Il patron della Tod’s riapre lo shopping su Piazzetta Cuccia con l’acquisto di un consistente pacchetto azionario che lo avvicina alla fatidica soglia del 2%. Ancora in manovra Bolloré, mentre la Mais di Seragnoli passa la mano

Diego Della Valle riaccende i motori dopo le ferie agostane e dà il via alla sua ascesa verso il 2% di Mediobanca. Secondo quanto risulta a F&M, nei giorni scorsi il patron di Tod’s, esercitando la facoltà di salire fino al 2%, avrebbe deciso di fare acquisti sulle azioni di Piazzetta Cuccia, del cui patto di sindacato fa già parte (tra gli industriali) con una quota dello 0,48% del capitale sociale. L’imprenditore marchigiano potrebbe avere deciso di concentrarsi su Mediobanca anche alla luce del «no» ricevuto a fine luglio dai grandi soci di Rcs, che gli hanno negato un rafforzamento nel patto. In ogni caso, Della Valle ha scelto il momento migliore per riaprire lo shopping su Mediobanca: se ieri a Piazza Affari le azioni della merchant bank guidata da Alberto Nagel hanno guadagnato l’1,06% a 6,185 euro, l’11 agosto, complice la tempesta sui mercati, si erano portate sui minimi (5,17 euro) dal marzo del 2009.
Non a caso, di recente, anche Vincent Bolloré, che all’interno del patto di Mediobanca guida i soci esteri (gruppo C), ha colto l’occasione per fare incetta di titoli sul mercato. Gli ultimi acquisti sono stati effettuati proprio tra il 9 e il 10 agosto, quando il finanziere bretone, che pure ha facoltà di rafforzarsi ma fino al 6%, è passato dal 5,18% al 5,47% di Piazzetta Cuccia, quota interamente apportata al patto. Tuttavia, Bolloré, a differenza di Della Valle, è amministratore di Mediobanca, e dunque è tenuto a informare costantemente il mercato delle sue mosse, a prescindere dal superamento o meno delle soglie rilevanti. Al contrario, per quel che riguarda l’imprenditore marchigiano, che non ricopre ruoli dirigenziali nella banca guidata da Nagel, la quota effettiva raggiunta si potrà conoscere solo qualora esercitasse l’intera facoltà e arrivasse alla soglia critica (ai fini Consob) del 2 per cento. Se così fosse, significherebbe che Della Valle ha acquistato in pochi giorni 12,2 milioni di titoli (vedere tabella). Ipotesi, questa, probabilmente, eccessiva, mentre appare comunque realistico pensare che Mr Tod’s abbia colto l’occasione per rafforzarsi in maniera decisa nell’azionariato di Piazzetta Cuccia.
In realtà, il finanziere bretone e l’imprenditore marchigiano non sono gli unici a godere di una facoltà di rafforzamento all’interno del patto di sindacato. Come si può vedere dalla tabella, tra gli azionisti che possono acquistare ancora azioni spicca la Mais Partecipazioni Stabili Srl di Isabella Seragnoli, che al pari di Della Valle rientra tra i soci industriali e che, rispetto all’attuale 0,22%, ha facoltà di rilevare altri 7,92 milioni di pezzi. Da segnalare, poi, con la possibilità di comprare altri 2 milioni di titoli a testa, altri due azionisti del gruppo B (industriali): la Italmobiliare della famiglia Pesenti, attualmente al 2,62%, e le Generali, a loro volta controllate da Mediobanca, e con in mano una partecipazione del 2 per cento. Sembra, però, da escludere che i tre soci in questione – Seragnoli, Pesenti e Generali – decidano di riposizionarsi nell’azionariato di Piazzetta Cuccia già in vista del rinnovo, a inizio autunno, di questo patto di sindacato (che ha una durata biennale). Al contrario, è già da qualche mese che i riflettori sono puntati su Della Valle e Bolloré. Quest’ultimo, in particolare, appare del tutto intenzionato a portare la quota sindacata dal gruppo C (esteri) dal 10,12% all’11%, posto che con ogni probabilità il vuoto lasciato dall’uscita praticamente certa del Santander sarà colmato dall’apporto della porzione fuori patto di Groupama. Oltre all’istituto spagnolo, a chiamarsi fuori in occasione dell’imminente rinnovo dell’accordo, dovrebbero essere anche i tedeschi di Sal. Oppenheim, mentre non è ancora chiaro come si muoveranno quelli di Commerzbank. Che non è escluso decidano di rimandere l’uscita almeno fino al prossimo rinnovo, viste le perdite cui andrebbero incontro vendendo a questi prezzi.