di Anna Messia

Il mandato del consiglio di amministrazione lascia poco spazio alle interpretazioni. Il nuovo amministratore delegato delle Generali, Mario Greco, che ieri si è presentato alla comunità finanziaria (in occasione della pubblicazione della semestrale), dovrà impegnarsi prima di tutto per migliorare il ritorno per gli azionisti della compagnia. «Quando mi hanno avvicinato (per prendere il posto dell’ex ceo Giovanni Perissinotto, ndr)», ha detto Greco in conference call riferendosi al board della società, «mi hanno indicato questa come priorità più importante». Un compito non facile considerando che il settore assicurativo, è alle prese con la crisi economica, l’instabilità dei mercati e nuove regole contabili (Solvency II). Ma il nuovo group Ceo, che prima di arrivare in Generali è stato top manager di Zurich (oltre che capo del ramo assicurativo di Intesa Sanpaolo e amministratore delegato di Ras- Allianz) è pronto a raccogliere la sfida appena lanciata dal board del Leone e ha già iniziato a lavorare per mettere a punto il suo piano d’azione che punta a «riportare Generali verso una posizione di leadership tra gli assicuratori europei », oltre che «a tornare verso un’alta profittabilità del business e a raggiungere una solida posizione di capitale», ha chiarito Greco. Nelle prossime settimane il group ceo incontrerà il management del gruppo per conoscere il loro punto di vista e la loro visione «sulle opportunità e le sfide» di Generali, ma sembra avere già le idee chiare sui campi dove potrà agire, in tre mosse. Prima di tutto «condurrò un completo riesame delle performance finanziarie e operative, paragonandole a quelle migliori società concorrenti», ha detto agli analisti, poi «lancerò un attenta analisi delle strategie del gruppo e del suo portafoglio di attività». E infine «esaminerò la struttura organizzativa, i processi decisionali, la governance interna, l’impegno e le capacità del management, paragonandoli a quelli dei migliori gruppi assicurativi internazionali». Insomma, l’intero gruppo è sotto esame, dai tutti i punti di vista: dai manager agli investimenti alle partecipazioni della compagnia di Trieste. La prima mossa che il mercato attende è probabilmente la vendita di asset non più strategici, immobiliari e non solo. Come Banca Bsi e le partecipate Usa, che farebbero seguito alla cessione delle attività israeliane avvenuta lo scorso marzo per 835 milioni. Operazioni che sarebbero utili al rafforzamento patrimoniale della compagnia anche in vista del riacquisto del 49% della joint venture Generali Ppf Holding in programma per il 2014, che richiederà un impegno finanziario di almeno 2,5 miliardi. Ma ieri era probabilmente troppo presto per avere indicazioni strategiche più dettagliate dal nuovo ceo che si è insediato solo il primo agosto. Il nuovo piano industriale di Greco sarà pronto solo tra qualche mese: il 9 novembre, in occasione della presentazione dei dati del terzo trimestre «verrà definita la data in cui verrà presentata la nuova visione strategica del gruppo», ha annunciato Greco. Qualche chiarimento è arrivato però dal cfo Raffaele Agrusti che, rispondendo a un analista, ha chiarito che la compagnia «non ha alcuna intenzione di fare un aumento di capitale» sgombrando il campo dopo le voci circolate nei giorni scorsi e aggiungendo che sulla joint venture con Ppf non ci sarà alcun anticipo sul riacquisto della quota. Guardando invece ai numeri della semestrale presenta ieri la compagnia ha archiviato il primo semestre con un utile netto di 842 milioni (+4,5% rispetto allo stesso periodo 2011). Mentre il risultato operativo è rimasto stabile a 2,34 miliardi, malgrado l’impatto di catastrofi abbia pesato per 255 milioni (di cui 155 milioni per il terremoto in Emilia) contro 33 milioni della prima metà dell’anno scorso. Numeri che sono stati superiori al consensus degli analisti che prevedevano un utile operativo di 2,23 miliardi. Ma nonostante i risultati sia stati migliori del previsto, e nonostante le dichiarazioni di Greco siano andate e nella direzione di una svolta più volte auspicata dal mercato il titolo ieri, in una nuova giornata nera dei mercati e soprattutto dei finanziari, ha chiuso in perdita del 6,43% a 9,6 euro. (riproduzione riservata)