Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Serve un po’ di rischio e tanta audacia per innovare nel settore assicurativo utilizzando le nuove tecnologie. La pandemia, con il lockdown, ha spinto tutta l’industria ad accelerare l’uso dei nuovi strumenti di comunicazione, come un po’ per tutti. Ma l’Italia sembra però procedere troppo a rilento in tema di insurtech rispetto agli altri mercati europei e al resto del mondo, e senza un’accelerazione il rischio è perdere il passo. Il tema è stato al centro del panel «Insurtech, è innovazione assicurata», nel terzo giorno della MilanoFinanza Digital Week, e i dati di partenza non sembrano molto rassicuranti. In Italia gli investimenti nel settore Insurtech «sono abbondantemente insufficienti per contrastare la competizione di grandi fondi e player assicurativi internazionali, che guardano con sempre maggior interesse al mercato italiano.
Nel contesto pandemico si inscrivono i contributi dell’Unione Europea per un’evoluzione «green» delle organizzazioni aziendali, delle attività e dei prodotti volti ad assicurare una crescita economica reale e sostenibile. Ma non di solo verde è fatta la sostenibilità, e il mondo della finanza si è subito attrezzato con la creazione di fondi di investimento Esg (Environmental, Social, Governance) che pongono nel mirino realtà aziendali sostenibili a tutto campo. Campo nel quale trovano alloggio molti altri profili che sin qui non ci eravamo abituati a considerare parte integrante della sostenibilità nella sua più lata accezione. Uno di questi, a piacevole sorpresa, è la privacy.
Gli acquisti che mercoledì 30 giugno le cooperative hanno avviato su Unipol cadono in un periodo delicato per l’evoluzione della compagnia. Completata con successo l’integrazione di Fonsai, aggiornata e ampliata la strategia industriale e ceduta Unipol Banca alla partecipata Bper, il ceo Carlo Cimbri ha scelto proprio l’anno della pandemia per entrare con decisione nel processo di consolidamento del sistema bancario.
Scocca l’ora del ritorno al dividendo per le compagnie di assicurazione italiane, pronte a liberare 4,4 miliardi di cedole. Il via libera ufficiale è arrivato dall’Ivass, in occasione della prima relazione annuale del nuovo presidente e direttore della Banca d’Italia, Luigi Federico Signorini. «Non c’è ragione di rinnovare i vincoli alle cedole imposti dalle autorità europee che scadranno a settembre», ha detto Signorini illustrando numeri che mostrano il sistema assicurativo italiano indenne alla pandemia. L’utile 2020 è stato di 8,6 miliardi, in linea con il 2019 (-0,5%) e l’indice di solvibilità è in assoluta sicurezza, pari al 243%, quasi due volte e mezzo il minimo richiesto dalle autorità, e più alto del livello pre-pandemia, con un ulteriore rafforzamento proseguito nei primi mesi del 2021.
I gestori patrimoniali hanno triplicato la loro quota di mercato negli ultimi 12 anni fino a raggiungere il 14%. Nello stesso tempo, il settore è cresciuto del 2,5% l’anno. Spazio per correre ce n’è ancora, se si pensa che l’Italia è il terzo Paese quanto a risparmio privato del Vecchio Continente, a quota 4.700 miliardi di euro.
Allianz Target 4 Life è una polizza caratterizzata dall’investimento in quote di uno o più fondi interni dal cui valore dipendono le prestazioni finanziarie. Il premio minimo è pari a 5 mila euro ma è possibile integrare premi periodici. La proposta di investimento prevede la selezione della propria strategia di investimento in base al profilo di rischio del contraente, con relativa modalità di pagamento dei premi e durata della funzione Lifecycle.
Carige Unitpiù è un prodotto finanziario-assicurativo di tipo unit-linked, e tra le opzioni di investimento disponibili si è scelta in questa sede quella definita Equilibrato. Il premio unico, al netto dei costi, verrà nella fattispecie investito nel fondo interno Amissima Flessibile Bilanciato che ha come obiettivo la crescita del capitale attraverso un’esposizione diversificata ai mercati azionari e obbligazionari su un orizzonte temporale consigliato di almeno sei anni. Il contratto è a vita intera e si estingue al decesso del contraente o in caso di recesso e riscatto totale

Prorogate fino a fine anno le misure straordinarie del fondo di garanzia per le pmi per fare fronte alle conseguenze economiche della pandemia. Al contempo, sono state rimodulate le coperture della garanzia statale. Fino al 31 dicembre, i finanziamenti alle pmi saranno garantiti dallo stato per importi fino a 30 mila euro, ma con una copertura che dal 100% scende al 90%. Per gli importi superiori la garanzia del fondo si riduce all’80%. Per questa tipologia di prestiti è possibile ottenere una durata fino a 8 anni (contro i 6 consentiti fino al 30 giugno).
C’è un’importante semplificazione introdotta per la prima volta nel 2021 nell’ambito del sistema di gestione del rischio in Italia. Si tratta dell’utilizzo della metodologia dei valori standard per determinare il contributo pubblico che può essere erogato a favore degli agricoltori italiani che coprono i loro rischi, rivolgendosi al mercato assicurativo e aderendo ai fondi mutualistici. Un decreto Mipaaf del 28 maggio 2021 (G.U. n. 156 dell’1/7/2021) ha individuato gli standard value relativi alle produzioni vegetali, incluse le uve da vino Dop e Igp, applicabili per la determinazione del valore della produzione media annua e dei valori massimi assicurabili al mercato agevolato e per l’adesione ai fondi di mutualizzazione nel 2021.
«Quota 100 non è stata un vantaggio per la p.a. e non ha realizzato, almeno per il pubblico impiego, l’auspicato ricambio generazionale. Le risorse umane che sono fuoriuscite dalla p.a. non sono state sufficientemente sostituite da assunzioni di giovani che continuano a sembrare poco interessati a lavorare nella pubblica amministrazione. Per questo è essenziale che le riforme che il governo sta mettendo in campo sul reclutamento funzionale al Pnrr diano ai giovani una prospettiva di carriera e di valorizzazione nella p.a.».
Quattro segnalazioni di attacchi privacy al giorno: è la media registrata nel 2020 di notificazioni di cosiddetti data breach. È il bilancio registrato dal Garante della privacy nella Relazione dell’attività svolta nel 2020 presentata ieri a Roma. Nella relazione si evidenzia che, dal 1° gennaio al 31 dicembre 2020, sono pervenute al Garante 1.387 notifiche di violazione dei dati personali ai sensi dell’articolo 33 del Regolamento Ue sulla protezione dei dati n. 2016/679 (Gdpr) e dell’articolo 26, dlgs n. 51/2018 (trattamento di dati in ambito giudiziario penale). Nella relazione il Garante aggiunge che le notificazioni hanno riguardato soggetti pubblici, nel 29% dei casi, e soggetti privati nel 71% dei casi.

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  • La battaglia di Bergamo “Ora lo Stato paghi per i nostri morti”
Più di duemila pagine per portare lo Stato alla sbarra: governo, ministero della Salute e Regione Lombardia. Duemila pagine, ovvero una mole di documenti, stralci di verbali, valutazioni, rilievi. E storie. Storie di morti di Covid. «Migliaia di bergamaschi e di bresciani sono stati mandati a morire dalla politica», dalle negligenze e dal malfunzionamento di «un sistema che di fronte alla pandemia si è fatto trovare impreparato e non ha saputo proteggere i cittadini ». Parole dei legali che rappresentano 500 familiari di vittime del coronavirus e che, a partire dall’8 a luglio, a Roma, si giocheranno queste carte nel processo civile per chiedere giustizia sulla “strage lombarda”: l’ecatombe causata dal virus nelle terre più colpite. Con epicentro proprio le province di Bergamo e Brescia.
  • Generali apre il cantiere governance con Del Vecchio più forte in Mediobanca
Nel panorama del capitalismo italiano, ricco di piramidi che permettono di controllare una società attraverso le holding che le stanno sopra – e quindi spesso con quote di capitale irrisorie – troneggia un nuovo edificio che sta creando molte curiosità e qualche timore. È la piramide rovesciata edificata da Leonardo Del Vecchio in Mediobanca e Generali. Una piramide al contrario perché con un impegno finanziario massimo – 1,65 miliardi investiti per essere primo azionista di Mediobanca con il 18,9% – al momento la presa di Del Vecchio sulla banca d’affari è minima o meglio inesistente, visto che non ha nemmeno un posto in cda. Anche al piano di sotto, quello delle Generali – dove Mediobanca è il principale socio con il 12,9% e Del Vecchio è terzo con il 4,8% (una quota che vale circa 1,3 miliardi) –, la presa dell’imprenditore è limitata: di 13 membri del cda del Leone esprime solo Romolo Bardin, amministratore delegato della Delfin, che è appunto la finanziaria di Del Vecchio. La Delfin amministra oltre 25 miliardi di asset, 4,5 in più di un anno fa, concentrati sulle attività industriali come gli occhiali di Essilux (21,7 miliardi) e l’immobiliare di Covivio (1,9 miliardi).

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  • Mediobanca-Del Vecchio, la partita dei posti nel board
Vale 1,65 miliardi la quota di Leonardo Del Vecchio in Mediobanca: con quel 18,9% che lo rende per distacco il grande azionista di Piazzetta Cuccia — il patron di Luxottica prenota per la sua holding Delfin un assegno da 102 milioni sotto forma di cedole. Secondo l’analista di Intermonte Christian Carrese e sulla base del consensus di 62 centesimi ad azione, è questo il dividendo che Del Vecchio dovrebbe incassare come azionista in autunno, dopo l’assemblea di fine ottobre e dopo che la Bce avrà tolto il blocco alle cedole come anche ieri il capo della Vigilanza, Andrea Enria, faceva intendere. Un ritorno non da poco per un «investimento finanziario», come Del Vecchio l’ha definito anche davanti all’autorità di vigilanza per ottenere l’ok a salire fino al 19,99%. E che ha già reso anche in termini di apprezzamento del titolo, dato che i primi acquisti, a settembre 2019, sono stati fatti attorno a 6 euro e oggi il titolo Mediobanca viaggia sui massimi a 9,86 euro.

  • Padula (Covip). «Far aderire i giovani ai fondi pensione. Ecco la mia proposta»