Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Quando si tratta di nominare i consigli d’amministrazione delle società, l’Italia si trova da anni in una situazione paradossale: sulla tutela delle minoranze è considerata tra le prime della classe, ma con il suo voto di lista e la silenziosa avversione a lasciare presentare le candidature al cda uscente è invece agli ultimi posti tra i paesi europei. In Generali «abbiamo vissuto il paradosso della presentazione di una lista da parte del consiglio uscente contro quella di un socio», ha ricordato poche settimane fa Francesco Gaetano Caltagirone nel corso di una audizione alla commissione finanze del Senato sul tema del disegno di legge Competitività dei capitali. Insomma, è passato più di un anno dal 29 aprile 2022, quando nell’assemblea del Leone di Trieste vinse la lista del board e l’ad Philippe Donnet riconfermato con il 39,6% del capitale a favore, ma alla fine si torna sempre lì, alle «liste del cda». Una scelta di governance che in Italia continua a essere controversa: per molti azionisti è uno scempio da evitare mentre per molti esperti di governance a livello europeo si tratta di un meccanismo che anzi andrebbe utilizzato più diffusamente.
L’ultima operazione, annunciata giovedì 6 luglio, ha consentito a Generali di entrare nella top ten degli asset manager europei. Nel mirino del gruppo assicurativo è finita la statunitense Connig, società specializzata nella gestione dei capitali delle compagnie Usa, con asset per 144 miliardi, che farà crescere del 30% le masse gestite da Generali. Il Leone toccherà la soglia dei 775 miliardi, portandosi dalla tredicesima alla nona posizione in Europa. Ed è solo l’ultima di una serie di operazioni chiuse in poco più di un anno. Da quell’assemblea di aprile 2022 che aveva visto gli azionisti privati (la Delfin dei Del Vecchio, Francesco Gaetano Caltagirone, la famiglia Benetton e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino) sfidare la lista del consiglio sostenuta da Mediobanca, criticando tra l’altro proprio l’assenza di operazioni di sviluppo capaci di riavvicinare Generali agli altri colossi europei come Allianz o Axa, il ceo Philippe Donnet, confermato al timone, ha fatto un’acquisizione dopo l’altra. Con un investimento complessivo di oltre 3 miliardi di euro.
Sono stati presentati i risultati del terzo Osservatorio Mefop sugli investimenti alternativi che si pone l’obiettivo di analizzare l’atteggiamento degli investitori del welfare nei confronti delle asset class alternative. La crescita dell’inflazione, va sottolineato in premessa, può rappresentare un ulteriore driver di investimento ma al contempo l’aumento dei tassi pone nuove sfide. I profili della sostenibilità rappresentano ormai una connotazione sempre più ricercata anche per gli investimenti non tradizionali. Andando alla disamina del mancato investimento in tale tipologia di asset e concentrando la attenzione sui fondi pensione si adducono la esiguità del patrimonio per conseguire efficienza in queste classi di attivo (33,3%), assenza di struttura adeguata per valutazione e controllo (20%), illiquidità dell’investimento (20%), livelli commissionali troppo elevati (6,7%), inadeguatezza percepita del livello di trasparenza (3,3%). Volgendo lo sguardo in senso prospettico il 70% dei fondi pensione intende valutare eventuali opportunità future, in autonomia o consorziandosi.
I fondi pensione sono portatori di quello che la Covip definisce come capitale paziente, svolgendo un importante ruolo di investitore istituzionale. Tra i diversi profili di attenzione vi è quello dell’investimento socialmente responsabile, primo punto all’ordine del giorno per Prevaer, forma pensionistica complementare del trasporto aereo. Lo spiega il presidente, Tonino Muscolo.
Unicredit e UnipolSai Assicurazioni hanno stipulato un accordo con il quale la banca ha acquistato il rimanente capitale (51%) di Incontra Assicurazioni, una compagnia di assicurazione danni italiana. In concomitanza, Unicredit e Allianz hanno stipulato un altro accordo in base al quale Allianz ha acquisito dalla stessa Unicredit il 50% del capitale di Incontra. Riassumendo, Unicredit passerà così dal 49% al 50% del capitale sociale di Incontra, mentre Allianz ne otterrà il controllo a seguito di un accordo parasociale.
Il prodotto multiramo di Poste Vita può contare su numerose opzionalità e un set limitato di sottostanti finanziari

La mini sanatoria per opzione donna del 2021 (possibilità di accedere sia al pensionamento anticipato sia al riscatto agevolato «a percentuale») trova applicazione anche per le domande di prepensionamento presentate dopo il 31 dicembre 2021 (originario termine di sanatoria). Lo stabilisce l’Inps nel messaggio 2547/2023, riaprendo al riesame le domande respinte. La mini sanatoria era stata introdotta dall’Inps con messaggio 4560/2021 per risolvere la questione creatasi in conseguenza al nuovo riscatto contributivo c.d. «a percentuale» (possibilità di calcolare l’onere di riscatto sul minimale di commerciati e artigiani pari a 15.953 euro nel 2021). L’Inps aveva precisato che tale riscatto poteva essere fruito anche per periodi anteriori al 1996 in due casi: 1) optando per il sistema contributivo; 2) in sede di richiesta di pensione con opzione donna. Dal 2012, spiegava ancora l’Inps, l’opzione per il contributivo di periodi ante 1996 non consente di accedere alla pensione con requisiti che non siano quelli ordinari e, quindi, neanche a opzione donna.
Con la digitalizzazione dei servizi di pagamento, aumentano anche le frodi. Dal 2017 più che raddoppiati i ricorsi all’Arbitro bancario finanziario riguardo l’uso fraudolento di servizi e strumenti di pagamento. La relazione sull’attività dell’Arbitro bancario finanziario pubblica anche le più recenti statistiche condotte dalla Banca d’Italia (Sistemi di pagamento, statistiche, 23 maggio 2023) conferma la crescente diffusione in Italia dei servizi e degli strumenti di pagamento digitali tra il pubblico, sia in termini di unità sia di valore delle transazioni. Diminuendo l’uso del contante si è di conseguenza alzato l’uso di altri metodi di pagamento come la carta di credito o altri servizi online.
Allianz è il nuovo partner assicurativo di Unicredit in Incontra assicurazioni. La società è nata nel 2006 come joint venture fra l’istituto attualmente guidato dall’amministratore delegato Andrea Orcel e UnipolSai, per le polizze danni, con il nome di Capitalia assicurazioni. Nel 2010 la società è stata quindi ribattezzata Incontra assicurazioni. Già nel piano strategico Opening New Ways 2022-2024 Unipol aveva deciso di non rinnovare la joint venture, che era in scadenza alla fine dell’anno scorso. Quello di ieri, dunque, è un passaggio formale che sancisce l’uscita del gruppo assicurativo bolognese dall’accordo. Al suo posto Unicredit ha scelto Allianz come partner assicurativo, cedendogli il 50% della società
Banca Mediolanum ha realizzato in giugno 740 milioni di euro di risultati commerciali. In particolare, la raccolta netta è ammontata a 447 milioni, con 4,69 miliardi da inizio anno. La raccolta netta in risparmio gestito ha raggiunto 219 milioni (2,16 mld da gennaio). I nuovi finanziamenti erogati sono stati pari a 276 milioni, per un totale di 1,68 miliardi da inizio anno, e i premi polizze protezione sono ammontati a 17 milioni (90 mln).

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Cocci di vetro sul marciapiede, lungo l’intero perimetro della “Casa per Coniugi”, e soffitti neri intravisti dalle finestre aperte. Alla luce del giorno, dopo una notte di sirene e di fuga, di fuliggine e di coperte termiche per coprire un centinaio di anziani malati in ciabatte, pigiama e vestaglia, è tutto quello che rimane. Scomparsi i mezzi che avevano intasato via dei Cinquecento dall’1.26 e per tutta la notte: una quarantina di autoscale dei pompieri, arrivate in otto minuti dall’allarme, venticinque tra ambulanze e automediche, il pulmino della protezione civile, perfino due bus dell’azienda comunale dei trasporti — come se qui fosse esplosa una stazione — a dare riparo tra i sedili agli altri 72 ospiti della Casa per Coniugi rimastiillesi. Restano per tutta la mattinata i furgoni della Polizia mortuaria in attesa delle salme. Due signore arse vive, nell’incendio che ha divorato la loro stanza numero 605 al primo piano, e scarnificato il letto di Nadia Rossi, 69 anni, milanese: dovrebbe essere sua, secondo i primi accertamenti, la sigaretta non spenta che ha innescato il disastro. E di Laura Blasek nata a Roma 86 anni fa, la sua vicina di posto, la prima chiamata alla reception all’1.18, quando per lei era già troppo tardi. Altri quattro ospiti della Rsa muoiono uccisi dal fumo tossico inalato, nonostante i tentativi di intubarli e riportare ossigeno nei loro polmoni: si chiamavano Paola Castoldi, Loredana Labate e Anna Garzia, tutte milanesi e arrivate a 75, 84 e 85 anni, e con loro il 73enne egiziano Mikhail Duci.

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Il fumo avvolge subito i corridoi del primo piano, toglie l’ossigeno, soffoca il respiro. Muoiono in sei. Qui nella prima ondata di Covid c’erano state più di cinquanta vittime e focolai incontrollati. Ora a provocare la strage è il fuoco. Con la complicità dell’uomo: perché l’impianto di rilevazione fumi nelle camere è guasto da più di un anno e sostituito da un «controllo dinamico» di un operatore antincendio. Tutto consentito dalla legge nell’attesa che il Comune — proprietario della struttura — dia il via ai lavori dopo la gara d’appalto. Una procedura che però non è bastata a evitare le fiamme. Quelle che si sprigionano nella stanza 605 al primo piano che ospitava Nadia Rossi e Laura Blasek. Entrambe avevano patologie invalidanti. Sono morte uccise dal fuoco e dal calore. Gli altri sono deceduti a causa del fumo che ha invaso i corridoi della Rsa. In totale i feriti sono 81: 14 sono gravi sparsi su quindici ospedali di mezza Lombardia. Le fiamme si sono innescate nella stanza 605 ma non si sono estese ad altre aree della struttura. Non ci sono dubbi sulla causa accidentale. Sembra che tutto sia partito da una sigaretta, fumata dalla 69enne. Poi le fiamme hanno lentamente avvolto materassi e coperte, sprigionando un fumo denso e soffocante. Fino ad arrivare a una bombola d’ossigeno che salta in aria e il gas che fa da «accelerante» all’incendio e avvolge quasi ogni cosa.
 L’impianto antifumo fuori uso da più di un anno e mezzo. Il bando del Comune che avrebbe dovuto dare il via ai lavori non ancora concluso. E la sorveglianza antincendio della struttura affidata a un addetto esterno in nome delle «misure di compensazione». I sei morti della Rsa «Casa per coniugi» non sono una tragedia imprevedibile. Ne sono convinti gli investigatori e i magistrati che indagano per omicidio colposo plurimo a seguito di incendio. Perché la strage di via dei Cinquecento è una catena di lacune e burocrazia, di sottovalutazione del rischio, di fondi mai stanziati e di leggi che consentono di «aggirare» i problemi in attesa di soluzioni che non arrivano mai. Com’è possibile che in una Rsa destinata a 173 ospiti, molti dei quali infermi o affetti da Alzheimer, l’impianto di segnalazione dei fumi nelle stanze sia fuori uso? Perché in alcuni reparti — come quello teatro della tragedia — gli allarmi dei degenti, quelli accanto al letto e collegati con gli infermieri, non erano funzionanti? E come è possibile che in servizio, in una struttura tanto vasta e dalle così gravi criticità (sanitarie e non solo) ci fossero in servizio solo 5 operatori socio sanitari e un’infermiera?
Unipol punta a dimezzare le sue emissioni di anidride carbonica. In occasione del convegno «Direzione 2050, Strategie per la neutralità climatica», la compagnia assicurativa ha annunciato l’impegno a ridurre del 50% entro il 2030, rispetto al 30 settembre 2022, l’intensità di carbonio dei propri portafogli di azioni e obbligazioni gestite direttamente, pari a un totale di 16,5 miliardi di euro. Il gruppo bolognese ha poi promesso di tagliare del 46,2%, rispetto al 2019, le emissioni Scope 1 e 2 legate agli edifici sotto il suo controllo e all’energia acquistata per alimentarli. Entro la fine del 2024, infine, Unipol incrementerà a 1,3 miliardi gli investimenti tematici per gli obiettivi di sviluppo sostenibile (rispetto agli 862,2 milioni di fine 2021).
  • Allianz al 50% di Incontra
    Allianz S.p.A. rileva da UniCredit il 50% di Incontra Assicurazioni e rafforza la partnership nella bancassurance.

Ammesso si avverasse la profezia secondo cui il 44% dell’attività legale verrà a breve fagocitato dall’intelligenza artificiale – sia generativa o mero machine learning dei tempi attuali, poco cambia – non è detto che ciò sia la pietra tombale dell’antica, nobile e un po’ affaticata professione forense: a patto però che l’avvocato sappia leggere il presente e cogliere l’occasione o, come più puntualmente dice la Primo presidente di Cassazione Margherita Cassano alla platea del festival della Giustizia, «sappia vincere la pigrizia intellettuale che riposa sulla banca dati e diventi (o torni ad essere, ndr) creativo» del diritto o meglio, dell’interpretazione evolutiva del diritto. Perché se è vero che «Il giurista del presente», per restare al titolo della terza edizione del festival – organizzato, a Roma, da Aiga (giovani avvocati), 4cLegal e da «Il Sole 24 Ore» – ha il dovere di formarsi e ri-formarsi con le skills richieste dalla seconda rivoluzione digitale in quattro lustri, la «persona» come soggetto e centro di diritti ha oggi più che mai bisogno di un’attenta vigilanza “dinamica” sopra di sé, in cui tutti i giuristi – dai magistrati agli avvocati, fino ai dottrinari e agli accademici – collaborano per evitare il determinismo dei dati che avrà tante belle finalità e ottimi paladini, ma suona poco amico della democrazia e meno ancora dell’uguaglianza.

In attesa di capire come impatterà la stretta sui monopattini prevista dal disegno che modifica il Codice della strada italiano e introduce obblighi di targa e assicurazione Rc, vale la pena analizzare cosa succede nel resto dell’Europa. Ce ne dà la possibilità la mappatura realizzata da Insurance Europe (e sintetizzata da Ania) sui Personal Mobility Devices – PMDs. Allo stato attuale, e stante la libertà dispositiva lasciata agli Stati membri dalla Motor Insurance Directive (UE) 2021/2118, il panorama si presenta in maniera piuttosto eterogenea. Per quanto concerne il profilo relativo ai requisiti del conducente: in alcuni paesi come ad esempio la Francia, l’età minima per guidare un monopattino è fissata a 12 anni, in altri come il Belgio si sale oltre i 14 anni (scelta recentemente fatta anche dall’Italia), in altri ancora, come la Finlandia, non vi è un limite d’età imposto dalla legge. Quanto alle caratteristiche del veicolo, la targa e l’immatricolazione sono requisiti previsti in Austria, Germania, Malta, Olanda in alcuni casi con caratteristiche e procedure semplificate rispetto a quelle dei veicoli tradizionali, mentre nella maggior parte dei paesi non è imposta l’apposizione della targa e la registrazione. Nella maggior parte dei casi non è previsto l’obbligo di patentino, nè di indossare il casco, mentre è più diffuso l’obbligo di indossare un giubbotto catarifrangente o di avere delle luci sul monopattino, soprattutto, di notte.