LAURA OPILIO, CMS ADONNINO ASCOLI & CAVASOLA SCAMONI

In alcuni casi si pone un problema di malpractice medica relativamente alla mancanza di consenso informato dei pazienti, soprattutto con riferimento alle possibili reazioni avverse a terapie farmacologiche o a vaccinazioni», spiega ad AvvocatiOggi Laura Opilio, partner di CMS Adonnino Ascoli & Cavasola Scamoni, studio che assiste società farmaceutiche e produttrici di apparecchiature medicali ma anche compagine assicurative. Domanda. Come è cambiata la materia negli anni? Risposta. La materia negli ultimi anni si è evoluta, nel senso che i giudizi di responsabilità professionale nei confronti dei medici e dei produttori di farmaci e vaccini sono aumentati enormemente, sia per la sensibilizzazione della opinione pubblica su questi temi, sia per effetto di una maggiore disponibilità ad accogliere queste domande da parte dei tribunali. Naturalmente, anche in questo caso il fenomeno italiano segue una prassi sviluppatasi in paesi, segnatamente gli Stati Uniti, nei quali la tradizione di tutela del consumatore e dell’utente è maggiormente evoluta rispetto a quella italiana. D. Vale a dire? R. Per quanto attiene al mercato italiano, ritengo che possa sussistere il rischio di un eccessivo ricorso a questo tipo di contenzioso, spesso non giustifi cato da una effettiva responsabilità degli operatori professionali, con la conseguenza che i costi sociali di questa pratica diverranno sempre maggiori a scapito proprio di quegli interessi che si vorrebbero tutelare: i medici, infatti, da un lato ricorrono sempre più ad accertamenti diagnostici, magari non strettamente necessari al paziente ma fi nalizzati a tutelare la propria posizione e prevenire, o giustifi care, il proprio comportamento in caso di contenziosi futuri; dall’altro, molte società di assicurazioni tendono ad evitare di sottoscrivere rischi in questo settore, perché temono gravi perdite. In entrambi i casi, gli inevitabili maggiori oneri verrebbero ad essere coperti con risorse che potrebbero essere più utilmente impiegate per le collettività. L’imminente entrata in vigore della normativa che prevede la copertura assicurativa obbligatoria per tutti i professionisti porterà ad un inevitabile incremento di questa tipologia di contenziosi. D. Cosa occorre fare per ridurre la confl ittualità in materia? R. È stato introdotto lo statuto della mediazione obbligatoria, il cui effetto deflativo sulla mole dei contenziosi è però, a mio avviso, modesto. La facilità di accesso sembra indurre un maggior numero di persone a tentare di ricorrere a questo strumento, anche in assenza di una corretta e approfondita istruttoria, necessariamente complessa in questi casi. L’unico elemento veramente defl ativo possa essere costituito da un atteggiamento scrupoloso e attento da parte dei Tribunali, in modo da scoraggiare azioni pretestuose. © Riproduzione riservata