Grandi manovre in vista ai piani alti della galassia triestina del Leone. Dopo la nomina di Piermario Motta quale ad di Banca Generali e di Paolo Vagnone quale presidente, entro agosto potrebbero spuntare altre novità rilevanti. A Trieste circola infatti la voce che Vagnone, molto vicino al nuovo group ceo Mario Greco, possa lasciare la presidenza all’attuale dg e cfo delle Generali, Raffaele Agrusti. Vagnone andrebbe così ad affiancare il nuovo capo azienda nella delicata e importante opera di rinnovamento del vertice. Non è però un mistero che Banca Generali sia da tempo alla ricerca di un nuovo dg. Un manager con esperienza bancaria che possa garantire all’istituto di irrobustire la crescita già intrapresa, testimoniata dalla recente semestrale che ha sfiorato il raddoppio dell’utile (oltre 67 milioni) e ha messo in luce un’invidiabile solidità patrimoniale con un Tier 1 ratio al 12,5%. L’attività di scouting intrapresa avrebbe portato a bussare alla porta del direttore generale di Finlombarda, Giorgio Papa. Non si tratta di un nuovo abboccamento, visto che già Giovanni Perissinotto aveva cercato di portare Papa alla corte triestina. Allora, però, pare che la posizione traballante dell’ormai ex ceo delle Generali e il tam tam mediatico avessero convinto Papa a declinare l’invito. Quanto alle sue qualità di banchiere, queste sono provate dai trascorsi nel Banco Popolare, compresi i tre anni e mezzo alla guida del Creberg. La gestione della finanziaria regionale è stata poi robusta, tanto che il consuntivo del 2011 presenta un utile di 3,2 milioni e margini di intermediazione (18,2 milioni) in linea con il periodo precedente la crisi economica. Risultati che dalle prime indicazioni del 2012 dovrebbero essere confermati se non migliorati. (riproduzione riservata) Raffaele Ricciardi