«Arrivederci al club. La fine dell’accogliente rete d’affari italiana»: è il titolo in prima pagina di un articolo del Financial Times, che analizza la fine del capitalismo di relazione italiano, partendo in particolare dalla figura di Cesare Geronzi e dalla sua ascesa alla presidenza di Mediobanca, considerata il simbolo del «salotto buono», cioè un «sistema basato su influenza e relazioni che ha collegato per decenni la maggior parte dell’economia italiana».

La «ragnatela di partecipazioni incrociate», che dalla fine della seconda guerra mondiale ha caratterizzato l’economia italiana rappresentando una sorta di «linea di difesa» contro le ingerenze di Roma e i pericoli della criminalità organizzata, è ormai agli sgoccioli, sottolinea il quotidiano britannico, ricordando la decisione di Generali e Mediobanca di ridurre la loro presenza nei patti di sindacato al centro del salotto buono. Un capitolo a parte merita la «scossa» causata dall’arresto della famiglia Ligresti: una mossa che «può causare un terremoto nella finanza italiana», considerata l’indagine parallela in corso sui legami tra l’imprenditore siciliano e Mediobanca nell’ambito di Unipol-Fonsai.

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