C’è un’importante semplificazione introdotta per la prima volta nel 2021 nell’ambito del sistema di gestione del rischio in Italia. Si tratta dell’utilizzo della metodologia dei valori standard per determinare il contributo pubblico che può essere erogato a favore degli agricoltori italiani che coprono i loro rischi, rivolgendosi al mercato assicurativo e aderendo ai fondi mutualistici. Un decreto Mipaaf del 28 maggio 2021 (G.U. n. 156 dell’1/7/2021) ha individuato gli standard value relativi alle produzioni vegetali, incluse le uve da vino Dop e Igp, applicabili per la determinazione del valore della produzione media annua e dei valori massimi assicurabili al mercato agevolato e per l’adesione ai fondi di mutualizzazione nel 2021.

Il decreto è composto da un solo articolo, cui seguono quattro corposi allegati, contenenti per ciascun prodotto agricolo il valore unitario standard della produzione espresso in euro per ettaro ed articolato per ambiti geografici che, in certi casi, arriva al dettaglio del singolo comune. Si tratta di una semplificazione per agricoltori, servizi di consulenza agricoli (CAA) e amministrazione, che non dovranno più dimostrare e controllare la veridicità dei dati sulla resa media storica pluriennale.

Con l’introduzione dello standard value nel 2021, ci sarà uno snellimento degli adempimenti burocratici in capo ai beneficiari, la velocizzazione delle procedure di controllo svolte dagli organismi pagatori e, soprattutto, una maggiore rapidità nella gestione delle domande di sostegno e nell’erogazione dei pagamenti agli agricoltori beneficiari. La nuova metodologia ruota attorno al concetto di valore della produzione media annua che l’agricoltore dichiara nel proprio piano assicurativo individuale (PAI). Questo dato è messo a confronto con lo standard value riportato nel dm e determinato annualmente da Ismea. Se il valore della produzione media annua dichiarata dall’agricoltore risulta inferiore o uguale allo standard value, il sistema determina in automatico il contributo pubblico da riconoscere. In caso contrario, quando un agricoltore dichiara un valore della produzione aziendale superiore al dato di mercato, è necessario giustificare lo scostamento, producendo idonea documentazione con cui si dimostra che, nella media degli ultimi 3 anni o nella media olimpica degli ultimi 5, il valore aziendale è superiore allo standard value. Con questo accorgimento, solo pochi agricoltori saranno tenuti ad esibire i dati della resa storica. Il valore standard per euro ad ettaro, articolato per prodotto e area geografica, determinato tramite il dm, è molto variabile. Ad esempio, per le pere, sono solo due le categorie: precoci (valore standard di 23.347 /ha) e a maturazione normale (31.988 /ha).

Ermanno Comegna

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