Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

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Che il 2023 sia stato finora l’anno dei Btp è un dato di fatto. Ma i numeri che arrivano da Assoreti, associazione di categoria delle reti di consulenti presieduta da Massimo Doris, parlano di una vera e propria corsa della clientela ai titoli di Stato: a maggio il risparmio amministrato ha portato ai professionisti del porta a porta 4,33 miliardi di euro sui 4,34 raccolti complessivamente. Di questi 3,6 miliardi sono attribuibili ai titoli, categoria nella quale i titoli di Stato hanno raccolto 2,4 miliardi. Che tradotto significa: più della metà degli afflussi dei consulenti sono arrivati da Btp e simili. Un bene per la raccolta totale, che con 22,3 miliardi è superiore di quasi un miliardo rispetto ai 21,4 del 2021. Un male per l’asset mix, che ha visto l’amministrato lievitare da 12,7 a 21,2 miliardi a fronte di un gestito che si è contratto da 8,7 a 1,1. A maggio, a fronte dell’intero sistema in rosso di 5 miliardi, le reti hanno raccolto 8,1 milioni, grazie al buon apporto di gestioni patrimoniali individuali (166 milioni), unit linked (189) e fondi aperti esteri (162), che sono riusciti a tamponare, seppur di poco, l’emorragia in atto sulle polizze vita tradizionali (-491 milioni a maggio e quasi -3 miliardi sui cinque mesi).
Partito con il freno a mano tirato, il private equity italiano ha messo la freccia nel secondo trimestre e, nonostante un mese di giugno in sordina, ha chiuso il semestre gennaio-giugno 2023 a un passo dalle 200 operazioni complessive. Per la precisione sono state 194, secondo quanto mostrato dall’Osservatorio Pem di Liuc-Business School, sei in più delle 188 del 2022 e ben 25 in più rispetto alle 169 del 2021. Giugno, come già accennato, è stato un mese un po’ più rilassato a livello di deal: l’osservatorio ne ha segnalati 30, contro 34 dello scorso anno e 48 di due anni fa. Resta il fatto che, grazie a una primavera sugli scudi -39 operazioni ad aprile e 42 a maggio- l’industria del private equity arriva al giro di boa del 2023 con la fiducia nel fatto di aver superato indenne la fase più critica di turbolenza dei mercati.
  • Generali-Cattolica
Completato uno dei passaggi principali dell’integrazione societaria di Cattolica Assicurazioni, creando la prima compagnia in Italia sia nei rami Danni sia nei rami Vita. Generate, in anticipo di un anno, sinergie fino a 130 milioni al termine del 2025, superiori agli 80 milioni previsti.

Generali Italia ha completato uno dei passaggi principali nel processo di integrazione societaria di Cattolica, creando di fatto la prima compagnia in Italia sia nei rami Danni sia nel Vita. È stato firmato l’atto che comporta, dal 1° luglio scorso, l’ingresso di Cattolica in Generali Italia come divisione generando, in anticipo di un anno, sinergie fino a 130 milioni di euro al termine del 2025, superiori agli 80 milioni previsti inizialmente.
I numeri che arrivano da Assoreti parlano di una vera e propria corsa della clientela ai titoli di stato: in maggio il risparmio amministrato ha portato 4,33 miliardi di euro sui 4,34 raccolti complessivamente. Tra questi 3,6 miliardi sono attribuibili ai soli titoli, e i soli titoli governativi hanno raccolto 2,4 miliardi. Si tratta di oltre metà degli afflussi. Afflussi importanti hanno riguardato anche le obbligazioni corporate, con 400 milioni in maggio e 2,2 miliardi nei cinque mesi. Sempre nel mese di maggio, a fronte dell’intero sistema in rosso per 5 miliardi, le reti sono state positive per 8,1 milioni grazie al buon apporto di gestioni patrimoniali individuali (166 milioni) e unit linked (189 mln), che hanno tamponato l’emorragia sulle polizze vita tradizionali (-491 milioni in maggio e quasi -3 miliardi sui cinque mesi). In generale, il contributo delle reti al sistema dei fondi aperti è stato positivo per 322 milioni contro deflussi per 2,1 miliardi dell’intera industria.
Ha preso il via Allianz Bank Future Advisors, il nuovo programma di Allianz Bank Financial Advisors, la banca rete italiana del gruppo Allianz, finalizzato all’inserimento nella rete di nuovi consulenti under 40. L’iniziativa coinvolgerà inizialmente città come Roma, Milano, Torino, Firenze, Bologna e Napoli, per poi essere estesa all’intero territorio nazionale. È previsto un percorso formativo per far acquisire specifiche competenze e rafforzare le capacità relazionali e comunicative attraverso l’alternanza di aule fisiche e virtuali.

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Generali Italia ha completato uno dei passaggi principali nel processo di integrazione societaria di Cattolica Assicurazioni, creando di fatto la prima compagnia in Italia sia nei Rami Danni sia nei Rami Vita. È stato infatti firmato l’atto che comporta, dal 1° luglio, l’ingresso di Cattolica in Generali Italia come divisione generando, in anticipo di un anno, sinergie fino a 130 milioni di euro al termine del 2025, superiori agli 80 milioni di euro inizialmente previsti. L’integrazione di Cattolica rappresenta la più importante operazione di Generali Italia nell’ambito del piano strategico di Gruppo, «Lifetime Partner 24: Driving Growth». «Con l’integrazione di Cattolica siamo oggi l’operatore numero uno del mercato assicurativo italiano: un motivo di orgoglio, ma anche una grande responsabilità verso tutti i nostri stakeholder — ha detto Giancarlo Fancel, country manager e ad di Generali Italia —: attraverso il suo brand, Cattolica proseguirà a sviluppare il proprio business tradizionale, oltre ad un focus sui settori distintivi come agricoltura, enti religiosi e terzo settore».

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Generali Italia completa il processo di integrazione societaria di Cattolica Assicurazioni che diventa, dal primo luglio, una sua divisione. Nasce così la prima compagnia assicurativa in Italia sia nel ramo danni che nel vita generando, in anticipo di un anno, sinergie fino a 130 milioni di euro al termine del 2025, superiori agli 80 milioni inizialmente previsti. «Con l’integrazione di Cattolica siamo oggi l’operatore numero uno del mercato assicurativo italiano con 12 milioni di clienti: un motivo di orgoglio e una grande responsabilità», dice Giancarlo Fancel, country manager e ceo di Generali Italia. «Attraverso il suo brand, Cattolica proseguirà a sviluppare il proprio business tradizionale, oltre ad un focus sui settori distintivi come agricoltura, enti religiosi e terzo settore».

Il mondo della cybersecurity non parla italian e questo è un problema con il quale il nostro Paese fa i conti da parecchio tempo. Tutte le aziende e istituzioni italiane hanno imparato nel modo più duro che devono difendersi dai criminali, ma ancora poche sanno che anche i governi “amici” tendono a mettere le loro orecchie un po’ troppo vicine a dati che dovrebbero restare riservati. E se questo ha una importanza “relativa” per la maggior parte del tessuto economico del Paese, le cose cambiano se pensiamo a ministeri, enti, agenzie governative e aziende di importanza strategica.

Handelsblatt

 

Secondo alcuni addetti ai lavori, l’Alleanza internazionale delle assicurazioni per il clima sta valutando la possibilità di ammorbidire le proprie regole per riconquistare i membri che se ne sono andati. Due persone che hanno familiarità con il piano hanno dichiarato all’agenzia di stampa Reuters che il termine di sei mesi entro il quale i membri devono pubblicare gli obiettivi di emissione di gas serra potrebbe essere abolito. Anche altre regole verrebbero modificate per rendere meno rigida l’adesione. Nella Net-Zero Insurance Alliance (NZIA), lanciata dalle Nazioni Unite nel 2021, gli assicuratori volevano darsi regole uniformi per contribuire attivamente alla protezione del clima, ad esempio non assicurando più industrie particolarmente inquinanti. Da allora, però, molti membri si sono ritirati, tra cui la tedesca Allianz, membro fondatore. Attualmente l’alleanza conta dodici membri; un tempo ne contava più di trenta.