Come ha più volte sottolineato il premier Mario Draghi, l’attenzione politica deve essere rivolta soprattutto al futuro delle giovani generazioni, anche in considerazione della stessa finalità del Next Generation Eu. In questa direzione si colloca la volontà di sostenere la natalità (1,24 è secondo i dati Istat il numero medio di figli per donna in Italia, il più basso dal 2003), considerando la preoccupante tendenza dell’invecchiamento della popolazione. Nell’ottica di sostenere le nuove generazioni si inseriscono sia l’intento di riattivare il mercato del lavoro, anche prospettando soluzioni di turnover generazionale per le imprese, sia il dibattito sull’ opportunità di introdurre una pensione di garanzia nel metodo di calcolo contributivo per attenuare l’elevato rischio previdenziale dei Millennials, sia infine la previsione della garanzia dello Stato per il mutuo al 100% per favorire l’accesso alla prima abitazione. Al di là della sfera pubblica, va sottolineato poi come in Italia sia forte l’attenzione delle famiglie per supportare finanziariamente i giovani, tendenza ancor più accentuata in considerazione degli effetti del Covid-19, come testimoniato dall’ultimo rapporto annuale del Censis, che evidenzia come ben 16 milioni di pensionati abbiano svolto il ruolo di silver welfare a favore di figli e nipoti. Non sono più infatti solo i genitori il sostegno dei giovani, ma sempre più anche i nonni, come certificato dalla proposta dell’Ania, che auspica di estendere la deducibilità fiscale della previdenza complementare anche nell’ipotesi in cui a versare i contributi al piano previdenziale del nipote sia il nonno, attualmente non beneficiario di alcun vantaggio, non essendo nella generalità dei casi catalogabile il nipote come familiare a carico.

Al di là del contingente, e guardando al futuro, come può un genitore (ma anche un nonno) aiutare un giovane a costruire una dote per il domani che sia di ausilio, per esempio, per arricchire il proprio bagaglio di competenze, avviare una propria attività, fare fronte alle spese per costruire il proprio nucleo familiare, attivare un piano di integrazione pensionistica? La premessa è rappresentata dalla necessità di un salto di paradigma da parte del risparmiatore superando, almeno per perseguire tale finalità, la fase attuale in cui, come evidenzia l’ultima indagine annuale di Acri-Ipsos per la 93° Giornata mondiale del risparmio, il risparmio viene sempre più vissuto come un ingrediente funzionale a una proiezione al breve-medio termine, piuttosto che come fonte di sacrificio odierno per una progettazione di lungo periodo. Il presupposto di un investimento per i figli o nipoti è invece proprio quello di proiettare il risparmio, con una strategia adeguata, verso orizzonti temporali ampi e protratti.

Le strade da seguire. Andando alle scelte concrete, una prima via può essere rappresentata dal risparmio gestito con l’investimento, se si ha un capitale già costituito, o in gestioni patrimoniali o in fondi comuni. Se invece il tesoretto va costruito poco alla volta con formula rateale, la via può essere quella del piano di accumulo, il pac, che consente uno stimolo al risparmio forzoso, la sostenibilità dello sforzo finanziario nell’ambito del proprio budget familiare, la diversificazione temporale dell’investimento mediando le quotazioni di ingresso nello strumento, e la gestione dell’emotività evitando che si disinvesta per paura in caso di ribasso dei mercati capitalizzando quindi perdite. Non va poi sottovalutato il benefico effetto del pac come pilota automatico che guida l’investimento nel tempo in un Paese quale è l’Italia in cui, come evidenziato nell’ultimo rapporto sulle scelte di investimento delle famiglie della Consob, la cultura finanziaria dei cittadini resta contenuta, sebbene in lieve miglioramento. Per la finalità perseguita del futuro del giovane, il piano di accumulo consente poi l’attivazione di una bussola considerando come, sempre secondo dati Consob, solo il 40% circa dei risparmiatori dichiara di avere un piano finanziario e quasi altrettanti di avere e rispettare un budget costantemente o saltuariamente.

Altra scelta può essere poi quella dell’investimento in strumenti assicurativi, distinguendo anche qui la modalità a premio unico o a premio unico ricorrente. Partendo dalla prima casistica, e sempre nella prospettiva di tendere a costruire un portafoglio equilibrato e diversificato in un mix pro giovani che deve coniugare protezione e dinamicità, va sottolineata la propensione da parte delle compagnie, come testimoniato dall’ultima Analisi del trend dell’offerta dei prodotti assicurativi dell’Ivass, a disegnare e offrire prevalentemente polizze di tipo multiramo (prodotti derivanti dalla combinazione di polizze rivalutabili di ramo I e polizze unit linked di ramo III) e forme di tipo rivalutabile. Nel caso invece di un investimento periodico, sono numerose le offerte ad hoc presenti sul mercato, e tra queste si possono citare UnipolSai risparmio giovane, Futuro Dedicato di Axa, Obiettivo Futuro di Hdi Assicurazioni, Posta Futuro da grande (a favore di un bambino fino a 10 anni) di Poste Vita, Crescita Reale Zerodiciotto di Reale mutua, Vittoria Cresco e Lode di Vittoria Assicurazioni. Le prestazioni vanno dalla creazione di un capitale con possibilità di convertirlo in borsa di studio alla previsione di specifiche coperture con esonero dal pagamento dei premi in caso di premorienza o grave invalidità, a bonus in ragione del conseguimento del titolo di studio anche in funzione della votazione ottenuta. Si segnala anche che Generali Italia ha lanciato Generali Proevolution, polizza multiramo che prevede un bonus natalità fino a 1.000 euro dedicato alla nascita o all’adozione di un figlio. Investe nei settori digitale, tecnologico, dei cambiamenti sociali: dall’intelligenza artificiale e big data, ai veicoli elettrici e la cybersecurity, ai cambiamenti demografici, fino alla ricerca sanitaria.

In periodo green è sempreverde poi l’utilizzo dei buoni postali, che prevedono la versione specifica per i minori con gli interessi che maturano fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio o nipote con un rendimento fisso. Non ci sono costi di sottoscrizione e di rimborso salvo gli oneri fiscali con una tassazione dei rendimenti comunque agevolata con aliquota al 12,5% (rispetto a quella ordinaria del 26%), oltre all’imposta di bollo nella misura dello 0,2% annuo (in quest’ultimo caso l’imposta si applica se il risparmiatore possiede buoni per un importo superiore a 5 mila euro). Ruolo di rilievo ha infine la prospettiva previdenziale, con l’opportunità di attivare un fondo pensione aperto o un pip (piano individuale pensionistico) a beneficio del figlio utilizzando il vantaggio fiscale rappresentato dalla possibilità di dedurre il contributo versato anche per il familiare a carico entro il plafond annuo dei 5.164,57 euro. Nel caso in cui si sia lavoratori dipendenti va verificata la possibilità di farlo aderire al proprio fondo pensione negoziale o preesistente, se lo statuto della forma pensionistica lo preveda, per beneficiare dei costi inferiori di questi comparti. (riproduzione riservata)

I pro e i contro degli investimenti per figli e nipoti
Pianificare l’accumulo di risparmio per figli e nipoti non è difficile. Banche, compagnie di assicurazione e società di gestione mettono a disposizione varie tipologie di strumenti adatte alle diverse esigenze e alle varie tasche. Ecco una breve panoramica dei pro e contro delle formule più diffuse.

Il libretto di risparmio. Lo strumento più diffuso è senz’altro il libretto di risparmio: è possibile aprirne uno fin dal momento della nascita. È sufficiente presentare un documento di identità valido e il codice fiscale di un genitore e del minore. Il libretto di risparmio è il modo più semplice e immediato per iniziare a costruire un piccolo deposito di denaro per i figli e presenta diversi vantaggi, primi fra tutti la facilità di gestione e la flessibilità. Il maggior punto di debolezza è rappresentato dai rendimenti che, in una fase di tassi ai minimi, sono contenuti.

Il piano di accumulo. Un’altra modalità di risparmio è il piano di accumulo. Si tratta di un programma di risparmio attraverso l’adesione ai fondi comuni che consente di investire periodicamente un importo anche contenuto. È possibile: definire la durata, la periodicità e l’ammontare dei versamenti, sospendere i versamenti, nonché modificare la rata in base alle proprie esigenze. In questo caso bisogna fare attenzione alle commissioni legate alle rate periodiche.

Le polizze vita con piano di risparmio. Le polizze vita, soprattutto quelle con piano di risparmio, sono un’altra opzione: sono modulabili nella durata e nella periodicità dei versamenti e possono presentare la garanzia del capitale investito. Spesso vengono scelte dai famigliari, come i nonni, che desiderano contribuire alla costruzione di un piccolo tesoretto su cui fare affidamento al raggiungimento di qualche traguardo: la maturità, la laurea, una scadenza importante. Da verificare le penalizzazioni in caso di rimborso anticipato, oltre alle commissioni che nel caso delle polizze vita possono essere superiori rispetto ai fondi per via della componente assicurativa.

Il fondo pensione. Infine, un’idea può essere l’attivazione di un piano previdenziale che i figli potranno continuare quando lavoreranno. Per quanto riguarda i fondi pensione va segnalato che il capitale è vincolato alla prestazione finale e quindi a meno di possibilità di riscatti parziali o totali per determinate esigenze, lo strumento è pensato per una durata coincidente con la vita lavorativa dell’aderente. (riproduzione riservata)

Banca Widiba con FEduF: a scuola di risparmio già da bambini
Imparare a utilizzare in maniera consapevole il proprio denaro è una necessità che va appresa fin da piccolissimi. Una sfida tanto più impellente se si considera che, stando all’ultimo rapporto Iacofi di Bankitalia, un italiano su quattro ha un livello di alfabetizzazione finanziaria insufficiente, e circa 8 milioni di persone gestiscono l’economia familiare non avendo le competenze necessarie a riguardo. Rientra nel solco dell’esigenza di colmare questo gap l’iniziativa di Banca Widiba, appartenente al gruppo Mps, che ha lanciato in collaborazione con la Fondazione per l’Educazione Finanziaria e il Risparmio (FEduF) il progetto Economia e fantasia-Insegnare ai figli l’educazione finanziaria. Un vero e proprio progetto formativo, strutturato in due parti: nella prima, iniziata lo scorso 22 giugno e prevista fino a fine anno, verranno coinvolti i genitori, che potranno assistere a una serie di otto webinar che spiegano i temi connessi alla cultura economico-finanziaria. La seconda invece si rivolgerà direttamente ai più giovani, tramite una serie di eventi programmati in scuole e università su tutto il territorio nazionale. Gli argomenti toccheranno le tematiche di risparmio della vita di tutti i giorni: dal momento giusto per iniziare a parlare di soldi in famiglia all’età ideale per la prima paghetta, passando per la delega ai figli delle prime, piccole spese familiari e per i passaggi fondamentali di una corretta gestione dei risparmi. Tra le tematiche dei webinar rientrano poi la tutela e il benessere individuali e sociali, le differenze di genere, gli stereotipi economici, la diversificazione degli investimenti a seconda del genere dei figli. E ancora, la situazione attuale nelle scuole e il ruolo dei genitori nell’ambito del contesto di istruzione, gli investimenti e le soluzioni a disposizione per scommettere sul futuro dei figli, la pianificazione e la crescita del capitale umano, oltre ovviamente al tema della previdenza.

«Abbiamo sempre seguito l’approccio della consulenza globale, quindi partire dalle esigenze complessive della famiglia», commenta Marco Marazia, direttore generale di Banca Widiba, che poi ricorda: «Siamo una banca universale, per figli, genitori, e anche per nonni: l’importante è aiutare le famiglie a prendere decisioni consapevoli». Lo scopo principale è di lungo periodo: «Se saremo in grado di mettere nelle condizioni di veicolare tutto questo di generazione in generazione», sottolinea il manager, «avremo fatto anche un passo in più: un’evoluzione strutturale nell’educazione e nella cultura della clientela». Gli fa Giovanna Boggio Robutti, direttore generale di FEduF: «Grazie all’impegno di realtà come Widiba», afferma, «possiamo aiutare i ragazzi a sviluppare consapevolezza sull’uso del denaro, sulle scelte di spesa, sull’impronta ecologica, facendo in questo modo crescere le loro competenze di cittadinanza economica».

La peculiarità del progetto, in questo contesto, è quella di affrontare temi ostici come quelli collegati al risparmio in modo inclusivo, alla portata di tutti: per i piccolissimi, ad esempio, l’approccio utilizzato prevede di entrare in contatto con le scelte finanziarie tramite la lettura di favole e fiabe in cui i protagonisti si trovano a compiere scelte che, sebbene in forma inconsapevole, rientrano nel vissuto economico di ogni giorno.

Un percorso che rientra nel dna di Banca Widiba, che da tempo propone iniziative volte a creare una vera e propria cultura finanziaria nella propria clientela. Tra i temi di divulgazione affrontati dell’istituto rientrano anche tematiche solo indirettamente collegate agli investimenti, come l’invecchiamento della popolazione, la polarizzazione della ricchezza, la nuova composizione delle famiglie, la parità di genere e la sostenibilità. (riproduzione riservata)

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