È stato approvato il 4 agosto  dal Consiglio dei Ministri il regolamento governativo di attuazione della delega sulla riforma degli ordinamenti professionali prevista dalla legge n.148 del 2011.

Il regolamento riconferma l’obbligo di assicurazione del professionista a tutela del cliente ma concede 12 mesi di tempo agli ordini professionali per negoziare le convenzioni collettive.

“Sembra una proroga consistente, ma in realtà è un arco temporale appena sufficiente per consentire il rispetto dell’obbligo assicurativo. I Consigli Nazionali devono partire già a settembre, considerato che in qualche caso gli affidamenti dei servizi assicurativi dovranno essere aggiudicati tramite gara europea”, sostiene Giorgio Moroni, consigliere di AON Spa e responsabile nazionale del Team Professional Services. “Il DPR dello scorso 4 agosto in attuazione della legge 14 settembre 2011 n. 148 determina una svolta almeno su due piani. Il primo, quello di non legare l’obbligo della copertura assicurativa all’iscrizione all’Ordine ma all’esercizio dell’attività professionale. Una precisazione importante perché alcune attività professionali possono essere svolte anche se lo stato giuridico dell’iscritto è quello di dipendente, quindi sostenere tout court che il dipendente non deve assicurarsi non sempre funziona. Il secondo – prosegue Moroni – è quello di mettere nel giusto rilievo le convenzioni collettive, per negoziare le quali l’efficacia dell’obbligo è stata posticipata di un anno.”

Le convenzioni collettive in realtà possono essere:

A) polizze collettive con oneri a carico degli Ordini o degli Enti Previdenziali 
B) convenzioni ad adesione individuale.

Per semplificare l’osservanza di tale obbligo è stato previsto che le condizioni generali delle polizze possano essere negoziate dai Consigli Nazionali e dagli enti previdenziali dei professionisti.

Il Consiglio Nazionale si procura la provvista attraverso un aumento del contributo dell’iscritto e negozia con il mercato assicurativo le migliori condizioni oltre a ottenere che tutti i professionisti siano assicurati a condizioni uniformi.

In Italia si possono portare ad esempio alcuni casi come quello del Consiglio Nazionale del Notariato. Altri Consigli stanno concretamente verificando in queste settimane la realizzabilità di questa strada prima di imboccarne delle altre. Non c’è infatti problema assicurativo che non si possa risolvere, incluso quello dei medici, se la strada che si sceglie, qui in Italia come nel mondo,è quella della convenzione collettiva; meglio ancora, se la strada è quella della polizza collettiva, anche solo per una fascia base di rischio, lasciando al singolo professionista l’acquisto di superi del massimale con oneri a proprio carico.