di Filippo De Bellis.
La questione
Il 19 luglio spirava il termine per comunicare all’OMS (Agenzia specializzata dell’ONU che si occupa dei problemi sanitari a livello mondiale) il rifiuto eventuale dei paesi aderenti all’adozione delle modifiche al RSI (regolamento sanitario internazionale) adottati nella 77° Assemblea mondiale della sanità del 1° giugno 2024, modifiche che, se non respinte, sarebbero automaticamente entrate in vigore nei paesi aderenti a far data dal 19 settembre 2025.
Quali sono le modifiche
L’Assemblea OMS del 1° giugno 2024 aveva adottato il documento contenente una serie di modifiche al regolamento e che introducono, tra le altre, alcune novità di particolare rilievo per l’autonomia degli stati in caso di pandemie, il che ha provocato il rifiuto di alcuni di essi nel termine previsto:
- una nuova definizione di emergenza pandemica che autorizza l’adozione di misure straordinarie ed eccezionali che l’OMS avrebbe il potere di dichiarare autonomamente e anche in mancanza di accordo con il singolo Stato oggetto delle misure stesse;
- la creazione di un nuovo organismo di coordinamento, la Conferenza delle parti, con propri poteri consultivi e di promozione e propri sottocomitati e programmi finanziariamente autonomi (per i quali la Banca Mondiale ha stimato un costo annuale di 41 miliardi di dollari all’anno, oltre dieci volte l’attuale budget dell’intera OMS);
- nuovi poteri e misure per la lotta alla disinformazione sanitaria che consentirebbero censure di carattere scientifico (ma che potrebbero però incidere sulle libertà e sui diritti di informazione).
Il documento ha provocato forti critiche perché si sostiene che metterebbe in discussione l’autonomia e l’indipendenza dei governi in caso di future crisi pandemiche la cui gestione viene rimessa completamente all’OMS, pur potendo avere conseguenze fortemente impattanti su diritti fondamentali delle persone.
È infatti inoltre previsto:
- negli art. 6 e 7 che ogni Stato aderente debba notificare all’OMS qualsiasi evento sanitario che possa causare un’emergenza pubblica;
- nell’art. 8 che gli Stati debbano sempre consultare l’OMS prima di implementare qualsiasi misura sanitaria per fronteggiare l’emergenza;
- nell’art. 9 che l’OMS possa gestire in piena autonomia e discrezionalità queste informazioni, come diffonderle agli Stati membri o mantenere la segretezza della fonte;
- nell’art. 10 che l’OMS possa chiedere in qualsiasi momento agli Stati membri una verifica sulle informazioni sanitarie ricevute potendo pretendere risposta entro 24 ore;
- nell’art. 12 che il direttore generale dell’OMS, come abbiamo visto al punto a), possa dichiarare autonomamente un’emergenza sanitaria, inclusa l’emergenza pandemica e, se accettata dagli stati coinvolti, egli possa inoltre, consultato il Comitato di Emergenza, imporre “raccomandazioni temporanee” con restrizioni di 3 mesi prorogabili altri 3 mesi, ma anche restrizioni permanenti;
- nell’art. 13 che l’OMS coordinerà la risposta ad ogni emergenza sanitaria
- nell’art 18 l’elenco delle restrizioni che l’OMS può imporre ai paesi, quali: tracciamento dei contatti, isolamento delle persone sospette infette, quarantena dei malati, lockdown di determinate aree, richiesta di attivare un piano di vaccinazione e le relative certificazioni (non in formato digitale).
La posizione dell’Italia, il dibattito politico ed i pro e i contro
Il ministro della Salute italiano, Orazio Schillaci, ha comunicato il 18/07 u.s. al direttore generale Oms, Tedros Ghebreyesus, il rifiuto dell’Italia di tutti gli emendamenti del 1° giugno 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale, ricordando nella lettera che tali emendamenti entreranno in vigore per tutti le Parti aderenti eccetto per quelle Parti che avranno notificato al direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità nel termine previsto la loro decisione di rifiutare o di formulare delle riserve nei confronti dei citati emendamenti.
La decisione del governo italiano, come era facilmente prevedibile dopo le conseguenze della pandemia da Covid che ha interessato l’intero scenario mondiale lasciando peraltro pesanti strascichi polemici per le manchevolezze manifestate proprio dall’OMS, ha scatenato un acceso dibattito politico.
Le opposizioni e diverse organizzazioni rimproverano al governo di essere allineato sulle posizioni sovraniste di Trump, atteso che anche gli USA hanno rifiutato le modifiche, e di puntare ad un un isolazionismo sanitario che potrebbe avere conseguenze, in caso di eventuali emergenze sanitarie globali, per i cittadini italiani all’estero per controlli, vaccinazioni o quarantene, sostenendosi inoltre che la posizione italiana andrebbe anche contro quella del Parlamento europeo, il quale ha approvato la decisione del Consiglio Europeo che invita gli Stati membri ad accettare, nell’interesse comune della UE, le modifiche adottate nella 77° Assemblea OMS .
La maggioranza invece, sostenuta anche da organizzazioni scientifiche, giustifica la propria scelta con la necessità di non attribuire poteri insindacabili all’Oms e al suo direttore senza alcun passaggio parlamentare interno, trattandosi di poteri riservati ai singoli stati, e che comunque sono mantenute le vecchie regole già esistenti, il che consentirebbe all’Italia di prendere le migliori decisioni emergenziali di volta in volta. Circa il sostegno del Parlamento europeo si sottolinea che la decisione UE ha un valore puramente politico, consultivo e non vincolante non essendo essa, in quanto organizzazione regionale di integrazione economica, parte dell’OMS nè partecipe alle sue decisioni.
La replica dell’OMS
Tedros, direttore generale OMS, in merito al rifiuto delle modifiche (specie da parte USA), insiste invece nel ribadire che l’OMS non intende imporre lockdown, restrizioni e misure similari che rimarrebbero invece nel potere decisionale dei singoli stati, mentre la centralizzazione delle comunicazioni contribuirebbe a determinare una informazione tempestiva, collaborativa ed imparziale in caso di emergenza al fine di migliorare la salute. Il capo dell’Oms auspica una cooperazione migliore e più forte tra i Paesi nell’affrontare le minacce sanitarie attuali e future, sottolineando che l’organizzazione è stata creata proprio per questo.
Perché l’OMS è spesso oggetto di critiche e molti diffidano delle sue scelte
L’Organizzazione Mondiale della Sanità molto spesso finisce nell’occhio del ciclone e gli Stati Uniti – che ne sono usciti per la seconda volta dopo il 2020 – sono i suoi principali detrattori. Pur venendo riconosciuto il ruolo insostituibile e fondamentale dell’OMS per il benessere e la salute della popolazione mondiale, nell’ottica di una collaborazione globale indispensabile per proteggere la salute, nel fronteggiare emergenze sanitarie, promuovere attività di prevenzione, garantire l’accesso ai servizi essenziali e contrastare minacce sanitarie globali come pandemie e diffusione di malattie essenziale, vi sono però sempre più ricorrenti critiche che generano richieste di un processo di riforma e miglioramento per garantire una governance sanitaria internazionale realmente efficace e autorevole nei confronti degli Stati.
Cosa si rimprovera maggiormente all’OMS:
- scarsa trasparenza e tempestività nelle risposte: viene criticata per mancata e ritardata gestione di diverse emergenze sanitarie, come durante la pandemia da COVID-19 per la quale viene accusata di troppa lentezza nel riconoscere gravità del contagio e nel fornire informazioni tempestive agli stati.
- autonomia limitata e scelte finanziarie dipendenti: l’80% dei fondi OMS è destinato a progetti specifici scelti dai donatori (fondi earmarked), che molto spesso non coincidono con le reali priorità globali di salute pubblica, mentre le fonti di finanziamento minano indipendenza e stabilità dell’organizzazione, esposta a influenze del settore privato. Inoltre la diminuzione delle risorse e le contestazioni al potere che vorrebbe esercitare riducono le capacità dell’OMS di gestire efficacemente le risposte sanitarie globali, mancando inoltre di una leadership forte e di personale qualificato.
- influenze politiche: l’OMS è stata accusata di essere stata influenzata dalla politica di alcuni stati membri, in particolare per i rapporti con la Cina all’inizio della pandemia, accuse da cui si difende poiché non dispone di poteri vincolanti per sanzionare o obbligare gli stati alla trasparenza.
- costi operativi troppo elevati e gestione inefficiente: l’OMS viene anche attaccata per avere costi operativi eccessivi rispetto alla scarsità dei benefici prodotti, alimentando dubbi sulla sua reale efficacia e sulla sostenibilità economica dell’organizzazione.
L’esperto: in una intervista di gennaio 2025 il prof. Carlo Signorelli, professore ordinario di Igiene e Sanità Pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, ha auspicato che si possa trovare una strada per affrontare le criticità rilevate nell’OMS senza comprometterne l’importante missione.
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