Oltre 10 mila geometri coinvolti e circa 8 milioni di euro di contributi non versati da recuperare sui redditi prodotti negli anni 2007, 2008, 2009. Sono questi i numeri dell’operazione di verifica finanze avviata dalla cassa di previdenza di categoria (Cipag). Si tratta degli ultimi anni nei quali le dichiarazioni reddituali all’ente sono state rese tramite il «modello 17» sul quale andavano riportati dati di appositi quadri del modello Unico dell’anno di riferimento. Dall’anno di produzione 2010 (Unico 2011) la Cipag, tramite apposita convenzione con l’Agenzia delle entrate, ha introdotto come modalità di comunicazione dei dati reddituali l’obbligo di compilazione di un apposito quadro «RR» della 3ªsezione di Unico, ottenendo così informazioni il più possibile univoche e verificabili dalla stessa Agenzia. I soli contributi non versati in base a presunte irregolarità dichiarative ammontano a poco più di 8 milioni di euro cui andranno aggiunti oneri e accessori a seconda del numero delle adesioni (volontarie e con sanzioni ridotte) o contestazioni (accolte o meno, nel qual caso si riscuoterà tramite ruolo esattoriale le intere sanzioni). La regolarizzazione spontanea, oltre a un regime sanzionatorio molto più favorevole (sanzioni per dichiarazione infedele a seguito di verifica finanze abbattute al 50%, sanzioni sulle omissioni nei pagamenti pari al 10% anziché al 25%, interessi calcolati al tasso legale, nessun costo aggiuntivo legato alla cartella esattoriale), comporta il vantaggio di poter rateizzare il debito maturato e ottenere il certificato di regolarità contributiva. In caso di contestazione, invece, l’associato deve inviare esclusivamente tramite la stessa procedura informatica entro il termine del 30 settembre le proprie deduzioni e l’eventuale documentazione a supporto. Conclusa l’analisi della contestazione, la Cipag invierà apposita comunicazione contenente l’esito della verifica. In caso di mancata adesione entro il termine del 30 settembre o di rigetto della contestazione senza la regolarizzazione del dovuto, l’ente, senza ulteriori comunicazioni, procederà d’ufficio ad allineare definitivamente gli imponibili previdenziali con quelli fiscali ed alla conseguente predisposizione del ruolo esattoriale di recupero, con l’applicazione quindi del regime sanzionatorio più severo.