Tra telco, banche digitali, utilities, operatori del turismo e player dell’e-commerce i soggetti non assicurativi che distribuiscono polizze assicurative o sono pronte a farlo sono oggi in Italia un centinaio, con un aumento del 30% negli ultimi 12 mesi. Solo tre anni fa erano meno di dieci e si prevede che, entro il 2025, saranno 10 volte tanto. Le stime arrivano dall’IIA – Italian Insurtech Association presieduta da Simone Ranucci Brandimarte che ieri ha presentato il report 2021 dell’Osservatorio Open Insurance. In Europa ne sono stati censiti oltre 1.000 che offrono 256 tra servizi finanziari e assicurativi e questi ultimi pesano sul totale dei servizi assicurativi e finanziari per il 41%. Negli ultimi anni si sta assistendo quindi ad un proliferare dell’offerta di polizze presso industrie tradizionalmente non integrate nella filiera assicurativa, come pure aziende di trasporti e automotive, e la pandemia ha reso i i consumatori sempre più digitali, pari oggi al 32% e stimati all’80% nel 2030, aperti a innovazioni anche nel settore assicurativo. Un mercato, quello dell’open insurance, che è però ancora in fase sperimentale e in attesa di chiarimenti regolatori, con dati essenziali che riguardano la salute, la mobilità dei clienti o i sinistri, ancora più sensibili rispetto ai dati bancari che sono stati oggetto della normativa Psd2. (riproduzione riservata)

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