di Anna Messia

La rivoluzione profonda che da qualche mese sta vivendo il colosso assicurativo inglese Aviva è arrivata a coinvolgere anche le attività italiane con l’insediamento di un nuovo comitato direttivo. Una trasformazione partita dal vertice del gruppo, con le dimissioni, lo scorso maggio, del ceo Andrew Moss che ha rimesso il suo incarico dopo la rivolta dei soci scagliati contro il piano di remunerazione dei manager, troppo svincolati dalle performance finanziarie. Un cambio repentino che ha portato John McFarlane a rivedere da un giorno all’altro i programmi. A luglio il manager avrebbe dovuto assumere l’incarico di charmain non operativo, invece ha preso, ad interim, l’incarico di ceo del gruppo, con un mandato tutt’altro che facile: rimettere rapidamente in carreggiata il gruppo. Così McFarlane non ha perso tempo e in pochi mesi ha preparato un piano di ristrutturazione profonda di Aviva che prevede, oltre alle dismissioni di asset non più strategici (come la recente dismissione del 21% del capitale della controllata olandese Delta Lloyd per circa 400 milioni) anche un riassetto della governance. Riorganizzazione che ha inevitabilmente colpito anche l’Italia, dove la compagnia ha iniziato a operare nel 1921 attraverso i brand Commercial Union e Northern e oggi distribuisce le sue polizze tramite 500 agenzie di agenti plurimandatari e soprattutto tramite accordi di partnership con grandi gruppi bancari come Unicredit, Banco Popolare e Ubi Banca. Anche in Italia c’è stato un cambiamento al vertice con l’arrivo, lo scorso giugno, di Patrick Dixneuf che è stato nominato ceo prendendo il posto di Andrea Battista, il quale ha assunto l’incarico di deputy ceo. E nel frattempo si è insediato anche un nuovo comitato direttivo, la squadra che dovrà affiancare il nuovo ceo per rilanciare le attività italiane della compagnia. Andrea Amadei, è stato nominato chief operating officer, prendendo il posto di Lamberto Di Pietro, che lascerà il gruppo. Mentre Battista, curerà le relazioni con le banche e coordinerà le attività di Stefano Longo che si focalizzerà nel ruolo di amministratore delegato delle società bancassicurative Eurovita e Avipop. Teresa Alberti è la responsabile delle trasformation e Alessandro Belaz si occupa dei prodotti Vita, mentre Michele Colio è stato confermato responsabile della distribuzione retail e Roberto Marcolin seguirà il finance. L’obiettivo, come ha scritto ai dipendenti del gruppo il nuovo ceo italiano il giorno del suo insediamento, è «di continuare e accelerare la trasformazione intrapresa negli ultimi due anni», oltre che «consolidare più di 20 anni di continua espansione », nel «difficile contesto economico dell’Italia». Un mandato, tra l’altro, più ampio rispetto al passato visto che il riassetto voluto da Mc- Farlane ha previsto la scomparsa di Aviva Europe, aumentando l’autonomia degli amministratori delegati dei singoli Paesi (Dixneuf riporta a Trevor Matthews, executive director dei mercati sviluppati) ma anche le loro responsabilità. Il primo semestre si è chiuso in Italia con una raccolta Vita di 1,5 miliardi, che rappresenta una contrazione del 25% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. «Ci focalizziamo sul valore piuttosto che sui volumi», hanno fatto sapere dalla società, aggiungendo che anche nel ramo Danni (con premi per 227 milioni) «sono già in atto piani per un ulteriore recupero della profittabilità ». (riproduzione riservata)