Nei primi cinque mesi dell’anno Inail registra una diminuzione degli infortuni (-2,2%) e dei decessi (-3,2%) in occasione di lavoro, mentre per gli infortuni in itinere si registra un decremento delle denunce di infortunio (-2,9%), ma una crescita dei casi mortali (+30,5%). Tenuto conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall’Istat nei vari anni, con ultimo aggiornamento maggio 2025, e rapportato il numero degli infortuni denunciati in occasione di lavoro (al netto degli studenti) a quello degli occupati (dati provvisori), si evidenzia un’incidenza infortunistica che passa dalle 800 denunce di infortunio in occasione di lavoro ogni 100mila occupati Istat del maggio 2019 alle 684 del 2025, con un calo del 14,5%. Rispetto al maggio 2024 la riduzione è del 3,8% (da 711 a 684). In aumento del 9,0% le patologie di origine professionale denunciate, pari a 42.383
Gli infortuni sul lavoro
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (al netto degli studenti) presentate all’Inail nei primi cinque mesi del 2025 sono state 166.296, in diminuzione del 2,2% rispetto alle 169.967 del pari periodo 2024, del 3,2% rispetto al 2023, del 35,1% rispetto al 2022, del 6,6% sul 2021, dell’1,2% sul 2020 e del 10,4% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica. L’incidenza delle denunce di infortunio in occasione di lavoro sul totale delle denunce presentate (al netto degli studenti) è passata dall’82,9% del 2019 all’82,1% del 2025.
A maggio di quest’anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un -2,0% nella gestione Industria e servizi (dai 150.954 casi del 2024 ai 147.905 del 2025), un -5,4% in Agricoltura (da 9.878 a 9.349) e un -1,0% nel Conto Stato (da 9.135 a 9.042). Tra i settori con più infortuni avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano per i decrementi il Manifatturiero (-7,6%), il Trasporto e magazzinaggio (-5,4%), il Commercio (-2,9%), le Costruzioni (-2,2%) e la Sanità e assistenza sociale (-1,2%).
L’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce nel Nord-Ovest (-5,3%), al Sud (-2,2%), nelle Isole (-0,9%), nel Nord-Est (-0,8%) e al Centro (-0,3%). Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali si segnalano la Liguria (-7,5%), la Valle d’Aosta (-6,7%), la Campania (-5,8%), la Toscana (-5,7%), la Lombardia (-5,2%), il Piemonte e l’Umbria (-4,6% ciascuna), mentre per gli incrementi il Lazio (+9,4%), la provincia autonoma di Bolzano (+9,1%), il Molise (+2,3%), la Calabria (+1,4%) e l’Abruzzo (+0,6%).
La diminuzione delle denunce di infortunio che emerge dal confronto tra il 2024 e il 2025 è legata solo alla componente maschile, che registra un -3,6% (da 115.843 a 111.696 casi) contro un +0,9% di quella femminile (da 54.124 a 54.600). In flessione le denunce dei lavoratori italiani (-3,1%) al contrario di quelle degli stranieri (+0,9%). L’analisi per classi di età mostra aumenti per gli over 59enni (+6,6%) e un calo nella fascia che va dai 15 ai 59 anni (-3,5%).
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro con esito mortale (al netto degli studenti) presentate entro il mese di maggio 2025, pur nella provvisorietà dei numeri, sono state 271, nove in meno rispetto alle 280 registrate nel 2024, quattro in più rispetto al 2023, sei in più rispetto al 2022, 91 in meno sul 2021 e sul 2020 e otto in meno sul 2019.
Rapportando il numero dei casi mortali in occasione di lavoro (al netto degli studenti) agli occupati Istat nei vari periodi (dati provvisori), si nota come l’incidenza passi da 1,20 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat del maggio 2019 a 1,12 del 2025 (-6,7%) e diminuisca del 4,3% rispetto a maggio 2024 (da 1,17 a 1,12).
L’incidenza delle denunce di infortunio mortale in occasione di lavoro sul totale dei decessi denunciati (al netto degli studenti) è passata dal 71,4% del 2019 al 71,7% del 2025 (è stata del 77,3% nel 2024).
Il calo ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 240 a 237 denunce mortali, l’Agricoltura (da 34 a 33) e il Conto Stato (da 6 a 1).
Dall’analisi territoriale emergono decrementi nel Nord-Ovest (da 74 a 70 denunce), nel Nord-Est (da 64 a 62), al Centro (da 49 a 47), al Sud (da 66 a 65) e parità nelle Isole (27 in entrambi i periodi). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano Veneto (+17), Basilicata (+5), Umbria e Abruzzo (+2 entrambe), mentre per i cali più evidenti Emilia Romagna (-17), Campania (-6), Lombardia (-5) e Lazio (-4).
Il calo rilevato nel confronto dei periodi gennaio-maggio 2024 e 2025 è legato soprattutto alla componente maschile, le cui denunce mortali in occasione di lavoro sono passate da 264 a 256, mentre quella femminile scende da 16 a 15. Diminuiscono le denunce dei lavoratori italiani (da 218 a 215) e quelle degli stranieri (da 62 a 56).
L’analisi per classi di età evidenzia incrementi delle denunce in particolare nelle fasce 25-34 anni (da 15 a 19), 45-49 anni (da 29 a 34) e 55-59 (da 66 a 73). Riduzioni tra i 20-24enni (da 10 a 7), tra i 50-54enni (da 55 a 51) e tra gli over 59 (da 75 a 53).
GLI INFORTUNI IN ITINERE
Gli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (al netto degli studenti), denunciati all’Inail entro il mese di maggio 2025 sono stati 36.226, in calo del 2,9% rispetto ai 37.309 del 2024 e del 5,4% sul 2019, in aumento del 62,4% sul 2020, del 48,0% sul 2021, dell’11,2% sul 2022 e del 4,7% sul 2023. L’incidenza di tale tipologia di denunce sul complesso degli infortuni (al netto degli studenti) è passata dal 17,1% del 2019 al 17,9% del 2025.
A maggio di quest’anno il numero delle denunce di infortuni in itinere ha segnato un -2,8% nella gestione Industria e servizi (dai 32.774 casi del 2024 ai 31.845 del 2025), un +10,2% in Agricoltura (da 509 a 561) e un -5,1% nel Conto Stato (da 4.026 a 3.820).
L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce solo al Sud (+1,9%) e riduzioni al Centro (-5,1%), nel Nord-Est (-3,7%), nelle Isole (-3,3%) e nel Nord-Ovest (-2,2%). Tra le regioni con i maggiori incrementi dei casi si segnalano la Campania (+146), la provincia autonoma di Bolzano (+60) e le Marche (+40), mentre i decrementi più rilevanti si registrano in Veneto (-397), Lazio (-248), Umbria (-187) e Lombardia (-164).
La diminuzione delle denunce di infortunio che emerge dal confronto tra il 2024 e il 2025 è legata sia alla componente maschile, che registra un -3,2% (da 18.588 a 17.988 casi) sia a quella femminile (-2,6%, da 18.721 a 18.238). Diminuiscono sia le denunce dei lavoratori italiani (-3,5%) sia quelle degli stranieri (-0,6%). L’analisi per classi di età mostra decrementi in tutte le fasce tranne in quella 60-69 anni (+3,1%).
Le denunce di infortuni in itinere con esito mortale (al netto degli studenti) presentate nel 2025, pur nella provvisorietà dei numeri, sono state 107, 25 in più rispetto alle 82 registrate nel 2024 (+30,5%), ma cinque in meno rispetto alle 112 del 2019 (-4,5%). L’incidenza di tale tipologia di denunce sul complesso degli infortuni mortali (al netto degli studenti) è passata dal 28,6% del 2019 al 28,3% del 2025 (è stata del 22,7% nel 2024).
L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi, che passa da 72 a 98 denunce mortali e l’Agricoltura (da 6 a 7), mentre il Conto Stato passa da quattro a due decessi.
Dall’analisi territoriale emergono incrementi nel Nord-Est (da 12 a 25 denunce), al Centro (da 15 a 24), al Sud (da 16 a 20) e nel Nord-Ovest (da 29 a 31) e un calo nelle Isole (da 10 a 7).
L’incremento rilevato nel confronto tra il 2024 e il 2025 è legato sia alla componente maschile, le cui denunce mortali in itinere sono passate da 74 a 89, sia a quella femminile (da 8 a 18). Aumentano sia le denunce dei lavoratori italiani (da 65 a 76) sia quelle degli stranieri (da 17 a 31).
GLI INFORTUNI DEGLI STUDENTI
Le denunce di infortunio degli studenti di ogni ordine e grado presentate all’Inail entro il mese di maggio 2025 sono state 45.159, in aumento del 3,0% rispetto alle 43.856 del 2024. Delle oltre 45mila denunce di infortunio, 1.001 hanno riguardato studenti coinvolti nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), in riduzione del 12,9% rispetto al 2024.
Da settembre 2023 è in vigore l’estensione della tutela Inail agli studenti di scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, prevista dal decreto legge n. 48 del 4 maggio 2023 e confermata anche per l’anno scolastico 2024-2025. L’incidenza degli infortuni occorsi a studenti rappresenta il 18,2% del totale delle denunce registrate nel 2025. Il 42% interessa le studentesse (+2,9% l’incremento tra il 2024 e il 2025), il 58% gli studenti (+3,1%). Tre infortuni su quattro riguardano studenti under 15 anni, un quarto quelli dai 15 anni in poi.
La Lombardia è la regione che presenta più denunce (23% del totale nazionale, +4,2% sul 2024), seguita da Veneto (13%, +12,3%), Emilia Romagna (12%, -1,5%) e Piemonte (10%, +6,0%).
Il 95% delle denunce riguarda gli studenti delle scuole statali, il restante 5% gli studenti delle scuole non statali e private. Otto le denunce di infortunio con esito mortale degli studenti di ogni ordine e grado presentate all’Inail entro il mese di maggio 2025, erano state sette nel 2024.
IN AUMENTO LE MALATTIE PROFESSIONALI
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi cinque mesi del 2025 sono state 42.383, 3.515 in più rispetto allo stesso periodo del 2024 (+9,0%). L’aumento è del 35,2% sul 2023, del 65,6% sul 2022, del 77,2% sul 2021, del 154,0% sul 2020 e del 54,8% sul 2019.
I dati rilevati a maggio di ciascun anno mostrano incrementi delle patologie denunciate nelle gestioni Industria e servizi (+8,6%, da 32.084 a 34.840 casi), Agricoltura (+11,6%, da 6.475 a 7.225) e Conto Stato (+2,9%, da 309 a 318). L’aumento interessa il Sud (+21,1%), il Nord-Ovest (+17,3%), il Centro (+5,7%) e il Nord-Est (+3,2%). In calo le Isole (-8,1%).
In ottica di genere si rilevano 2.757 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 28.756 a 31.513 (+9,6%), e 758 in più per le lavoratrici, da 10.112 a 10.870 (+7,5%). L’aumento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani, passate da 35.599 a 38.587 (+8,4%), sia quelle degli stranieri, da 3.269 a 3.796 (+16,1%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, quelle del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nei primi cinque mesi del 2025, le prime tre tipologie di malattie professionali denunciate, seguite dai tumori e dalle patologie del sistema respiratorio.