Generali ass. ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 842 mln euro (+4,5%) mentre il risultato operativo è stato di 2.343 mln (-0,1%). I dati, secondo gli analisti, sono stati al di sopra delle attese. Per quanto riguarda gli altri numeri, i premi lordi totali sono stati di 35,6 mld (+2,2%), il Solvency I è salito al 130% (117% a fine 2011), il combined ratio al 97,1% (96,5%), mentre i premi danni sono saliti a 12,4 mld (+5,2%). Per l’intero 2012 la compagnia prevede un risultato operativo «in crescita rispetto al 2011». I premi complessivi del primo semestre sono stati realizzati per il 73% all’estero. A trainare la produzione sono stati i premi Danni (+5,2% a 12,4 miliardi di euro). Sostanzialmente stabili i premi Vita (+0,4% a 23,2 mld). L’utile operativo del comparto Vita ha raggiunto 1,651 miliardi (+3,1%), +11,4% nel solo secondo trimestre. In calo, invece, a 755 milioni il risultato operativo Danni (-5,9%), gravato dall’impatto di rilevanti eventi catastrofali per 255 milioni di cui 155 milioni relativi al terremoto in Emilia Romagna. L’esposizione di Generali ai titoli del debito italiano ammontavano, al 30 giugno, a 53,6 mld. Le Generali hanno inoltre allocato 10,6 miliardi sui bund tedeschi e 21,6 sugli oat francesi. Per quanto riguarda poi i paesi periferici europei, 5,4 miliardi sono stati investiti in bonos spagnoli, 1,5 mld su titoli irlandesi e 1,3 su emissioni statali portoghesi. Complessivamente, il Leone triestino ha investito in titoli di stato 124,5 miliardi di euro, il 48,9% del portafoglio obbligazionario complessivo. Nel corso della conference call, il nuovo a.d. del gruppo e d.g. della compagnia triestina, Mario Greco, ha spiegato che il nuovo piano strategico sarà presentato al mercato «entro pochi mesi il focus e riguarderà “business, performance e struttura” del gruppo. Nelle prossime settimane girerò tantissimo all’interno del gruppo per conoscere il management della compagnia e le eventuali problematicità», ha detto ancora Greco, il quale ha defi nito «sofferta e diffi cile», ma al tempo stesso «sfi dante», la scelta di prendere il timone della principale compagnia assicurativa italiana. «Rappresenta un’occasione irresistibile per riportarla al suo ruolo di leadership». Per il direttore finanziario, Raffaele Agrusti, inoltre, non vi è alcun rischio di un nuovo aumento di capitale; ha quindi smentito insistenti voci circolate nei giorni scorsi; per ora poi sono state rinviate decisioni sulla vendita di Bsi e di alcuni asset immobiliari. Nonostante i buoni numeri, il titolo ha chiuso la seduta a piazza Affari con un calo del 6,43% a 9,61 euro. © Riproduzione riservata