Selezione di notizie assicurative da quotidiani nazionali ed internazionali

 

Quando si muovono le grandi è subito tendenza. Che in Italia ci fosse bisogno di investimenti nel settore sanitario e della salute era cosa nota. La pandemia ha però fatto emergere di colpo tutte le debolezze di un sistema ripetutamente colpito da tagli della spesa pubblica, non solo per quanto riguarda le cure ospedaliere ma anche per le strutture sanitarie dedicate agli anziani (rsa), in tanti casi colpite al cuore dal Covid. Non è un caso che tra i punti centrali del Piano Nazionale di Ripesa e Resilienza (Pnrr), approvato dalla Commissione Europea, alla missione 6 ci siano la sanità e le politiche sociali, prevedendo tra gli altri investimenti per «reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale» per un importo di 7 miliardi e altri 8 miliardi da utilizzare per lo sviluppo di tecnologie sanitarie e per la ricerca scientifica. Nell’attesa di capire meglio come queste risorse confluiranno nei vari progetti (per la gran parte tramite gli enti locali) gli operatori di mercato, dalle compagnie di assicurazione a chi si occupa di investimenti immobiliari, hanno iniziato a muoversi per aumentare l’offerta di servizi legati alla salute.
Il codice di molte battaglie combattute nella galassia del Nord anteponeva la logica del potere a quella profitto, retaggio forse del giansenismo di Enrico Cuccia o, più prosaicamente, stortura del vecchio capitalismo di relazione. In tal senso è stata letta anche la silenziosa ascesa di Leonardo Del Vecchio e Francesco Gaetano Caltagirone nel capitale di Mediobanca: in 22 mesi il primo si è portato al 19% della merchant bank e potrebbe presto balzare al 19,99%, mentre il secondo è proiettato oltre il 5%. Ruggini dopo la partita Ieo-Monzino, malumori sulla corporate governance di Generali, rimescolamento di equilibri sull’asse Roma-Parigi.
Corsi e ricorsi. Non più storici ma annuali. Chi pensava che la posizione di Francesco Gaetano Caltagirone fosse rientrata nei ranghi dopo la non partecipazione all’assemblea delle Generali e alcune critiche che sarebbero state mosse al management sarà rimasto deluso dopo la mossa che lo potrebbe portare al 5% di Mediobanca. Una strategia alla Von Clausewitz, che considerava la guerra non un atto isolato, sembra sia stata intrapresa, anche se prima regola è valutare gli acquisti di azioni Mediobanca per quello che sono, al di là dei disegni che sottendono, a proposito dei quali si può scivolare in retropensieri e «fantafinanza». Da anni l’istituto non è più quello cucciano; il vertice ha fatto e fa del suo meglio per gestire la transizione da stanza di compensazione del capitalismo italiano e salotto buono dei capitalisti (spesso senza capitali) alla nuova realtà fatta di concorrenza, globalizzazione, applicazione – quale nemesi storica – del noto detto di Cuccia «titolo quinto: chi ha i soldi ha vinto». Dal salvataggio dei gruppi industriali in difficoltà ora la dura realtà impone la pratica anche del credito al dettaglio.
Nonostante tutto la pandemia ha reso gli investitori più ottimisti rispetto ai guadagni che prevedono di ottenere dai mercati finanziari. D’altra parte «le performance degli indici azionari da inizio anno sono a doppia cifra in Europa e molto positive anche a livello globale», nota Guido Maria Brera, capo degli investimenti di Kairos. A mettere però pressione sui rendimenti attesi ci sono le dosi massicce di liquidità immesse da banche centrali e governi di tutto il mondo dopo il Covid, pari a 31 mila miliardi di dollari, calcola BofA; una montagna di denaro destinata a mantenere i tassi bassi per lungo tempo. E anche la Bce ha appena detto che sarà più paziente prima di alzare il costo del denaro. «Per superare la crisi crediamo che gli investitori debbano comprendere, ora più che mai, che tassi ultra-bassi rappresentano una caratteristica chiave dell’attuale panorama», avvisa Robeco.
Giugno e luglio sono tipicamente i mesi in cui le diverse Autorità nazionali tirano le somme rispetto a quanto realizzato nei rispettivi ambiti nell’anno precedente. Banca d’Italia, Consob, Covip, Ivass e Ocf hanno recentemente pubblicato le loro relazioni annuali riferite al 2020 dettagliando le attività svolte e illustrando le principali evidenze emerse. Esamineremo in particolare le relazioni di Consob e Ivass, Autorità che regolamentano specificamente il settore finanziario – assicurativo in cui opera il consulente finanziario.
  • Leonardo Del Vecchio jr bussa a Generali per il food
Leonardo Maria Del Vecchio è di fatto l’erede designato del fondatore di Luxottica sia in termini azionari  sia industriali. Ma il giovane manager classe 1995 ha deciso di diversificare entrando nel settore della ristorazione. Leonardo Maria è l’azionista di controllo (80%) della startup milanese Triple sea food: progetto condiviso con Davide Cianco e Carlo Ziller. Il progetto ora è entrato nella sua fase operativa dopo che è stata trovata la location in centro a Milano. Il ristorante verrà aperto all’interno di un building di proprietà di Generali Real Estate (ospita anche il quartier generale del gruppo De Agostini), nel quartiere Brera. Triple sea food ha definito un accordo di locazione di 14 anni e verserà a Generali Re un canone d’affitto che partirà dai 100mila euro del primo anno per arrivare a regime a 250mila euro, mentre ha riconosciuto la cifra di un milione a Three Bond Wine & Dine Italy, la società (oggi in liquidazione) che gestiva il ristorante giapponese Sushi B che, adesso, verrà soppiantato dal progetto gastronomico targato Del Vecchio junior.
  • Sonni sicuri col nuovo patrimonio garantito
Il prodotto assicurativo di Bim Vita si appoggia alla solidità dell’omonima gestione separata, con pochi fronzoli sulle opzioni

  • Cattolica
Il prospetto, relativo all’ammissione su Mta delle azioni Cattolica riservate a Generali, è disponibile sul sito internet corporate della compagnia veronese.

corsera

  • Più risparmio gestito e banca d’affari. Il mix della strategia di Mediobanca
Utili in forte crescita a 789 milioni di euro, rispetto ai 600 di un anno fa che erano stati impattati dalla prima ondata di Covid: è la stima del mercato (il cosiddetto «consensus») per i conti annuali di Mediobanca che saranno approvati il prossimo 29 luglio dal Consiglio. Una cifra rotonda, frutto della strategia portata avanti in questi anni dal ceo Alberto Nagel al timone di Piazzetta Cuccia dal 2008. Un arco di tempo che ha visto il settore vivere forti discontinuità e che ha portato la stessa Mediobanca a conservare la propria identità ampliando però il mix strategico. È così che essere in linea con le previsioni del piano industriale 2019-2023 permetterà di staccare un dividendo corposo agli azionisti, vecchi e nuovi.

  • Zero emissioni e guida automatizzata: i costruttori progettano l’auto del futuro
L’automobile si sta preparando al più importante cambiamento dal dopoguerra a oggi, con il lento ma programmato abbandono ai motori termici per lasciare spazio alla propulsione elettrica. Non succederà “domani” ma nel giro di un decennio il parco circolante cambierà radicalmente, come confermato dai tanti annunci dei costruttori automobilistici pronti a dire addio ai motori tradizionali. Il motivo di questo cambiamento radicale? Rispondere alle richieste delle istituzioni, a partire dall’Unione Europea che si è mostrata come la maggiore antagonista dell’auto termica fissando multe milionarie per chi non rispetterà gli stretti vincoli sul fronte delle emissioni.

  • Liti. All’Abf crescono i ricorsi sui mezzi di pagamento a seguito della pandemia