IL PUNTO DI MAURO MASI*
Nella sua importante e articolata relazione all’annuale Assemblea dell’Ania, la presidente Bianca Maria Farina ha, tra l’altro, sottolineato quanto sia urgente dotare l’Italia di un sistema di gestione (che Ania ipotizza di tipo misto, pubblico – privato) dei rischi catastrofali. La presidente ha parlato di: «forse l’ultima finestra di opportunità per allinearsi ai migliori standard internazionali». Ma quali sono i migliori standard internazionali? Tentando di voler essere sistematici si individuano:

Assicurazione volontaria: il modello volontaristico, da un punto di vista attuariale, non consente di ripartire in maniera sostenibile il rischio assicurativo e comporta alti costi per i cittadini. I potenziali clienti possono decidere di dotarsi o meno della copertura. In un contesto di carenza di cultura assicurativa il sistema può non svilupparsi e soprattutto si possono generare dei meccanismi di anti-selezione, dove i soggetti esposti a un basso livello di rischio possono decidere di non sottoscrivere la copertura. Assicurazione obbligatoria: l’opzione dell’obbligo di assicurarsi, dove i soggetti esposti a rischio devono comunque assicurarsi, garantisce una vasta diffusione di coperture, soprattutto in mercati assicurativi non particolarmente sviluppati (Islanda, Turchia), anche se può essere percepita come «impopolare» (da noi, come una sorta di «nuova tassa sulla casa»). Assicurazione semi-obbligatoria: il modello semi-obbligatorio prevede un’estensione obbligatoria ai rischi catastrofali nelle polizze base (es. polizza incendio o auto), commercializzate su base volontaria. Ovvero un modello semi-obbligatorio in base al quale i possessori di una polizza incendio vedono automaticamente estendersi la copertura assicurativa anche contro i rischi di alluvioni, terremoti ecc. Tale soluzione tende a risultare meno impopolare e più appetibile anche per l’abbinamento di due rischi con frequenze molto diverse. Tale sistema è impiegato in Belgio, Spagna, in alcuni stati degli Stati Uniti e soprattutto in Francia che viene considerato ad oggi il modello più efficace.

Intervento Statale «Pay as you go»: intervento statale laddove il fatto accada, senza accantonamento preventivo, o comunque impiego di risorse statale come qui da noi, in Italia dove il sistema ha assunto tutti gli oneri di ricostruzione post-emergenza.

Il Libro verde della Commissione europea sull’assicurazione contro le calamità naturali e antropogeniche (ormai del lontano aprile 2013) incoraggiava una polizza obbligatoria per superare i fenomeni di selezione avversa, la creazione di polizze multirischio con rischi non correlati tra loro, la formazione di pool assicurativi e la partnership tra pubblico e privato che possa prevedere lo stato come partecipe a pool assicurativi, o come riassicuratore, o come riassicuratore di ultima istanza. Una scelta che spetta comunque al legislatore nazionale.
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