Difficile, però, che deliberi già il cda di settembre. Intanto c’è chi esprime preoccupazione per i bond italiani in portafoglio. Il titolo sempre più giù

Generali procede nell’operazione Vtb. L’incontro di ieri che si è tenuto a Roma tra l’ad del gruppo del Leone Giovanni Perissinotto, e il numero uno di della banca russa Andrej Kostin, per fare il punto sulla joint venture è stato «positivo». Lo riferiscono fonti finanziarie che aggiungono che «lo spirito è stato costruttivo, con l’obiettivo di raggiungere presto un accordo». L’operazione potrebbe essere deliberata dal cda della compagnia triestina in autunno (un board è in calendario per la fine di settembre, ma non sembra che possa già offrire l’occasione per una decisione definitiva). Il gruppo triestino era diventato azionista all’1% di Vtb lo scorso febbraio, per un investimento di 220 milioni di euro in un certo senso propedeutico alla joint venture allo studio. Nei giorni scorsi sembrava che il «rischio Italia» avrebbe potuto intaccare anche le trattative per la «campagna russa» del gruppo triestino, ma dopo l’incontro di ieri (che non è stato unico perché Perissinotto e Kostin si erano già visti a giugno a San Pietroburgo) sembra che effettivamente si possa andare verso la chiusura dell’operazione senza grossi intoppi.
Tuttavia, se, da una parte, l’accresciuto rischio Italia non dovrebbe mettere in pericolo la joint venture russa, dall’altra, alcuni analisti esprimono dubbi proprio a causa dell’elevata esposizione delle Generali ai titoli di Stato del Belpaese. In un report pubblicato ieri, gli esperti del Credit Suisse sottolineavano che il gruppo detiene in portafoglio titoli di Stato italiani per 51 miliardi di euro circa, con una esposizione lorda agli altri Paesi periferici nell’ordine dei 12,2 miliardi. È soprattutto per questo motivo che gli analisti della banca elvetica hanno deciso di confermare sul Leone il rating underperform. Di diverso parere gli esperti di Intermonte (outperform) che, in uno studio pubblicato dopo l’uscita dei dati di venerdì scorso, osservavano che è vero che «Generali è probabilmente tra i maggiori investitori privati in Titoli di Stato italiani». Tuttavia, proseguivano, «ciò è in parte controbilanciato dagli altri investimenti in Europa, come quelli in bond governativi tedeschi e francesi». Ieri, a Milano, le azioni del Leone, dopo il -3,33% di venerdì a dispetto di dati semestrali oltre le attese, hanno ceduto un altro 1,38 per cento.