DA INVESTITORI E SERVICER PROPOSTE VINCOLANTI SUGLI NPL DELLA EX BANCA DI BOLOGNA

di Luca Gualtieri
Unipol si appresta a chiudere in via definitiva la partita della ex Unipol Banca. La compagnia bolognese (assistita dall’advisor PwC) starebbe ricevendo le offerte vincolanti per il portafoglio crediti di Unipolrec, la bad bank in cui nel 2019 erano confluiti gli attivi deteriorati dell’istituto nel frattempo inglobato da Bper. Il processo, partito in primavera, è volto a trovare una soluzione per i 2,6 miliardi di npl oggi custoditi dalla società che peraltro negli anni scorsi ha inglobato anche anche 1,3 miliardi di sofferenze dell’istituto modenese. Molte le opzioni sul tavolo di Unipol: dalla cessione in blocco del portafoglio a un unico compratore, a uno spacchettamento dello stock fino alla scelta di continuare a gestirlo internamente nel caso in cui le valutazioni espresse dalle offerte si discostassero dalle aspettative. Sul dossier comunque si sarebbero affacciati diversi operatori finanziari e industriali, alcuni peraltro impegnati anche nel processo per la valorizzazione della piattaforma di gestione di Bper. Se rimane esclusa una cessione della società, è chiaro che la vendita degli asset potrebbe comunque rappresentare la tappa conclusiva della parabola di Unipol Banca. Il distacco tra la compagnia e l’istituto di credito è avvenuto già prima della pandemia con la cessione delle attività in bonis a Bper per 220 milioni. Allo stesso tempo, attraverso UnipolRec, Bologna ha anche rilevato dalla banca emiliana un pacchetto di npl del valore complessivo di 1,3 miliardi. Così facendo la compagnia guidata da Cimbri ha completato il riassetto nel settore del credito, obiettivo a lungo perseguito, e ha rifocalizzato l’attività esclusivamente sul settore assicurativo. Unipol comunque non si è del tutto allontanata dal settore bancario che anzi continua a presidiare attraverso le partecipazioni detenute in Bper e in Popolare di Sondrio. Proprio in queste settimane è in corso l’integrazione di Carige con l‘opa finalizzata al delisting dell’istituto genovese.

A Modena nel frattempo è in corso il processo per la cessione della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati. Se nelle scorse settimane i pretendenti si sono fatti avanti con le offerte vincolanti, non è escluso che la banca guidata da Piero Montani possa premere sull’acceleratore nel mese di agosto per avviare delle trattative in esclusiva, con l’obiettivo di chiudere la procedura per la fine dell’anno. La scelta di Bper di mettere a gara sofferenze e Utp, come già evidenziato in passato, rappresenta un cambio di strategia per l’istituto di Modena. La banca era rimasta infatti l’unica in Italia tra quelle di dimensioni medio-grandi a gestire internamente le posizioni problematiche. I concorrenti invece col tempo si sono mossi per lo più in direzione diversa, da Intesa Sanpaolo che ha stretto alleanze con Intrum e con Prelios a Banco Bpm che si è appoggiata a Gardant (ex Credito Fondiario). Per quanto riguarda i pretendenti sul mercato sono circolati i nomi di doValue, Gardant (alleata con Amco), Intrum e Prelios. (riproduzione riservata)
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