La pandemia ha lasciato importanti strascichi psicologici negli italiani, contribuendo ad aumentare situazioni di ansia, stress e difficoltà personali, al punto che ben un connazionale su due (56%) pensa che potrebbe essere utile rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta.

Una sensibilità che tocca in particolare le donne e gli under 30, dove le percentuali salgono rispettivamente al 64% e 65%. Lo evidenzia l’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua sul welfare.

È l’ansia la prima ragione che porterebbe gli italiani dallo psicologo (35%), condizione dominante nel Paese, in questo momento prioritaria rispetto a tutto il resto: basta guardare i problemi di coppia, confinati al 9%. Tra le altre esigenze, gli aspetti caratteriali e della personalità (11%), le dinamiche legate all’attività lavorativa (11%) e le situazioni di difficoltà per la salute dei propri cari (7%).

Ma non è facile riconoscere di avere un bisogno di questo tipo, né lo è parlare di sé e aprirsi su certi argomenti: per molti, insomma, lo psicologo resta ancora un tabù. Questione, ammettono gli stessi italiani, di imbarazzo (31%) ma anche di poca sensibilità al tema (22%) e una certa tendenza a sottovalutare l’importanza della sfera mentale nella propria vita (20%).

Con l’aumentare dei bisogni, però, cresce anche la sensibilità a questi temi. Ben uno su tre (31%) vorrebbe che fosse il datore di lavoro a mettere a disposizione lo psicologo come forma di welfare aziendale. Se è necessario un cambio culturale (30%) che aumenti ancora di più l’attenzione verso gli aspetti della vita mentale, molti vorrebbero anche una maggiore presenza di psicologi e psicoterapeuti in ospedali, cliniche e ambulatori (20%).

E c’è chi pensa che persino la tecnologia possa aiutare a superare certe barriere e incentivare il ricorso a questi professionisti grazie ai servizi di videoconsulto (17%), che si possono fare comodamente da remoto.

Ma in un caso o nell’altro, anche il portafoglio vuole la sua parte: se la relazione che si instaura col professionista è il fattore più importante (38%), per più di un italiano su tre è fondamentale poter contenere i costi della prestazione (36%). Non da meno lo è la possibilità di ridurre i tempi di attesa (21%).

La crescente attenzione al benessere mentale è un aspetto molto importante per la vita privata, sociale e lavorativa di ciascuno, e un trend probabilmente destinato ad aumentare ancora nel prossimo futuro” – commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo. “A questa domanda è importante rispondere in modo adeguato. Per questo, nelle nostre soluzioni di welfare la possibilità di rivolgersi a uno psicologo per meglio gestire le più diverse situazioni è una componente assolutamente centrale. E in questo senso, di recente abbiamo lanciato una gamma di servizi salute flessibili e d’avanguardia che fa perno sul digitale e la tecnologia e dove il consulto psicologico completa una suite di soluzioni per molteplici casistiche legate alla propria salute e benessere, dalla consulenza medica telefonica di base ai videoconsulti specialistici a tanti altri servizi.”

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*Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora su un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, genere ed area geografica.