ING ha archiviato il secondo trimestre con un utile netto di 788 milioni di euro, in ribasso del 39% su base annua a causa della crescita degli accantonamenti su prestiti problematici e dell’aumento delle spese sostenute dal business assicurativo per rispettare alcune scadenze di pagamento.
Nel dettaglio, il gruppo finanziario olandese, che si sta rapidamente trasformando in una banca focalizzata sul continente europeo, ha aumentato i capitali messi a riserva per sostenere eventuali perdite derivanti dalle attività retail nei Paesi Bassi. Inoltre, le ricorrenze di pagamento hanno intaccato le performance delle divisioni assicurative in Usa e Giappone.
Nel comunicato di presentazione dei risultati finanziari, l’a.d. Jan Hommen, che lascerà ad ottobre, ha definito robusta la performance del gruppo in tutte le sue divisioni. Hommen ha posto l’accento sul fatto che il ramo bancario si è ben comportato anche di fronte ad un contesto di mercato complicato, mentre il segmento assicurativo ha migliorato il risultato operativo.

INGha infatti registrato risultati contrastati nel comparto assicurativo nel trimestre che si è chiuso a giugno. Insurance EurAsia ha registrato utili per 182 mln €, contro una perdita nettadi 110 mln € di un anno prima. Al contrario, Insurance ING U.S (il braccio assicurativo statunitense) registra perdite per 19 mln €, contro un utile netto di 394 mln € del secondo trim 2012, a causa di svalutazioni per 112 mln. Il risultato operativo migliora però a 140 mln (+37,3%).

Il bancassicuratore olandese conta di proseguire la politica di cessione di asset assicurativi, anche tramite IPO, come è avvenuto a maggio per la controllata americana di assicurazione e investimento.

Ora toccherà ad ING U.S., che dovrà essere separata da ING Insurance.