Utili inferiori a un anno fa, ma meglio delle attese per Intesa Sanpaolo, con il titolo protagonista in Borsa di una fiammata del 12,5% nella seduta del 3 agosto (caratterizzata da un generale entusiasmo). Ca’ de Sass ha archiviato il primo semestre con profitti a 1.274 milioni, rispetto a 1.402 della prima metà del 2011. Il secondo trimestre dell’anno si è chiuso con un utile netto di 470 milioni, dato inferiore ai 741 milioni dello stesso periodo del 2011, ma superiore ai 323 milioni del consensus Bloomberg. Sui profitti trimestrali, precisa una nota della banca guidata dal consigliere delegato Enrico Tomaso Cucchiani, hanno inciso, tra le altre cose, imposte per 152 milioni, «comprendenti un beneficio fiscale di 173 milioni». Escludendo le principali componenti non ricorrenti, il risultato netto normalizzato nel secondo trimestre si sarebbe attestato a 289 milioni (472 un anno prima). Nei sei mesi i proventi operativi si sono attestati a 8.944 milioni rispetto a 8.720 dell’anno prima. Anche grazie all’andamento dei ricavi, Intesa «ritiene che con il proseguimento dell’azione di contenimento dei costi e con il costante monitoraggio della qualità del credito nell’esercizio in corso si possa registrare una sostanziale stabilità della redditività operativa al netto delle componenti non ricorrenti del 2011». Il complesso dei crediti deteriorati, al netto delle rettifiche di valore, a fine giugno, ammontava a 26.102 milioni, in aumento del 15% dalla fine del 2011. In Italia, ha sottolineato Cucchiani in conference call con gli analisti, «l’economia reale risente di una recessione persistente e degli spread elevati con conseguente deterioramento della qualità del credito, che verosimilmente resterà una criticità anche oltre il 2012». Quanto al taglio dei costi, i rapporti con i sindacati restano tesi, anche per la possibilità che Intesa chiuda un centinaio di filiali. «Il costo del personale è un tema importante – ha detto il ceo – ma c’è una cooperazione con i lavoratori e stiamo esplorando varie strade per ottenere risparmi in modo che la cosa sia accettabile da entrambe le parti». Il ceo di Intesa ha inoltre aperto alla possibilità di pagare un dividendo superiore a quello riferito all’esercizio 2011 (5 centesimi per titolo ordinario).