Il presidente Ivass, Luigi Federico Signorini è intervenuto in occasione dell’Assemblea Ania

E’ urgente rivedere le norme bonus-malus del settore Rc auto. Lo ha detto nel suo intervento all’assemblea dell’Ania (vedi nostro articolo) il presidente dell’Ivass, Luigi Federico Signorini, sottolineando che “il settore della Responsabilità civile auto è stato interessato negli anni da vari, stratificati interventi sulla normativa primaria e secondaria“.

Tra i provvedimenti che “ci paiono di dubbia efficacia rientrano quelli che hanno di fatto accelerato l’obsolescenza delle attuali regole di funzionamento del sistema bonus/malus, rendendole non più idonee a fornire una misurazione attendibile del rischio della guida. Ne è ormai necessaria una completa revisione. In tema, vorremmo riaprire un confronto sia con l’industria, sia con i consumatori, da estendere anche agli aspetti critici del funzionamento della Convenzione per il risarcimento diretto. L’obiettivo -ha spiegato- è favorire prassi uniformi, eque sul piano assicurativo e rispettose dei diritti degli assicurati”.

Un altro “elemento importante saranno le regole per il risarcimento del danno non patrimoniale conseguente alle lesioni fisiche di maggiore entità, applicabili anche all’assicurazione della responsabilità civile sanitaria. Dovrebbe essere prossima l’adozione del Decreto ministeriale che introdurrà nell’ordinamento nuovi criteri per determinare il risarcimento quando l’invalidità permanente”. 

Signorini

Solevency II

Anche su Solvency2 sono necessari degli aggiustamenti. Signorini ha detto che “si stanno discutendo in questo periodo importanti innovazioni regolamentari e di vigilanza. La revisione di Solvency2 è il dossier più importante. L’intervento normativo non ne stravolgerà l’impianto fondamentale. Il regime prudenziale, date le premesse su cui è costruito, ha funzionato nel complesso bene, anche in un contesto di crisi. Altre revisioni sono state sollecitate dall’esperienza di questi primi anni di applicazione; riguardano aspetti che non hanno funzionato come ci si attendeva, in particolare la vigilanza cross-border e gli strumenti per mitigare la volatilità degli aggregati patrimoniali”.

Altre correzioni, ha proseguito, “si rendono necessarie in relazione alle mutate condizioni dei mercati finanziari, o infine all’esigenza politica di perseguire con maggiore determinazione certi obiettivi strategici: la transizione verso emissioni nette nulle di gas-serra, e un progresso piu’ rapido nella direzione di una reale integrazione del mercato dei capitali in Europa“.

L’Ivass -ha ricordato- ha partecipato in modo attivo ai lavori preparatori della riforma condotti nella sede di Eiopa, assumendo in qualche caso una diretta responsabilità di coordinamento. Nel complesso diamo una valutazione positiva delle proposte che Eiopa ha formulato. Vediamo però la necessità di perfezionare qualche aspetto tecnico, soprattutto per migliorare gli effetti anticiclici dell’aggiustamento per la volatilità, e di stabilire regole per un’ordinata transizione ai nuovi standard“.

L’Autorità “è pronta a fornire un contributo ai Ministeri competenti durante il negoziato politico, che comincerà dopo l’adozione della proposta legislativa da parte della Commissione“, prevista per la prima settimana di settembre.

Signorini ha ricordato che l’Ivass si è “battuta” in sede europea per “assicurare che la maggior parte delle revisioni di Solvency2 avvenisse senza richiedere un aumento della dotazione patrimoniale a livello aggregato (“balanced package”)“, mentre “non abbiamo ritenuto opportuno perseguire lo stesso principio di invarianza del capitale per il rischio di tasso. Per questo aspetto la disciplina di Solvency2 si basa in effetti su formule poco robuste, sia in teoria sia in pratica“.

La rilevanza del problema, ha proseguito, “è stata messa in evidenza dal perdurare di tassi di interesse bassi o negativi, una condizione in cui l’attuale metodologia non fornisce risultati adeguati. Abbiamo dunque condiviso la linea proposta da Eiopa, che in questo caso non esclude la possibilità di un incremento dei requisiti complessivi a livello europeo. Sappiamo che le compagnie assicurative non sono favorevoli a questa innovazione, e che peraltro l’opposizione è più vivace in paesi diversi dall’Italia, dove ci si attende che l’impatto delle nuove norme sia maggiore; siamo però convinti che un intervento sia giustificato da equilibrate considerazioni tecniche”.