Il rosso di Mps supera anche le previsioni più catastrofiche e accelera pericolosamente l’ingresso dello Stato nella banca di Rocca Salimbeni. L’istituto ha chiuso infatti il primo semestre dell’anno con perdite di oltre 1,6 miliardi di euro (a fronte di un utile di 261,4 milioni messo a segno nel pari periodo 2011), complici le maxi svalutazioni su avviamento e attivi finanziari relativi al secondo trimestre. Gli analisti avevano previsto una perdita di poco sopra il miliardo. Un quadro che, comunque, già avrebbe prefigurato il rischio di dover aprire il capitale dell’istituto allo Stato. Se il bilancio 2012 si chiuderà in rosso, infatti, il Tesoro non incasserà nessuna cedola sui cosiddetti Monti bond (3,4 miliardi di euro) emessi dall’istituto ma verrà remunerato in azioni Mps. Ragion per cui, spiegano gli analisti di Cheuvreux, nel biennio «potrebbero essere emesse azioni a favore del Tesoro italiano per 640 milioni, pari al circa il 7%». Insomma, se il gruppo vuole evitare l’ingresso dello Stato dovrà agire alla svelta. Il prossimo 9 ottobre l’assemblea straordinaria dovrebbe deliberare la delega al cda per un aumento di capitale fino a 1 miliardo. Tornando ai conti approvati ieri, «in considerazione del peggioramento dello scenario macroeconomico – si legge nella nota diffusa da Mps – nonché del peggioramento delle previsioni del settore bancario nel periodo 2012-2015 e del Piano Industriale del Gruppo 2012-2015, si è provveduto ad eseguire l’Impairment Test degli avviamenti iscritti in Bilancio. Tale verifica ha evidenziato la necessità di procedere ad una svalutazione dell’avviamento consolidato per 1.528 milioni». «Si è ritenuto opportuno – continua il comunicato- di procedere alla svalutazione integrale del valore del marchio Banca Antonveneta per 15,2 milioni netti. Alle rettifiche di valore anzidette si devono poi aggiungere: la svalutazione della partecipazione detenuta in Am Holding (14,3 milioni) e quella delle attività immateriali per sopravvenuta obsolescenza di alcuni applicativi software (17 milioni netti)». Nel dettaglio del conto economico, il margine di interesse si è attestato a 1.654 milioni, sostanzialmente in linea con l’anno precedente (-0,3%) mentre le commissioni nette sono scese dell’8,2% a 837 milioni. Il deterioramento dello scenario macro è ben evidenziato dall’andamento delle sofferenze, aumentate di 711 milioni (+12%) rispetto ai primi tre mesi dell’anno. Per quanto riguarda gli aggregati patrimoniali, la raccolta diretta si è attestata a 132,4 miliardi, l’1,7% in meno rispetto a fine marzo mentre la raccolta indiretta con un -6,4% è scesa in quota 128,7 miliardi. I crediti verso la clientela si sono attestati a 144,5 miliardi, sostanzialmente sui livelli del primo trimestre 2012 ed in calo di 9,5 miliardi sull’anno precedente (-6,2%). A fine giugno il Gruppo registrava un’esposizione netta in termini di crediti deteriorati pari a circa 16 miliardi, corrispondente all’11,09% degli impieghi complessivi verso clientela. Sul fronte patrimoniale, il Tier 1 si attesta all’11,7% grazie all’ottimizzazione delle attività ponderate per il rischio mentre il Core Tier 1 è pari al 10,8%. Il titolo Mps ha chiuso ieri la seduta in aumento dell’1,97%. Nell’ultimo mese il titolo dell’istituto senese ha guadagnato oltre 40 punti percentuali in scia delle recenti dichiarazioni del presidente, Alessandro Profumo, che nell’auspicarsi discesa della Fondazione nel capitale dell’istituto ha innescato la speculazione sull’ingresso di nuovi soci.