Nel primo semestre utile netto aumentato del 57% a 1,34 miliardi. Buona performance anche per la controllata Cariparma: confermati i risultati 2010

Il Crédit Agricole è riuscito a dribblare la mina dei governativi greci e a chiudere il primo semestre 2011 con un utile netto in rialzo del 57% a quota 1,34 miliardi di euro. L’utile complessivo del gruppo Crédit Agricole, che include la banca omonima e le casse regionali, è stato di 2,408 miliardi di euro (in progresso del 30,4%). Il margine di intermediazione è cresciuto del 5,3% a 10,835 miliardi di euro, mentre il risultato operativo è salito del 36,5% a 2,282 miliardi . Al 30 giugno il Tier 1 era pari all’11% con un aumento di 40 punti base sul pari semestre del 2010.
L’impatto complessivo della crisi greca è stato di 640 milioni. Il piano di salvataggio, in particolare, è costato al Crédit Agricole 146 milioni dopo imposte in costo di rischio (202 milioni ante imposte). Le altre perdite sono legate al deprezzamento della quota nella controllata greca Emporiki (359 milioni) e all’impatto fiscale del deprezzamento (185 milioni).
La controllata italiana Cariparma ha confermato i risultati del 2010 con un utile netto di 120 milioni. Tale risultato, spiega l’istituto in una nota, al netto degli oneri di integrazione pari a 26 milioni, registrerebbe una crescita del 14,5% sull’anno precedente. Nel primo trimestre c’è stata l’integrazione di Cassa di Risparmio della Spezia e della sua rete di 76 agenzie e nel secondo trimestre il gruppo ha consolidato le 96 filiali situate principalmente in Lombardia, Lazio, Toscana e Veneto rilevate da Intesa Sanpaolo. Questa operazione ha come conseguenza un conferimento di liquidità (raccolta meno crediti) di 1,6 miliardi e l’integrazione di quasi 200.000 nuovi clienti. Il gruppo Cariparma ha inoltre confermato il proprio livello di redditività (Roe al 6,7% al netto degli oneri d’integrazione) e di solidità patrimoniale (Tier Total al 10,9%), mantenendo un adeguato livello di liquidità (indicatore di self-funding a 1,0). Il costo del credito è stabile a 0,63% nonostante la crescita dei finanziamenti a famiglie e imprese, con un significativo livello di copertura delle sofferenze (57,4%) e una contenuta incidenza delle sofferenze nette sul totale crediti (1,5%).
La semestrale dell’istituto guidato da Jean-Paul Chifflet è stato accolta molto positivamente dagli investitori sulla Borsa di Parigi: in chiusura facevano segnare un rialzo del 5% a 6,5 euro ma nel corso della seduta sono arrivati a far segnare un progresso dell’11%. La buona performance di Crédit Agricole ha fatto da traino anche a quelle delle due principali rivali transalpine: i titoli Bnp Paribas sono cresciuti del 3% a 34,5 euro, progresso analogo per Société Générale che ha chiuso a 22 euro.