di Anna Messia
Il suo nome non è nuovo per il mondo assicurativo italiano. Sarà Philippe Donnet a guidare Generali Italia. Si tratta del manager che nel 2000, all’epoca per conto di Axa, aveva dato avvio alla complicata integrazione di ben quattro società rilevate nella penisola dalla compagnia francese, ovvero Abbeille e Uap e le loro possedute Centurion e Allsecures.
Si sa che le fusioni tra società di distribuzione non sono mai cosa semplice, ed evidentemente il ceo di Generali, Mario Greco, ha scelto di chiamare a lavorare con lui un manager che di integrazioni ne sa e che vanta un’esperienza internazionale. Donnet per Axa ha lavorato anche in Asia e poi ha deciso di fondare Hdl, una società di investimento. In ogni caso la mossa di Greco si è rivelata una sorpresa, perché erano altri i nomi che circolavano come possibili candidati alla guida di Generali Italia, la società nata a inizio luglio dall’integrazione di Generali in Ina Assitalia e destinata a inglobare anche Toro e Lloyd Italico (mentre Fata è in procinto di essere ceduta, con una trattativa aperta con Cattolica).
Voci che avevano cominciato a rincorrersi quando era ormai evidente che Raffaele Agrusti, che aveva lavorato come cfo con il precedente ad di Generali, Giovanni Perissinotto, era destinato a lasciare l’incarico. Secondo gli accordi raggiunti ieri Donnet entrerà nel gruppo dal prossimo ottobre e siederà anche nel Group Management Committee, l’organo formato dai dieci manager più importanti di Generali, che si occupa di definire le strategie del gruppo e si riunisce puntualmente ogni lunedì. Con l’arrivo di Donnet il super board sarà costituito da cinque italiani e da cinque manager internazionali. Per quanto riguarda Agrusti, con cui nelle scorse settimane non sarebbero mancanti momenti di tensione, gli accordi firmati ieri prevedono che lascerà gli incarichi operativi il 30 settembre e il gruppo a fine anno. Un’uscita graduale «per facilitare il passaggio di consegne», hanno scritto da Trieste. Mentre Greco ha inviato una lettera a tutti i dirigenti italiani di Generali riconoscendo che senza Agrusti il progetto di Generali Italia non sarebbe arrivato così avanti e aggiungendo che «l’esperienza di Donnet darà un contributo determinante a un progetto di importanza strategica per il gruppo». Del resto Generali in Italia nonostante la forte internazionalizzazione del gruppo, rappresenta ancora il motore principale, con il 25% dei premi complessivi e il 36% del risultato operativo. Greco è pronto a investire 300 milioni e a regime Generali Italia avrà un perimetro di oltre 13 miliardi di premi e 100 miliardi di attivi.
Stamattina intanto saranno diffusi i dati della semestrale. Gli analisti si attendono un utile netto di circa 1 miliardo, in crescita di poco meno del 20% rispetto agli 842 milioni dei primi sei mesi del 2012. Mentre i premi lordi dovrebbero attestarsi a circa 35 miliardi, in calo rispetto ai 35,6 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno, quando però nel gruppo guidato da Mario Greco c’erano ancora sia Banorte sia le riassicurazioni negli Usa, attività entrambe cedute nel giugno scorso. Compagnie che, in termini di premi, valevano per Generali circa 1 miliardo, quindi le attese degli analisti sono di fatto per una conferma della raccolta premi dello scorso anno. L’utile operativo è previsto infine a 2,4 miliardi, anche questo però non direttamente confrontabile con il risultato dello scorso anno (2,34 miliardi) in quanto non ancora rettificato in modo da tenere conto delle due cessioni avvenute nel frattempo. (riproduzione riservata)