Pagina a cura di Daniele Cirioli  

La pensione diventa gadget promozionale. La rete commerciale della grande distribuzione, infatti, potrà incentivare i consumi anche mediante «buoni contributivi» per la pensione. Pertanto, quando si andrà a fare la spesa al supermercato, invece di raccogliere punti e bollini per un omaggio, si potrà optare per un importo di accredito contributivo da valere per la futura pensione. La novità è prevista dalla manovra correttiva (legge n. 111/2011) limitatamente alla pensione delle casalinghe e sarà operativa dal prossimo 1° ottobre.

 

La spesa accresce la pensione. L’idea era stata annunciata qualche mese fa direttamente dal ministro del lavoro, Maurizio Sacconi: invitare la grande distribuzione a «incentivare gli acquisti non con un set di piatti, ma con voucher previdenziali che le donne possano versare nel fondo casalinghe dell’Inps». L’idea si è trasformata in realtà nella manovra correttiva: praticamente, quando si andrà a fare la spesa al supermercato, al posto di chiedere punti e bollini da raccogliere per un omaggio, si potrà chiedere il riconoscimento di un certo importo da accreditare ai fini pensionistici.

 

Fondo casalinghe. La novità non interessa tutte le pensioni, ma soltanto quella delle casalinghe erogata dall’apposito fondo istituito presso l’Inps nel 1997 (dlgs n. 565/1996) a favore delle persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari (il vero nome è «fondo di previdenza per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari»).

 

Chi interessa. Al fondo casalinghe possono iscriversi i «casalinghi», vale a dire soggetti di entrambi i sessi e di età compresa fra quella prevista dalle norme sull’avviamento al lavoro (15 anni) e i 65 anni di età se:

 

  • svolgono lavoro in famiglia non retribuito connesso con responsabilità familiari, senza vincoli di subordinazione;

     

  • non sono titolari di pensione diretta;

     

  • non prestano attività lavorativa dipendente o autonoma per la quale sussista l’obbligo di iscrizione ad altro ente o cassa previdenziale;

     

  • prestano attività lavorativa part-time se, in relazione all’orario e alla retribuzione percepita, si determina una contrazione delle settimane utili per il diritto a pensione.

    Le casalinghe che erano già iscritte all’ex fondo «Mutualità pensioni» sono state iscritte d’ufficio nel nuovo fondo di previdenza.

    La domanda d’iscrizione può essere presentata alla sede Inps, direttamente o tramite uno degli enti di patronato; inviata per posta, a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento; trasmessa on-line, accedendo al sito www.inps.it. (per la richiesta può essere utilizzato l’apposito modulo messo a disposizione dall’Inps o anche in forma libera e in carta semplice).

    Quanto costa. L’iscrizione al fondo casalinghe decorre dal primo giorno del mese successivo a quello durante il quale è stata presentata la domanda. Una volta effettuata, l’iscrizione conserva la sua validità anche se non vengono eseguiti versamenti. L’importo dei versamenti è libero; tuttavia è necessario almeno il versamento di 25,82 euro per ottenere l’accredito di un mese di contribuzione. L’Inps accredita, per ogni anno, tanti mesi di contributi quanti ne risultano dividendo l’importo complessivo versato nello stesso anno per 25,82 euro (se si versano in un anno 110 euro, ad esempio, i mesi accreditati sono 4). Il versamento può essere effettuato in qualsiasi momento dell’anno con bollettini di conto corrente postale che l’Inps invia a casa insieme alla lettera di accoglimento dell’iscrizione. Da tener conto, infine, è che i contributi versati sono interamente deducibili dal reddito imponibile Irpef del dichiarante, anche per i familiari fiscalmente a carico.

     

    Le prestazioni (la pensione). Chi versa i contributi al fondo casalinghe ha diritto alle seguenti prestazioni, una volta maturati i corrispondenti requisiti:

     

  • pensione di inabilità, con almeno 5 anni di contributi, a condizione che sia intervenuta l’assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa;

     

  • pensione di vecchiaia, a partire dal 57° anno di età, a condizione che siano stati versati almeno 5 anni (60 mesi) di contributi.

    La pensione di vecchiaia viene liquidata solamente quando l’importo maturato risulta almeno pari all’ammontare dell’assegno sociale maggiorato del 20% (1,2 volte l’assegno sociale); mentre si rescinde dal limite dell’importo al compimento del 65mo anno di età. Non è prevista la concessione della pensione ai superstiti.

     

    La novità in manovra. Nonostante l’esperienza ultradecennale il fondo casalinghe non è mai decollato. Operativo, infatti, dal 1° gennaio 1997, nel 2008, dopo undici anni di attività, conta appena 1.108 iscritti. In realtà, però, il fondo è divenuto pienamente operativo soltanto dal mese di giugno 2004, con l’emanazione del previsto regolamento ministeriale.

    Ora ci prova la manovra correttiva a dare un nuovo impulso allo sviluppo, utilizzando il sistema del «gadget promozionale» presso la grande distribuzione commerciale. Praticamente, con la manovra viene previsto che a partire dal prossimo 1° ottobre 2011 il finanziamento al «Fondo di previdenza per le persone che svolgono lavori di cura non retribuiti derivanti da responsabilità familiari» possa essere effettuato anche delegando il centro servizi o l’azienda emittente la carta di credito o di debito al versamento, con cadenza trimestrale alla gestione previdenziale presso l’Inps, dell’importo corrispondente agli abbuoni accantonati a seguito di acquisti effettuati tramite moneta elettronica o altro mezzo di pagamento presso i centri vendita convenzionati. Quanto alle specifiche modalità di attuazione e di regolamentazione della nuova opportunità, la manovra ha affidato all’Inps il compito di provvedere a definirne la disciplina.

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