L’Inail ha condotto un’analisi approfondita sugli infortuni registrati tra il 2017 e il 2020 negli stabilimenti del settore “Seveso”, ossia quelli che presentano un pericolo di incidenti rilevanti connessi con la presenza di sostanze pericolose. La banca dati elaborata permette ora di individuare ambiti critici e proporre misure efficaci per tutelare i lavoratori.
I rischi in questi stabilimenti sono associati ad attività antropiche e sono legati soprattutto a esplosioni, incendi o rilascio di sostanze tossiche, che possono causare gravi conseguenze sia all’interno del sito produttivo che per le comunità e le aree circostanti. Il riferimento normativo principale è il Decreto legislativo 105/2015, che recepisce la Direttiva 2012/18/UE (Seveso III), volto a prevenire gli incidenti rilevanti attraverso misure di prevenzione (sistema di gestione della sicurezza obbligatorio e analisi degli eventi potenzialmente pericolosi) e protezione definite dalla normativa.
L’indagine condotta- che copre il periodo 2017-2020, immediatamente successivo all’introduzione del nuovo quadro normativo – analizza 4.949 infortuni, il 65% dei quali occorsi in Nord Italia (la percentuale maggiore, pari al 39%, si riscontra nel nord ovest), prevalentemente nei settori della metallurgia (45,2%) e dell’industria chimica (34,8%).
Il trend del numero di infortuni nel quinquennio esaminato è decrescente in tutti i settori considerati, con una diminuzione totale del 23%.
Il settore produzione e trasformazione metalli e minerali, registra il 45% di infortuni sul totale, ma risulta anche essere il settore in cui il fenomeno infortunistico diminuisce maggiormente. Per quanto riguarda le attività ATECO è la metallurgia a registrare la più alta percentuale di infortuni con il 32% del totale.
Per quanto riguarda le professioni esaminate, il 36% degli infortuni si verifica nella
categoria “Conduttori di impianti industriali”. Il 75% degli infortuni avviene nelle categorie professionali più strettamente tecniche.
Per quanto riguarda la distribuzione degli infortuni per fascia di età, nel settore produzione e trasformazione di metalli, l’intervallo 35-44 anni è quello che presenta il maggiore numero di infortuni, mentre per l’industria chimica, per lo stoccaggio e distribuzione e per altre si registra tale informazione nella fascia successiva (45-54 anni).
Gli infortuni più frequenti sono contusione e lussazione, distorsione e di strazione, la parte più colpita sono gli arti superiori ed a seguire gli inferiori e questo vale per tutti e quattro i settori.
La Deviazione ESAW più frequente risulta essere “movimenti scoordinati”, mentre il
Contatto ESAW più frequente, che specifica l’azione che provoca la lesione in seguito
alla deviazione, è il contatto con “sforzo fisico muscolo-scheletrico”.
“Officina, laboratorio”risulta essere il luogo in cui gli infortuni analizzati occorrono con più frequenza (52,7%); “produzione, trasformazione…” la più frequente per quanto riguarda il tipo di lavoro (27,6%) mentre “camminare, salire, scendere” è l’attività fisica più ricorrente (26,6%).