DI BENEDETTA PACELLI

Camici bianchi sul banco degli imputati solo «nei casi di dolo e colpa grave». A riscrivere le nuove regole sulla responsabilità dei professionisti dell’area medica, cercando di contrastare il boom di denunce a loro carico e le polizze sempre più care, ci pensa il «decretone» composto da 20 articoli e messo a punto dal ministro della salute Renato Balduzzi che ItaliaOggi ha potuto visionare. Il testo atteso sul tavolo di uno dei prossimi Consigli dei ministri di agosto, si delinea sempre più come una sorta di mini-riforma della sanità visto che, salvo modifi che d’ultim’ora, a essere toccati sono diversi aspetti del sistema: non solo responsabilità civile, infatti, ma anche le nuove regole per l’esercizio della cosiddetta attività intramoenia (l’attività medica privata nelle strutture pubbliche) e una nuova organizzazione dei medici di base dove sarà il network o la rete tra professionisti a essere auspicato. Senza tralasciare, infine, il capitolo dedicato ai farmaci incentivando le Regioni a ricorrere a nuovi sistemi di confezionamento personalizzati e monodose delle terapie. La responsabilità professionale. Una delle novità più signifi cative riguarda il capitolo dell’assicurazione. Già la manovra di agosto 2011 aveva introdotto per tutti i professionisti l’obbligo di «stipulare idonea assicurazione per i rischi derivanti dall’esercizio dell’attività professionale», ma questo obbligo era stato di recente prorogato ad agosto 2013. Il problema era comunque disciplinare, una materia nella quale le compagnie assicurative avevano la meglio imponendo premi sempre più elevati e operando una precisa discriminazione tra i diversi rischi. Il nuovo provvedimento innanzitutto introduce un meccanismo attraverso il quale il premio da pagare aumenterà o diminuirà a seconda dei danni commessi dal professionista ma prevede una tutela precisa per «l’esercente la professione sanitaria» che svolge l’attività attenendosi «a protocolli diagnostico-terapeutici, linee guida e buone pratiche». Se il professionista, infatti, si attiene a queste prassi risponderebbe dei danni solo «nei casi di dolo e colpa grave». Ma non fi nisce qui perché per la categorie più esposte a rischio professionale viene prevista anche l’introduzione di un fondo di solidarietà appositamente costituito e alimentato dal contributo dei professionisti che ne facciano espressa richiesta e da un’ulteriore partecipazione da parte delle imprese assicuratrici, non superiore al 4% del premio stesso. Libera attività professionale. Diverse le novità poi per lo svolgimento della libera professione. Dopo che il parlamento i primi di agosto aveva approvato l’ennesima proroga della cosiddetta intramoenia allargata che consente ai medici di esercitare la libera professione in studio, o comunque al di fuori delle strutture pubbliche fino a fine anno, il decretone prova ad andare ancora oltre. Prevedendo la possibilità per le regioni, dopo una ricognizione delle disponibilità, di autorizzare le Asl ad acquisire spazi esterni per l’esercizio della libera professione dei medici. Qualora questi spazi non fossero disponibili, le regioni possono autorizzare l’adozione di un programma sperimentale che preveda lo svolgimento delle stesse attività «in via residuale presso studi professionali collegati . Medici di base. Novità anche per i medici di famiglia dove si spinge per una riorganizzazione delle cure primarie prevedendo l’obbligo di aderire ad aggregazioni territoriali, a unità o reti di studi medici in modo da garantire i servizi a lungo orario. Inoltre il testo stabilisce che l’accesso al ruolo unico per le funzioni di medico di medicina generale del Ssn avvenga unica per titoli predisposta annualmente a livello regionale e secondo un «rapporto ottimale definito nell’ambito degli accordi regionali». L’accesso alle funzioni di specialista ambulatoriale (medico, odontoiatra, biologo, chimico, psicologi, medico veterinario) del Ssn verrà invece disciplinato secondo graduatorie provinciali alle quali sia consentito l’accesso esclusivamente al professionista fornito di titolo di specializzazione inerente la branca di interesse. Infi ne è stabilita la possibilità per le regioni di inquadrare i medici operanti nei servizi di emergenza, nel ruolo della dirigenza medica, fermo restando il possesso dei requisiti previsti dalla normativa vigente. Se privi di specializzazione in medicina di emergenza-urgenza possano svolgere l’attività solo se in possesso di un titolo equipollente. Farmaci e fascicolo sanitario elettronico. Salvo modifiche il decretone potrebbe sancire il via a nuovi sistemi di confezionamento personalizzati e monodose dei farmaci, con l’obiettivo di evitare gli sprechi. Si prevederebbe pure l’obbligo per le regioni di garantire a carico del Ssn i farmaci innovativi, necessari spesso contro le malattie rare. Infi ne viene sancita l’obbligatorietà del Fascicolo sanitario elettronico in tutte le regioni.