UNA QUOTA DELLA RACCOLTA DI BANCOPOSTA SERVIRÀ ALL’ACQUISTO DI CREDITI D’IMPOSTA

Poste Italiane scende in campo per far girare il Superbonus 110%. Il gruppo guidato da Matteo Del Fante dovrà destinare all’acquisto di crediti d’imposta della misura per favorire l’efficientamento energetico degli immobili italiani una quota dei fondi provenienti dalla raccolta effettuata per attività di bancoposta presso la clientela privata. Lo prevede un emendamento al decreto Sostegni bis, a prima firma del deputato di Forza Italia, Roberto Pella.
In base all’attuale normativa Poste investe infatti in titoli governativi dell’area euro o in titoli assistiti da garanzia dello Stato per una quota non superiore al 50% dei fondi. La misura prevede che fino a al 30% di quest’ultima quota possa infatti andare in crediti d’imposta cedibili in base alla normativa del Superbonus e ad altri tipi di crediti d’imposta quando questo sarà possibile, ad esempio quelli del bonus Transizione 4.0 stoppato da Eurostat. Una sorta quindi di compratore di ultima istanza, dato il cassetto fiscale che ha a disposizione. Via libera anche alla cosiddetta norma salva-municipalizzate, che disinnesca la messa in liquidazione delle società partecipate dalle amministrazioni pubbliche quando hanno, queste nel quinquennio, presentano quattro bilanci in rosso. Un salvagente per la capitolina Farmacap. La messa in liquidazione potrà infatti essere evitata qualora il recupero dell’equilibrio economico delle attività svolte sia comprovato da un idoneo piano di risanamento aziendale. Nel pacchetto di modifiche che ieri hanno ricevuto il via libera entra inoltre la proposta, presentata da Sestino Giacomoni (Forza Italia) per introdurre nel Testo unico bancario una corretta individuazione delle norme e delle tutele riguardanti l’erogazione del credito, in particolare criteri che consentono un ristoro immediato e automatico in caso di estinzione anticipata dei finanziamenti. Nel faldone anche la previsione che le banche popolari in amministrazione straordinaria possano emettere azioni di finanziamento anche in deroga ai limiti previsti del codice civile. Intanto nel nuovo elenco di emendamenti riformulati arrivati ieri in commissione vengono stanziati 100 milioni per fronteggiare il caro-prezzi dei materiali. Le risorse serviranno al meccanismo di compensazione che prevede per i contratti con la pubblica amministrazione una verifica dei prezzi delle materie prime per le costruzioni. Se aumentano di oltre l’8%, il rincaro viene compensato alle imprese dal committente, in caso di calo del prezzo superiore l’8% è l’impresa a restituire la differenza. Altre proposte riguardano il fondo usura al credito d’imposta per l’affitto dei centri commerciali; l’esenzione Imu per i proprietari che si sono visti bloccare gli sfratti per morosità, le risorse al settore sportivo, piscine e palestre, i tamponi gratuiti per le categorie fragili, gli indennizzi per gli immobili del quartiere Tamburi a Taranto. Spunta inoltre la proroga dei versamenti fiscali dovuti dai contribuenti sottoposti agli indici di affidabilità Isa, che slitta al 10 settembre. (riproduzione riservata)
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