Giancarlo Giannini, commissario straordinario dell’ISVAP, ha tenuto un’audizione al Senato per presentare l’indagine conoscitiva sul settore dell’assicurazione di autoveicoli, con particolare riferimento al mercato ed alla dinamica dei premi dell’assicurazione RCA.

Giannini ha ricordato che l’ISVAP sta predisponendo i previsti regolamenti attuativi relativamente al pacchetto liberalizzazioni, ma lamenta che “gli operatori del settore assicurativo, soprattutto le imprese – attraverso la loro Associazione di categoria (ANIA) – danno un’interpretazione delle norme che, di fatto, non consente di far pervenire ai consumatori quei vantaggi che le norme stesse presuppongono; l’apprezzamento va invece solo a quelle disposizioni – naturalmente reputate “sempre poche” – che portano benefici diretti e immediati ai loro conti”.

“In conclusione, dai rilevati comportamenti dell’ANIA si evince purtroppo che il settore ha reagito e sta reagendo ai provvedimenti di liberalizzazione e alla loro attuazione da parte dell’ISVAP in modo assolutamente non collaborativo ma anzi di opposizione assoluta.

Non ci si è, invece, ancora resi conto che è necessario investire, moltiplicare gli sforzi per conseguire il miglior utilizzo degli strumenti messi a disposizione dal legislatore e portare a livello di efficienza l’attività di liquidazione dei sinistri e di contrasto ai fenomeni fraudolenti, con duplice beneficio per i consumatori e per le imprese stesse”.

Presentando l’andamento del ramo rca Giannini ha detto come l’andamento tecnico, dopo un biennio (2008 – 2009) di forte deterioramento degli indicatori e dei saldi di ramo – che peraltro segue ad un quadriennio (2004 – 2007) il cui il medesimo ramo aveva generato profitti complessivi per oltre quattro miliardi – il comparto abbia mostrato nel 2010 primi segnali di miglioramento, che si sono ripetuti nel 2011.

Nel 2011 si è assistito da un lato alla prosecuzione del trend di incremento della raccolta (+5,2% rispetto all’analogo periodo dell’esercizio precedente) e dall’altro ad un contenimento degli importi dei sinistri con seguito (pagati+riservati) della generazione corrente (-3% rispetto al 2010)4, in buona sostanza riconducibile alla significativa contrazione della frequenza dei sinistri.

Il comparto continua, comunque, sottolinea Giannini, a registrare una perdita anche se più

contenuta rispetto all’anno precedente (482 milioni nel 2011 rispetto a 744 milioni nel 2010), pur in presenza di un apporto della gestione finanziaria sostanzialmente dimezzato rispetto allo scorso esercizio (272 milioni nel 2011 rispetto a 496 milioni di euro nel 2010) e di un aumento dei costi di gestione.

“In definitiva, ancora una volta il ritorno ad una situazione di equilibrio tecnico economico

si è fondato sull’azionamento da parte delle imprese della leva tariffaria, e non, come ci si dovrebbe attendere in un settore di estrema delicatezza in ragione della sua obbligatorietà e, conseguentemente, della sua diffusione presso la collettività, a seguito di ritorni di efficienza conseguenti ad investimenti su risorse umane e tecnologiche. Sotto quest’ultimo profilo, nonostante segnali di miglioramento la strada da percorrere è ancora lunga”.

Giannini stigmatizza l’approccio delle imprese che nell’evidenziare una tendenza alla stabilizzazione dei prezzi, riconducono la stessa ad un fattore totalmente esogeno (congiunturale diminuzione del numero dei sinistri in connessione con la riduzione della circolazione per effetto del rincaro dei prezzi dei carburanti) e, guardando in prospettiva, “incassano” i positivi effetti delle nuove disposizioni in materia di microlesioni mentre si mostrano molto meno cooperative quando il concreto raggiungimento dell’obiettivo della

riduzione dei costi implica una loro fattiva attività.

Riporta l’esempio del dibattito intorno alla “scatola nera”; “a fronte dell’introduzione per via legislativa di uno strumento che presenta notevoli potenzialità per il contrasto ai fenomeni fraudolenti nonché per una migliore tariffazione – con evidenti benefici in prospettiva sia per i consumatori sia per le imprese – la prima risposta è stata un acceso dibattito sulla ripartizione dei costi per la gestione dello strumento e un ricorso al giudice amministrativo contro l’interpretazione fornita dall’ISVAP sulla obbligatorietà di presentare anche questa tipologia di tariffa”.

Per quanto riguarda la dibattutissima regolamentazione dell’obbligo di confronto dei tre preventivi r.c.auto, posto a carico degli intermediari, per cui l’ISVAP, il 10 luglio scorso, ha posto in pubblica consultazione lo schema di regolamento attuativo, Giannini ha detto che all’Istituto, terminata la procedura di pubblica consultazione, sono pervenuti oltre 3.400 messaggi di posta elettronica, in assoluta maggioranza da parte di singoli intermediari di assicurazione che, “in estrema sintesi, hanno criticato la norma a cui il Regolamento dovrebbe dare attuazione, sottolineando che essa non favorisce il consumatore nella scelta del prodotto più conveniente e maggiormente aderente alle proprie esigenze assicurative, ed introduce obblighi per gli intermediari non previsti in alcun altro settore produttivo o commerciale, con conseguente aggravio degli adempimenti a loro carico e forte incremento dei costi”.

“Avevo avuto modo di rappresentare davanti a questa Commissione che la norma presentava diversi profili di criticità – ha proseguito Giannini.  È stato fatto seguito con proposte emendative – volte anche ad un’apertura verso forme di collaborazione tra intermediari per stimolare, nell’ambito del mercato della distribuzione, le dinamiche concorrenziali – che non hanno trovato accoglimento.

L’Autorità sta completando l’esame delle numerose osservazioni pervenute; ad esito di tale analisi valuterà l’opportunità di sottoporre all’attenzione di Parlamento e Governo spunti di riflessione per una possibile riformulazione della norma primaria ovvero di procedere ad una seconda fase di pubblica consultazione, per tener conto della mole delle osservazioni pervenute e dell’obiettiva fondatezza di molte di esse”.