ING Group ha chiuso il secondo trimestre con un calo del 22% dell’utile netto a 1,17 mld di euro.
L’utile pre-tasse del gruppo è diminuito del 24,3% a 1,22 miliardi. L’utile prima delle tasse della divisione bancaria è calato del 13,1 per cento a 995 milioni di euro, mentre quello della divisione assicurativa è sceso a 229 milioni (-51,5%).
Al netto delle poste straordinarie il calo dell’utile è del 18% a 1,05 miliardi, sostanzialmente in linea con gli 1,03 miliardi stimati dagli analisti.
Ad incidere sui conti del gruppo sono state soprattutto le perdite, per oltre 234 milioni di euro, derivanti dalla cessione di asset spagnoli attuata per ridurre l’esposizione al rischio legato alla crisi del debito di Madrid (scesa di 6,2 miliardi a quota 34,9 miliardi di euro).
Restano positivi, comunque, i dati relativi ai coefficienti patrimoniali: il Core Tier 1 capital ratio, un indicatore chiave della solidità finanziaria, a fine giugno risulta dell’11,1%, sopra l’obiettivo del 10 per cento che Ing deve rispettare entro la fine del 2013 alla luce delle nuove norme di Basilea 3.
Ing ha dato anche qualche indicazione sul processo di vendita delle attività assicurative e di asset management in Asia, stimate a 7 mld di dollari: «Siamo in trattative con diverse parti», ha dichiarato
il direttore generale, Jan Hommen, in occasione della presentazione dei risultati.
Ing dovrebbe separarsi dalle attività asiatiche in più tempi. Secondo Reuters, solo il canadese Manulife e l’asiatica AIA sarebbero ancora pronti ad acquistarle globalmente, ma ad un prezzo giudicato troppo basso per il gruppo bancassicurativo olandese.
Il gruppo ha anche confermato la preparazione per l’ingresso in borsa delle sue attività di assicurazione americane.