Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

Cresce il numero di veicoli che si muove sulle strade italiane senza un’assicurazione Rc Auto obbligatoria per legge. A fine 2024 erano poco meno di 3 milioni di auto e moto, il 6,1% del parco circolante, per un mancato incasso per le compagnie assicurative di circa 1,4 miliardi di premi. A fare i calcoli è Segugio.it, il portale internet che fa capo a Moltiply Group, quotato al segmento Star della borsa Italiana, che ha stimato la perdita dei premi moltiplicando i 2,92 milioni di veicoli non assicurati (dato Ania) con il premio medio Rc Auto regionale rilevato dal loro osservatorio, segnalando un altro fenomeno preoccupante. Tra il 2021 e il 2024 è stato il Nord Italia a mostrare l’incremento più consistente di auto e moto senza polizza: i 750 mila veicoli non assicurati che si registravano nel 2021 nelle regioni del Nord alla fine dello scorso anno erano cresciuti del 53,5%, a 1,15 milioni (contro una crescita nazionale del +23,4%).
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In Europa la popolazione invecchia. L’età media nei 27 Paesi dell’Unione è destinata a salire di 4,5 anni nei prossi mi tre decenni. Si tratta di un processo costante, alimentato dall’incremento dell’aspettativa di vita e da un calo della natalità che modifica in modo strutturale il rapporto tra popolazione attiva e anziani. Le conseguenze sono ampie e tangibili: dal finanziamento dei sistemi di welfare al carico economico sui bilanci familiari, dalla sostenibilità della sanità pubblica all’equilibrio intergenerazionale. Secondo una ricerca dell’Università Bocconi, nei principali mercati europei la spesa sanitaria diretta ha già raggiunto i 120 miliardi di euro. A questa cifra si affianca un gap di protezione sanitaria che, nella sola Europa occidentale e nei Paesi Emea, ammonta a circa 190 miliardi di euro. Il biso
gno di assistenza evolve nel tempo verso prestazioni sempre più complesse e costose,
necessarie per rispondere a patologie croniche a lunga durata, particolarmente diffuse tra le fasce più anziane e fragili della popolazione. A questo quadro si aggiunge una consapevolezza crescente da parte dei cittadini, accelerata dopo l’emergenza pandemica:
oggi, almeno il 50% dei con sumatori avverte l’esigenza di stipulare una polizza vita per
tutelare sé stessi e i propri fa miliari. più rilevante.
In risposta a queste trasformazioni, il gruppo Generali ha individuato due direttrici
prioritarie d’azione: colmare il gap previdenziale e rafforzare la copertura sanitaria.
L’obiettivo è offrire soluzioni che rispondano ai bisogni reali di individui e comunità,
con un’attenzione particolare ai segmenti più vulnerabili: donne, giovani, anziani, famiglie e migranti. Le proposte si fondano su un approccio modulare e flessibile, capace di combinare risparmio, protezione e assistenza in un’unica struttura contrattuale. Il segmento senior è tra quelli più presidiati, grazie a soluzioni personalizzate in fase di implementazione nelle business unit del gruppo.

Cambiano le motivazioni e i prodotti, ma le polizze vita, distribuite sia dalle assicurazioni sia dalle banche, continuano a essere presenti nei portafogli degli italiani. L’aspetto interessante, fotografato da una ricerca della compagnia Athora Italia in collaborazione con Nomisma, è relativo alle motivazioni che spingono a sottoscrivere le polizze. Rispetto a un paio di decenni fa è diventato prevalente lo scopo di integrare la pensione pubblica, citato dal 58% dei sottoscrittori, con una maggiore attenzione da parte delle persone più anziane, in particolare chi ha più di 60 anni, dove la quota aumenta al 67%. In questo senso la polizza rappresenta un’alternativa ai fondi pensione, di categoria e non
Infortuni «in itinere» (nel percorso, cioè, compiuto dal lavoratore da casa alla sede in cui svolge le sue mansioni) in crescita nelle metropoli della nostra Penisola: a Roma, infatti, quasi uno su tre (il 28,6%) è avvenuto durante il tragitto verso il luogo in cui si opera (ed è «il tasso più alto a livello nazionale»), a Milano l’incidenza è del 24,6%, a Firenze e a Genova del 23,4% e a Torino del 23,1%. E, in generale, nel Lazio il fenomeno è in ascesa, tanto che, nel 2024, il 25,9% degli incidenti totali e il 33,3% delle «morti bianche» sono legati agli spostamenti per raggiungere l’area nella quale si porta avanti l’attività. È quanto si legge nella ricerca della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, incentrata sulla sicurezza nel territorio nazionale, presentata ieri mattina, a Roma, nella sede dell’Inail, in un evento nel quale è stata firmata un’intesa fra la categoria professionale guidata da Rosario De Luca e l’Ance (costruttori) presieduta da Federica Brancaccio, con l’intento di «rafforzare la cultura della legalità e diffondere l’utilizzo dell’asseverazione di conformità» dei contratti dedicata al comparto dell’edilizia (Asse.co.) quale «strumento volontario di verifica e premiante delle imprese virtuose»
Dopo la conversione i legge del decreto Infrastrutture (dl 73/2025) definitivamente approvato mercoledì dal Senato, parte il conto alla rovescia per il monitoraggio finalizzato alla regolarizzazione degli impianti di rilevazione della velocità. La legge di conversione del dl sarà pubblicata domani in Gazzetta Ufficiale ed entrerà in vigore il giorno successivo. Da quel momento il Mit avrà un mese di tempo per approvare il modello informatico che le amministrazioni dovranno utilizzare per la trasmissione dei dati al dicastero di porta Pia. Il dl Infrastrutture (grazie a un emendamento inserito alla Camera in fase di conversione) impone infatti agli enti da cui dipendono gli organi accertatori di comunicare i dati e le caratteristiche dei dispositivi utilizzati per il rilevamento della velocità dei veicoli, indicando per ciascun dispositivo la conformità ad un tipo, marca e modello approvato od omologato.
Circa due milioni di auto equipaggiate con gli airbag del fornitore giapponese Takata non possono circolare, perché gli airbag rischiano di esplodere senza motivo e uccidere o ferire i passeggeri. Il ministero dei Trasporti francese ha chiesto lo stop delle auto il 24 giugno scorso, e promesso una circolare che stabilisca modi e tempi delle riparazioni o delle soluzioni alternative da offrire agli automobilisti. La circolare però si fa attendere, e alla vigilia della partenza per le vacanze molti francesi non possono più usare l’auto, e rischiano di dovere rinunciare al viaggio. Anche perché chi ha deciso di fare riparare comunque l’airbag, senza attendere l’intervento del ministero, non trova meccanici disponibili.
Nel 2024 il welfare aziendale in Italia ha raggiunto in media i 1.000 euro per dipendente, in crescita del 10% rispetto al 2023. Secondo l’Osservatorio Edenred, il 52% di questo credito è stato speso in fringe benefit. Una quota mai così alta. A trainare il cambiamento è stata anche la legge di Bilancio, che ha innalzato il limite di esenzione fiscale per i benefit aziendali da 258,23 euro a 1.000 euro, estendendolo fino a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico. L’utilizzo sfiora il 90%, segno del ruolo crescente del welfare nel sostenere reddito e benessere dei lavoratori.
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