Operatori internazionali in manovra sulla «Grande Unipol» passando per la Borsa e non per l’inoptato. Consob, negli aggiornamenti sulle quote rilevanti, ha fatto sapere ieri che il fondo newyorkese Blackrock ha in portafoglio il 5,03% di Unipol grazie ad acquisti del 30 luglio effettuati fuori dall’operazione di ricapitalizzazione da 1,1 miliardi chiusa il primo agosto. Considerato il core business del colosso a stelle strisce, che è anche leader mondiale nella replica passiva «fisica» con gli Etf, non stupisce che la pertecipazione sia detenuta a titolo di «indiretta gestione del risparmio». Il 30 luglio, in Borsa, Unipol ha archiviato la seduta a 2,006 euro, contro i 2 euro che il colosso dell’asset management avrebbe dovuto pagare passando attraverso la ricapitalizzazione (in quest’ultimo caso avrebbe dovuto acquistare anche diritti, ridotti ormai praticamente a zero). 
«Fa solo piacere che un grande fondo internazionale abbia deciso di investire sul buon esito di questo progetto», ha commentato ieri l’ad del gruppo di Via Stalingrado, Carlo Cimbri. Quanto alla possibilità che possano entrare in scena altri investitori istituzionali, l’ad di Unipol ha detto: «Bisogna aspettare la ripresa dell’attività piena dei mercati». Il fatto che Blackrock abbia comprato azioni «di sopra», senza passare per la ricapitalizzazione, rende però meno plausibile un ulteriore ingresso anche «di sotto», cioè tramite la sottoscrizione dell’abbondante inoptato. Mettendo insieme le porzioni di azioni ordinarie Unipol e Fonsai non sottoscritte nell’ambito delle ricapitalizzazioni, si arriva a un ammontare monstre di quasi 700 milioni, che impensierisce non poco le banche del consorzio di garanzia, dalla capofila Mediobanca passando per Unicredit (di cui tra l’altro Blackrcok è grande azionista con il 3,11%), Barclays Bank, Credit Suisse, Deutsche Bank, Nomura e Ubs. Gli istituti di credito, così, hanno deciso di fare slittare l’asta sull’inoptato alla fine di agosto (probabilmente il 27). Ciò dopo avere preso in considerazione la volatilità sui mercati così come il fatto che i compratori al momento sembrano latitare. Il fondo Amber, già azionista di Fonsai, dopo che già dovrebbe avere fatto la propria parte in occasione dell’ultima ricapitalizzazione (era entrato in scena con quella di un anno fa), è difficile che rafforzi di molto la posizione, mentre qualcuno punta il dito su Capital Investment Trust di Raffele Mincione, fondo già accorso in aiuto di Bpm a dicembre. Ma Blackrock non è stato l’unico operatore internazionale a muoversi sulle società – Unipol, Premafin, Fonsai e Milano Assicurazioni – che, se tutto fila liscio (e non è detto perché c’è un’indagine della Procura in corso), entro fine anno dovrebbero fondersi per dare vita alla «Grande Unipol». Il 3 agosto, è sempre emerso ieri dagli aggiornamenti di Consob, Norges Bank, la banca centrale norvegese è salita al 2,01% di Milano Assicurazioni. Quanto all’inchiesta della Procura su Fonsai, ieri Cimbri, nel giorno in cui ha incontrato i dirigenti di Fonsai, ha dichiarato di non avere avuto «per ora nessun input», mentre, interpellato sulla possibilità della promozione di un’azione di responsabilità nei confronti della passata gestione Ligresti, è stato vago: «Ascolteremo, valuteremo e decideremo». Ieri, intanto, il Siti, il Sindacato italiano per la tutela dell’investimento e del risparmio, ha annunciato «una propria iniziativa collettiva di tutela» rivolta agli azionisti dell’ormai ex gruppo Ligresti.