di Anna Messia

Nuova puntata nella saga irlandese di Banca Fideuram, con un doppio colpo di scena. Proprio mentre cinque esponenti di società del gruppo sono stati rinviati a giudizio per reati tributari legati alla partecipata estera Fideuram Asset Management (l’udienza è già stata fissata per novembre), il fisco di Dublino ha deciso di rimborsare cash alla banca del gruppo Intesa Sanpaolo poco meno di 10 milioni di euro.

Denari contabilizzati nella semestrale chiusa con un utile di oltre 161 milioni. Si tratta del frutto di maggiori imposte versate in Irlanda negli anni che vanno dal 2004 al 2006, restituite a Fideuram, ma intanto su quella stessa questione c’è stato un rinvio a giudizio. Due partite complicate, che si sono intrecciate in più punti, con esiti ben differenti.

Tutto, come noto (si veda MF-MilanoFinanza del 6 febbraio 2013) ruota intorno alla società di diritto irlandese, Fideuram Asset Management, che secondo i magistrati inquirenti, il sostituto procuratore Mario Dovinola e il procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani, che è anche coordinatore del gruppo reati tributari della Procura di Roma, non avrebbe preso decisioni autonomamente, assunte invece dall’Italia. Pertanto le tasse, invece che a Dublino, si sarebbero dovute pagare in Italia. In altri termini ci sarebbe stata un’interposizione fittizia, andata avanti per anni, con contestazioni per circa 500 milioni e un’evasione che ammonterebbe a circa 160 milioni.

Nel frattempo, però, Fideuram ha definitivamente chiuso la partita con il fisco italiano, e come visto anche con quello irlandese che ha prontamente restituito alla società guidata da Matteo Colafrancesco una parte delle tasse pagate in precedenza. La banca ha incassato un interpello positivo dall’agenzia guidata da Attilio Befera che ha riconosciuto in parte le controdifese di Fideuram che contestava l’interposizione fittizia e sosteneva la regolarità delle attività irlandesi, raggiungendo quindi un accordo che ha portato Fideuram a formalizzare gli atti di adesione all’accertamento. Così, per evitare una doppia tassazione sulla stessa attività, il fisco irlandese ha restituito velocemente parte di quanto incassato da Fideuram Asset Management negli anni passati, per un importo complessivo pari a 9,8 milioni di euro.

Intanto, però, resta ancora aperta l’altra partita non meno delicata: quella davanti al Tribunale di Roma interessato al risvolto penale della vicenda che vede coinvolti cinque esponenti di società del gruppo, quattro dei quali sarebbero ex responsabili della società di diritto irlandese succedutisi nei vari anni. Oltre al responsabile della società italiana Fideuram Investimenti Sgr. L’udienza è attesa a breve, il 12 novembre prossimo, e si tratta di un appuntamento importante per tutto il settore del risparmio gestito.

La prassi di creare società di diritto irlandese o lussemburghese è molto diffusa. Fideuram è stata una delle prime a muoversi ma in molti l’hanno seguita. Tanto che da anni la distribuzione di fondi comuni «esterovestiti» ha ampiamente superato quella dei prodotti di diritto italiano. (riproduzione riservata)