di Andrea Argenti

Il radicale aumento dell’aspettativa di vita in Occidente negli ultimi anni induce a chiedersi se con in futuro i pensionati riusciranno a vivere agiatamente. Grazie all’aumento dei redditi e ai progressi nella medicine, le coppie di baby boomer dei Paesi sviluppati che quest’anno andranno in pensione a 65 anni hanno già superato l’aspettativa di vita del 1947, quando si stimava che i bambini nati nel dopoguerra sarebbero vissuti fino a 63 anni. Inoltre, questi nuovi pensionati hanno il 50% di probabilità di vivere fino a 92 anni, nel qual caso il loro pensionamento si protrarrebbe per oltre un quarto di secolo, ovvero poco più di metà del tempo che hanno trascorso lavorando. Avere una vita più lunga è una grande conquista per l’uomo, tuttavia vivere di più potrebbe rivelarsi una sventura per quanti non dispongono di fondi sufficienti ad affrontare un pensionamento che potrebbe durare decenni. Per questo è essenziale pianificare la pensione il prima possibile. Le statistiche dicono che se si aspettano cinque anni prima di avviare un piano previdenziale, dopo 30 anni il valore finale dei risparmi accumulati può ridursi del 25%. I versamenti mensili necessari affinché il gruzzolo mantenga lo stesso valore quando si arriverà a 65 anni possono inoltre raddoppiare se il piano ha inizio a 45 anni invece che a 35. Investire su un arco temporale che sia il più lungo possibile, idealmente per molti decenni, offre quindi migliori probabilità di accantonare somme in grado di sostenere un pensionamento confortevole. Nel nuovo mondo in cui viviamo, fatto di mercati azionari volatili e tassi di interesse storicamente bassi, una delle più grandi sfide è investire i propri soldi. Il vecchio modo non funziona più. È invece necessario un approccio diverso, che abbracci molti strumenti, assumendo un ruolo più diretto nella pianificazione della pensione. La maggior parte delle istituzioni non può più permettersi di finanziare generosi piani pensionistici basati sull’ultima retribuzione (a prestazione definita) per i dipendenti, e infatti si migra verso schemi a contribuzione definita. Per questi nuovi piani le prestazioni finali dipendono dalle risorse accumulate nel tempo, quindi è essenziale il giusto mix di investimenti, ricordandosi che la pensione non arriva il giorno dopo aver timbrato per l’ultima volta il cartellino. Le decisioni assunte in vista del pensionamento sono quindi cruciali per definire come sarà il periodo della pensione. Secondo uno dei principi fondamentali dell’investimento, la ricerca di reddito pensionistico dovrebbe in realtà iniziare con la massimizzazione del rendimento durante gli anni lavorativi. Nel lungo periodo i titoli azionari tendono a fare meglio di obbligazioni e liquidità, soprattutto tenendo conto dell’inflazione, tuttavia gli investitori in titoli azionari sono esposti alla volatilità dei corsi, e rischiano che il capitale originario si riduca o addirittura si azzeri. Per ridurre la volatilità è possibile investire in aziende che distribuiscono costantemente dividendi sostanziosi e possibilmente in crescita. Soprattutto quando i mercati sono volatili, il rendimento azionario può rappresentare un cuscinetto tra alti e bassi dei corsi, in quanto molte società che offrono rendimenti più elevati presentano una crescita secolare e vantano flussi di cassa stabili, oltre alla disciplina aziendale necessaria a distribuire i redditi prodotti. Certo, i titoli governativi dei Paesi sviluppati sono sempre stati molto meno volatili, tuttavia di recente hanno dato molti problemi agli investitori, in quanto i tassi di interesse sono scesi ai minimi storici e spesso non superano l’inflazione relegando i rendimenti reali in territorio negativo. I bond dei Paesi emergenti possono rendere di più, a fronte però di un rischio di default potenzialmente maggiore a seconda dell’emittente. Anche i bond societari offrono un premio rispetto al debito sovrano dei mercati sviluppati, ma questo spesso è dovuto al maggiore rischio di default e a una liquidità inferiore. Gli investimenti alternativi si stanno affermando anch’essi come fonte di ulteriore diversificazione per i portafogli bilanciati in modo tradizionale. Tra gli strumenti non tradizionali figurano gli investimenti nei titoli real estate e nelle materie prime, e i fondi absolute return. In ogni caso, a prescindere dalle strategie adottate nel percorso verso la pensione, accumulare montagne di liquidità è la cosa peggiore che un investitore potrebbe fare. Alcune cifre ne dimostrano l’effetto disastroso: un’inflazione del 3% in 25 anni può più che dimezzare il potere d’acquisto di 100 mila euro. (riproduzione riservata) *responsabile del business retail, BlackRock Italia