Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Generali Assicurazioni compra una rete di cliniche sanitarie in Grecia. Si tratta di Euroclinic Group, una società nata nel 1998 che negli anni ha sviluppato centri privati diagnostici, chirurgici e terapeutici in tutto il Paese. Generali l’ha acquisita da Akkadia holding Limited con l’obiettivo di dare attuazione a un punto importante del piano industriale del gruppo guidato dal ceo, Philippe Donnet che prevede la crescita di Generali nel settore della salute, con un’offerta di servizi arricchita dall’uso delle nuove tecnologie. Lo stesso obiettivo che, nel 2024, ha portato Generali Italia a costituire la joint venture Smart Clinic spa insieme al gruppo San Donato e a Gksd con quote pari rispettivamente al 51%, 40% e 9% del capitale. Un’alleanza nata con l’obiettivo di aprire, entro il 2030, un network di circa 100 strutture sanitarie in tutta Italia e non c’è solo quella. Sempre in Italia si è aggiunta la partnership con ItaliAssistenza, che ha 180 centri per l’assistenza domiciliare e che interviene in tutte le fasi di cura.
Il ritiro a sorpresa di Unicredit segna un punto di svolta per Banco Bpm che, liberata dopo nove mesi dai vincoli della passivity rule, può ora decidere del proprio futuro. Il cda di Piazza Meda si sarebbe già riunito martedì 22 e potrebbe tornare molto presto a fare il punto sulle opzioni strategiche.  Parigi ha smentito la volontà di esercitare il controllo e di lanciare un’opa, ma la mossa conferma comunque l’obiettivo di stringere la presa su Milano. Peraltro, come ricostruito da MF-Milano Finanza, a fianco di Crédit Agricole si registra la presenza di altri importanti azionisti francesi, quali Banque Postale, l’istituto pubblico controllato dal gruppo La Poste, oltre a Natixis con lo 0,7% e Bnp Paribas con lo 0,3%. Complessivamente la quota aggregata in mano ai transalpini potrebbe quindi avvicinarsi al 30%, costituendo un blocco capace di esercitare un’influenza significativa su Piazza Meda.
Dopo otto mesi di trattative inconcludenti Andrea Orcel non vedeva alternative al ritiro dell’ops su Banco Bpm annunciato martedì 22. «Sono rilassato e contento di andare in vacanza». Ma mai dire mai, secondo il banchiere, anche se la situazione dovrebbe cambiare profondamente perché il dossier di Piazza Meda venga ripreso in mano.

Saranno le obbligazioni catastrofali (cat bond) a rafforzare la normativa sulla protezione dai danni causati dai disastri ambientali. Si tratta di uno strumento finanziario che consente di trasferire il rischio assicurativo direttamente ai mercati dei capitali. In pratica, emettendo cat bond le compagnie assicurative potranno accedere a una base più ampia di investitori, migliorando così la loro capacità di gestire esposizioni a disastri su larga scala e garantendo ulteriore resilienza finanziaria. I cat bond, proprio come l’assicurazione contro i disastri, comportano infatti il trasferimento del rischio in cambio di un pagamento commisurato al rischio.
I Paesi danneggiati dai cambiamenti climatici potrebbero avere diritto a un risarcimento per i danni subiti a causa dell’aumento delle temperature globali, ma l’importo dovuto dovrebbe essere determinato “caso per caso”. Lo afferma la Corte suprema delle Nazioni Unite in un parere consultivo espresso in una causa sugli obblighi delle nazioni di affrontare il cambiamento climatico e le conseguenze che potrebbero subire se non lo facessero. Per i giudici un “ambiente pulito, sano e sostenibile” è un diritto umano: il parere non vincolante, che conta oltre 500 pagine, è considerato un potenziale punto di svolta nel diritto internazionale in materia di clima. Il riconoscimento di un ambiente sostenibile come diritto umano apre la strada ad altre azioni legali, tra cui il ricorso alla Corte internazionale di giustizia da parte degli Stati per chiedersi reciprocamente conto delle proprie responsabilità, nonché cause legali a livello nazionale
L’Efrag accende i riflettori sulla sostenibilità d’impresa con il lancio del portale interattivo “Efrag 2025 State of Play”, una piattaforma che, per la prima volta, mette nero su bianco lo stato dell’arte delle dichiarazioni di sostenibilità conformi agli standard Esrs pubblicate nel 2025. Il tutto accompagnato da un report di sintesi che racconta, con dati alla mano, come stanno davvero andando le cose con la nuova rendicontazione prevista dalla (Corporate Sustainability Reporting Directive) Csrd.
Sale a oltre 48 milioni il numero complessivo di conti correnti intestati a famiglie e imprese in Italia: a fine 2024 erano 48,11 milioni, con un incremento di 5,61 mln rispetto al 2019 (+13,2%). Una ricerca del sindacato bancario Fabi spiega che questo sviluppo può essere attribuito a diversi fattori: la digitalizzazione dei servizi bancari, che ha favorito l’apertura di nuovi conti, anche multipli, per esigenze personali o aziendali; la diffusione dei pagamenti elettronici, rafforzata anche dagli incentivi pubblici e dai limiti all’uso del contante; l’apertura di conti correnti online a costi più contenuti, più flessibili e spesso legati a strumenti di risparmio o investimento; la crescita delle partite Iva e delle microimprese, che comporta l’apertura di conti separati per la gestione fiscale e operativa.

Pensioni anticipate in forte frenata. Quelle liquidate nel primo semestre del 2025 sono state 98.356 con un calo del 17,3% rispetto allo stesso periodo del 2024, quando ne furono messe in pagamento circa 20 mila in più (118.550). Ha contribuito al calo la stretta su Quota 103 (in pensione a 62 anni con 41 di contributi) decisa dal governo, con il calcolo dell’assegno interamente con il meno generoso metodo contributivo. Sono crollate, in seguito anche qui a una stretta delle condizioni, pure le pensioni liquidate con Opzione donna: appena 1.134 nel primo semestre 2025 contro le 3.590 di tutto il 2024, quando c’era già stato un forte calo rispetto agli anni precedenti

Le Sezioni unite civili della Cassazione (ordinanza 20381/2025 depositata il 21 luglio) hanno riconosciuto la giurisdizione dei tribunali ordinari in tema di danno da cambiamento climatico – legittimando sia il ruolo di Greenpeace ma anche quello di singoli cittadini – mentre la Corte internazionale di giustizia dell’Aia ha affermato che i paesi devono rispettare gli obblighi climatici e il mancato rispetto apre la strada a contenziosi internazionali per il risarcimento da danno al clima. Greenpeace e altri 12 cittadini avevano citato, davanti al Tribunale di Roma, Eni, il Mef e Cassa Depositi e Prestiti, per «inottemperanza» agli obblighi di raggiungimento degli obiettivi climatici «internazionalmente riconosciuti» e per la responsabilità per i danni patrimoniali e non patrimoniali provocati dal cambiamento climatico, chiedendo la condanna di Eni alla limitazione delle emissioni annuali di CO2 , e inoltre la condanna del Mef e della Cassa all’adozione di policy per definire e monitorare gli obiettivi climatici di Eni.