di Andrea Fiano

Generali starebbe trattando uno sconto sul prezzo di vendita della propria quota di controllo del gruppo assicurativo israeliano Midgal all’investitore locale Shlomo Eliahu. Lo riporta la stampa israeliana e in particolare il quotidiano finanziario Globes, secondo cui addirittura l’amministratore delegato del gruppo assicurativo triestino Mario Greco sarebbe in questi giorni a Tel Aviv per gestire la trattativa. Lo stesso quotidiano riporta che la valutazione complessiva di Migdal, di cui in marzo Generali ha annunciato la cessione del proprio 69,13%, passerebbe da 6 a 5 miliardi di shekel ovvero da 1,22 miliardi a 1,01 miliardi di euro con una riduzione di 203 milioni. Lo stesso quotidiano aggiunge che anche questa riduzione di prezzo potrebbe non essere sufficiente per portare a termine l’operazione e ottenere l’approvazione delle autorità locali. Finora l’ok è arrivato dall’Antitrust israeliano, dall’Autorità di controllo sui mercati e dalla Borsa di Tel Aviv, mentre manca ancora l’approvazione del ministero delle Finanze e dalla Banca centrale israeliana. Le authority israeliane che hanno il controllo dell’attività di mercato e del settore assicurativo tengono d’occhio in particolare il forte calo del valore di mercato degli asset controllati dallo stesso Eliahu negli ultimi mesi. In marzo l’accordo fra il gruppo italiano e l’imprenditore locale, che ha peraltro iniziato la propria carriera proprio a Migdal, era stato per un prezzo pari a 814 milioni di euro in contanti per il 69,1% del gruppo assicurativo, corrispondente a una valutazione complessiva di 4,2 miliardi di shekel, e con una plusvalenza di oltre 100 milioni di euro per il gruppo triestino. In seguito la valutazione era stata leggermente ridotta a 4 miliardi dopo l’annuncio del dividendo di Migdal e dopo che sul listino di Tel Aviv il valore delle azioni era calato del 25% e sul mercato locale sono entrate in vigore nuove regole. Al prezzo originale, però, secondo Globes, Eliahu pagherebbe oggi un premio del 50% sulla quota di controllo del gruppo Migdal rispetto al premio del 13% fissato al momento della firma dell’accordo. Diverse fonti locali confermano che le parti hanno tutto l’interesse a concludere l’operazione. Generali considera non strategico il gruppo Migdal e difficili le prospettive di crescita sul mercato israeliano con altri prodotti finanziari o assicurativi. Eliahu ha dal canto suo la possibilità di chiedere una revisione dell’accordo e in teoria persino di cancellarlo anche se questa ipotesi appare al momento non realistica. Nelle scorse settimane l’israeliana Bank Leumi aveva confermato l’intenzione di finanziare lo stesso Eliahu fino a 493 milioni di euro per completare l’operazione Migdal. Eliahu è peraltro il primo azionista della stessa banca, con una quota del 9,59%, e controlla la più piccola Union Bank israeliana. Leumi controlla il 9,8% del gruppo Migdal e la normativa locale impone limiti alla sua partecipazione in un gruppo assicurativo, mentre il restante 21% è il flottante scambiato sulla borsa israeliana. Nei giorni scorsi la stessa Migdal, nel presentare la semestrale, ha riportato un calo dell’87% nell’utile rispetto allo stesso periodo del 2011, in buona parte a causa dei costi legati alle conseguenze della recente riforma assicurativa annunciata in Israele. (riproduzione riservata)