I mancati pagamenti delle imprese, segnano nel 1° semestre 2013 rispetto allo stesso periodo del 2012 un lieve calo sul fronte della frequenza sia in Italia (-10%) che all’export (-15%) mentre registra un deciso incremento l’indicatore della severità (+13%) in Italia mentre sui mercati esteri resta stabile (- 1%).

Michele Pignotti, Capo della Regione Paesi Mediterranei, Africa e Medio Oriente di Euler Hermes afferma: “la lieve decelerazione del numero degli insoluti tra le imprese è lo specchio del rallentamento economico nazionale nel quale anche le imprese mostrano segnali di stallo nelle transazioni commerciali. L’incremento degli importi medi è invece il risultato di una crisi che colpisce le imprese di dimensioni più rilevanti e di un ambiente economico ormai fortemente deteriorato”. “L’export, – conclude Pignotti – resta un sentiero da percorrere ma nei mercati in crescita e con i giusti partner che possano garantire uno sviluppo sano nel lungo periodo”.

Il Report sui Mancati Pagamenti è una ricerca trimestrale sugli andamenti dei pagamenti delle imprese italiane. Un’attenta analisi condotta su ogni singola Regione, comprensiva di un approfondimento per i diversi settori merceologici che ha come base il monitoraggio giornaliero dei pagamenti tratto dalla banca dati Euler Hermes Italia, costituito da circa 450.000 aziende.

Lo scenario economico italiano

L’Italia è tra i principali paesi manifatturieri in Europa, seconda solo alla Germania. Tuttavia la recessione di due anni (PIL -2,4% e -1,8% nel 2012 e 2013 rispettivamente), in combinazione con un più alto rischio di credit crunch, ha generato un forte aumento del rischio dei mancati pagamenti. Le nostre previsioni di insolvenza per il 2013 sono in crescita del 7% anno su anno, raggiungendo circa 13.300 casi, un record dalla metà degli anni 90’. Il principale driver di crescita per l’Italia nel 2013, secondo le nostre previsioni, sarà la domanda estera che rimarrà in gran parte determinata dalle economie extra-UE, con la bilancia commerciale ampiamente in surplus grazie soprattutto all’apporto dei Paesi extra Ue.

“L’economia italiana migliorerà agli inizi del 2014” – afferma Andrea Pignagnoli, analista economico di Euler Hermes Italia. “ Prevediamo per il prossimo anno una lieve crescita del PIL pari allo 0,3%. Negli ultimi mesi del 2013, un possibile moderato recupero della domanda interna, un graduale miglioramento delle condizioni del credito e una crescita più sostenuta della domanda internazionale dovrebbero ridurre il rischio di mancati pagamenti tra le imprese. Come conseguenza ci attendiamo anche una stabilizzazione dei livelli di insolvenza nel 2014”.

I mancati pagamenti delle imprese

Il primo semestre 2013 rispetto allo stesso periodo 2012 mostra come la maggior parte dei settori analizzati abbia incrementato il livello di rischiosità. Soffrono le Commodities (frequenza + 15% e severità + 49%) con in primis il comparto dell’energia e dei carburanti, fortemente caratterizzato da una bassa marginalità ed una elevata necessità di circolante. La Siderugia, con una overcapacity dovuta al calo di produzione e ordinativi dei settori a valle, segna nei primi sei mesi del 2013 una frequenza e severità in crescita rispettivamente del 24% e del 64% così come il comparto Automotive, indebolito dalla decisa flessione della domanda interna ed estera. Segnali di parziale ripresa dal Tessile, dove alcuni distretti hanno saputo posizionarsi sulla fascia alta crescendo al di fuori dell’Europa. Indicatori in miglioramento sul mercato interno anche per il Food e la Carta. Sul fronte regionale, nel primo semestre 2013, la severità raddoppia nel Lazio e cresce a doppia cifra in Friuli, Trentino, Umbria e Lombardia.

I livelli di rischiosità delle transazioni commerciali nel mercato interno saranno ancora molto elevati per tutto il 2013 nella maggior parte dei settori del made in Italy – dichiara Massimo Reale, Direttore Fidi Euler Hermes Italia. Le piccole e medie imprese, già sottocapitalizzate, continuano ad affrontare una situazione di ristrettezza finanziaria legata principalmente alla mancanza di liquidità su due fronti: da un lato la difficoltà di accesso al credito presso il sistema bancario, dall’altro i ritardi nei pagamenti da parte delle grandi imprese per beni e servizi erogati. “Segnali di ripartenza si intravedono nel Tessile – conclude Reale– che punta sull’alto di gamma nei mercati extra UE .