Maxi-richiesta di risarcimento a Costa Crociere per il naufragio della Concordia, 400 milioni di dollari. È quanto pretendono i parenti di Sandor Feher, ungherese, vittima del naufragio della nave da crociera, sulla quale lavorava come musicista. Peter Ronai, avvocato dello studio Usa Ronai and Ronai Llp che segue la causa, ha spiegato che Costa Crociere cerca di addossare tutta la responsabilità dell’incidente al comandante Francesco Schettino, mentre a suo parere da parte della compagnia ci sono state gravi negligenze in materia di sicurezza. Per questo lo studio americano chiede a Carnival e alla controllata italiana Costa Crociere un super risarcimento. «È il solo modo di colpire questi colossi quando sbagliano», ha detto l’avvocato in un’intervista. Per la verità, a pagare sarebbero i P&I Clubs (nello specifico lo Standard Club e lo Steamship Mutual) che danno copertura assicurativa alla nave sui danni a terzi fino a 3 miliardi di dollari. La scelta di attaccare Costa presso un tribunale Usa è stata fatta anche dall’associazione dei consumatori Codacons che, assistita dai due studi legali americani Napoli Bern Ripka Shkolnik Llp e Proner&Proner, aveva lanciato una class action presso il Tribunale di Miami. C’è il fondato rischio, però, che i fori americani declinino la propria giurisdizione in quanto Costa, seppure del Gruppo Carnival, ha sede in Italia, gestisce navi italiane e l’incidente è avvenuto in Italia. E la Corte della Florida nel 2003 si era dichiarata incompetente quando alcuni marittimi di Costa avevano fatto causa per infortunio sul lavoro. (riproduzione riservata) Nicola Capuzzo