Paese. Importante sarà poi la designazione del nuovo capo dell’Asia, che «annunceremo presto», ha detto ieri Greco. Mentre intanto nei giorni scorsi sono stati nominati il nuovo chief operating officer di Generali Asia, Gary Teh, e il responsabile del global corporate e commercial dell’aria asiatica, Hayden R. Seach. (riproduzione riservata)