Negli ultimi mesi è diventata sempre più frequente la segnalazione, da parte dell’IVASS, di offerte di polizze fidejussorie emesse da soggetti non legittimati a farlo o che si sono successivamente rivelate false. L’Authority assicurativa, insieme alla Banca d’Italia e all’ANAC, ha formulato alcuni suggerimenti per ridurre il rischio sia da parte della PA che dei privati di accettare garanzie finanziarie non valide.
Si tratta di indicazioni operative e non possono essere invocati per attenuare la responsabilità, che resta a carico dei soggetti coinvolti.
Le imprese di assicurazione possono rilasciare garanzie fideiussorie solo se autorizzate all’esercizio del ramo “cauzione”: di queste IVASS detiene un elenco aggiornato nell’Albo “RIGA”, disponibile sul sito dell’Istituto con riferimento alle compagnie con sede in Italia e all’estero.
Il Codice dei contratti pubblici prevede inoltre specifici requisiti per assicurare l’autenticità di tali garanzie, disponendo l’emissione e firma digitale nonché la verificabilità telematica dell’esistenza della polizza. Le stazioni appaltanti possono verificare la validità della polizza, attraverso una delle seguenti modalità:
- accesso a una sezione del sito web della compagnia di assicurazione, dedicata alla verifica in tempo reale dell’autenticità della polizza;
- invio di una richiesta di conferma dell’autenticità a un indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) della compagnia; la risposta dovrà arrivare entro 5 giorni lavorativi;
- se disponibile e utilizzata dall’impresa di assicurazione, consultazione di una piattaforma digitale operante con tecnologie basate su registri distribuiti.
Le modalità di verifica messe a disposizione dalle imprese di assicurazione (sito, PEC, piattaforma) sono consultabili negli elenchi ufficiali dell’IVASS indicati in precedenza.